Ala, 201 cm, classe 97 una laurea fresca fresca in relazioni internazionali e un futuro tutto da scrivere. È arrivata ieri la firma con Mantova, un biennale “pesante” che sottolinea la fiducia totale della società nei tuoi confronti. Rispetto alla stagione passata, quella che andrai ad affrontare sicuramente ti vedrà protagonista con responsabilità differenti rispetto al passato. Le richieste da parte di altri clubs non sono certo mancate. Ma tu hai scelto Mantova. Perché?
«Perché è la società che mi ha dato fiducia da diversi anni a questa parte. Con gli Stings, sono diventato per davvero un giocatore professionista. Per me Mantova è ormai una seconda casa. La fiducia del club mi era stata già palesata in questi mesi, si parlava di rinnovo e questa è stata poi la ciliegina sulla torta. Sento di essere apprezzato e qui so di potermi esprimere al meglio…la scelta non è stata troppo complicata»
Cosa ti aspetti dalla prossima stagione?
«Sarà una stagione strana, sicuramente fortemente influenzata dal Covid ma che da un punto di vista cestistico ci potrà regalare diverse emozioni. La squadra che stiamo costruendo secondo me ha del potenziale per essere qualcosa di bello, come lo sono state quelle degli anni passati».
Final 8 e play off saltati causa covid. Che ne dici, li mettiamo negli obiettivi della stagione 20/21?
«Sicuramente. L’idea di aver perso la possibilità di rigiocare i playoff e di partecipare, per quanto mi riguarda, per la prima volta ad una Coppa Italia ancora brucia. Spero vivamente di averne ancora l’occasione nella stagione che verrà».
Tante novità quest’anno, a partire dal cambio dell’allenatore. Come hai preso l’addio di Finelli e l’arrivo di Di Paolantonio?
«L’addio di Finelli è stato difficile da digerire almeno nei primi momenti. È un allenatore che mi ha sempre dato grande fiducia e che ha sempre avuto il piacere di lavorare insieme a me, oltre ad essere il coach che ci ha portato a importanti risultati. Detto questo, l’impatto del nuovo coach, almeno per quanto mi riguarda, è stato molto positivo. Mi è sembrato un professionista molto serio ed intraprendente, con voglia di fare bene e di divertirsi. Ho parlato qualche volta con lui e mi ci sono trovato subito bene, quindi spero che le mie sensazioni verranno confermate sul campo».
Il compagno a cui ti senti più legato?
«Bella domanda… non riesco davvero a fare preferenze. Abbiamo avuto la fortuna nelle ultime stagioni di avere dei gruppi fantastici e molto coesi, spesso comprendenti gli stessi giocatori. Quindi devo dire di essere legato a tutti e parlo anche di giocatori delle squadre passate, come ad esempio Chicco Guerra, Dj Albertini, Costa e Moro. Sono quindi legato a molte persone e spero che in questa stagione si possa ricreare la stessa chimica».
Il coach che ti è rimasto nel cuore e perché.
«Cito un coach dei miei giorni a casa, a Padova, ovvero Massimo Friso. È stato il primo vero coach a guardare a me in ottica professionistica e quello con cui ho trascorso più anni. È una delle figure che mi ha portato dove sono oggi, quindi non posso non essergli riconoscente».
Un messaggio e un saluto ai tuoi tifosi.
«Un abbraccio grandissimo a tutti! State pronti con trombette, striscioni e tamburi vari, perché quando torneremo a giocare dovremo buttare giù il palazzetto! 😂 ci sarà da divertirsi, promesso».
E se lo dice Ferro noi ci crediamo!