Alzi la mano chi ad Agosto aveva predetto un campionato così. Non si nasconda chi – inizialmente – aveva denigrato o dato poco credito a questa squadra assemblata in fretta e furia. Questo gruppo composto da Uomini ha sbalordito tutto e tutti e a Montecatini – così come a Bologna – da Cenerentola al ballo delle debuttanti, ha fatto bottino pieno. Della gara odierna ci sarebbe molto da scrivere e raccontare ma ci limitiamo a farlo dedicandoci all’esito finale. Potremmo solamente dire che è stata difficile e combattuta fino all’ultimo ma era già in preventivo che accadesse: Bergamo – anche senza Ghersetti – non è un cliente facile. C’era – inoltre – lo spauracchio di una mancata reazione dopo una sconfitta bruciante come quella patita contro Orzinuovi o che la paura di una gara da “non ritorno” poteva far tremare le gambe ed incidere – quindi – nuovamente sulla testa dei giocatori. Ma questo gruppo, così come ha dimostrato in tutta la sua cavalcata non ha mai, sottolineato mai, sbagliato due gare di fila o fallito gare secche. Ha sempre fatto quadrato intorno a sé, è sempre ripartito da quanto di buono fatto nella sconfitta subìta e nella gara successiva ha prontamente cancellato la partita precedente. Così è accaduto nelle rare cadute in regular season, così è accaduto contro Cassino, così è avvenuto oggi contro Bergamo. Ovviamente bisognava aggrapparsi a qualcuno, a qualcuno che potesse rappresentare l’ancòra di salvezza per una compagine composta soprattutto da giovani vogliosi ma inesperti, frizzanti e folli. Chi, se non lui, poteva rappresentare la chioccia a cui il gruppo è rimasto aggrappato quasi 10 mesi, quello che oggi ha trascinato Napoli alla serie superiore. Colui che, detto francamente,  non poteva concludere il campionato con la pessima prestazione come quella di ieri: Njegos Visnjic – fresco delle sue 38 primavere – oggi ha letteralmente preso per mano i compagni e incantato tutti: 31 punti, 5 su 10 dall’area, 4 triple su 5 e 13 rimbalzi catturati. Ogni parola per lui sarebbe superflua per descriverlo, i numeri sono già sufficienti a farlo.

Ben vengano ora i festeggiamenti e le gioie. Napoli, dopo anni di umiliazioni, può e deve godere per la promozione e bene fa perché tale categoria andrebbe stretta a chiunque nutra una passione così grande per questo sport e la città lo ha sempre gridato a chiare lettere: dateci un progetto serio e noi ci saremo. E così è accaduto. Ovviamente non è stato facile passare dai 30 paganti di Cercola ai 3000 di gara 5 contro Cassino, ma il lavoro svolto giorno dopo giorno, con passione e dedizione, alla fine ha pagato ed ora ognuno si prenda meriti e soddisfazioni che gli spettano: dal presidente, che ha avuto il coraggio e la determinazione nel portare avanti un progetto anche tra mille difficoltà e diffidenze a chi ha lavorato nelle retrovie, allo staff che ha scelto, ingaggiato e allenato i giocatori e a quest’ultimi che hanno ridato una dignità cestistica alla città di Napoli. Ed è fuori di dubbio che lo si sia fatto nel modo migliore: nell’anno del ritorno della pallaspicchi nel capoluogo partenopeo, si è fatto il pieno di premi: Campionato, Coppa Italia, miglior coach, miglior giovane e soprattutto pass per l’A2. No, non è fantasia. E’ tutta realtà. Napoli è tornata nel basket che conta. Ma stavolta dalla porta principale, stavolta per rimanerci il più a lungo possibile.