Si conclude il ciclo di analisi degli esiti del mercato NBA alla trade-deadline.

SABONIS/HALIBURTON. Non si tratta solo di questi 2 nomi. Da SAC partono anche Buddy Hield e Tristan Thompson; arrivano invece Justin Holiday, Lamb e 1 seconda scelta 2027. Il significato di questa trade è: i Kings volevano DAVVERO TANTO Sabonis. Il che non è strano per il valore del giocatore, quanto perché sia il coach che il CBO della franchigia, Gentry e Joe Dumars, sono degli interim. Quindi SAC, governata da gente che non si sa se domani ci sarà, ha scambiato quella che fino al 2021 era la co-Stella della franchigia (Hield) e quello che dallo scorso anno era il “pilastro del futuro” (Haliburton) per una macchina da doppie doppie, 2 volte AllStar, con tanti MA addosso. Il principale: ha fatto i PO in 3 anni su 7 e non ha mai vinto una serie, subendo 2 volte lo sweep. Conoscendo la tradizione di totale medietà di entrambe le organizzazioni (IND con qualche lampo in più, giusto sottolinearlo) questi 6 giocatori sono passati dallo status di: Qui non si vince, a quello di: Nemmeno qui. Sabonis sarebbe stato perfetto in ambienti e squadre come Boston, Lakers, Memphis in particolare; purtroppo è sempre difficile incrociare esigenze tecniche e salari, contratti e obiettivi. Spesso si prende quel che è disponibile, non l’ideale.

McCOLLUM. Discorso che vale anche per CJ e la sua destinazione: Pelicans. Portland sta facendo spazio per la pazza idea che sta coltivando: tenersi Dame come Padre Nobile del rebuilding. Pareva impossibile fino a 2 mesi fa, poi il lungo infortunio e i 44MM di media del contratto di Lillard fino al 24/25 hanno cominciato a spaventare i corteggiatori. Solo 6 contratti dei 21 attuali saranno attivi a POR per la stagione 23/24: i Blazers volevano in cambio di McCollum scelte e roba facile da sbolognare o contratti corti. Missione compiuta: innanzitutto 3 prime scelte, e poi, del pacchetto originale (Hart, Satoransky, Walker-Alexander), è rimasto solo Josh Hart e sono stati acquisiti, sbolognando gli altri, altre 2 seconde scelte e Joe Ingles, in scadenza di contratto. Purtroppo per CJ, che è un grandissimo giocatore, a Nola le cose vanno male: tutto dipende da Zion, dalla sua salute il prossimo anno, dalla sua voglia di rimanere fra due anni. Mi correggo: le cose vanno malissimo, e McCollum non è in grado di invertire la tendenza. Però potrebbe trovare facilmente estimatori più altolocati in estate.

DERRICK WHITE. Brevemente, per dire che i Celtics non avevano le stesse scelte di Nola per arrivare a McCollum: i Pelicans sono e saranno molto peggiori di BOS e dunque le loro scelte sono più appetibili. E’ arrivato al TD Garden, quindi, Derrick White e non è detto sia un male. Udoka lo conosceva dai tempi in cui era asst. di Pop, e DW è molto più incline a giocare di squadra e capace di giocare in point rispetto a McCollum, che rimane superiore come talento generale e offensivo in particolare. In 3 di partite giocate, White sembra aver già migliorato la fluidità del gioco dei Celtics e la qualità delle selezioni offensive.

Ora le franchigie possono agire solo sul mercato waivers, motivo per cui alcuni giocatori potrebbero uscire dal loro contratto onde cercare sistemazione altrove. Un esempio potrebbe essere GARY HARRIS. che ha già stimolato l’appetito dei Celtics. Inoltre circola la voce che la NBA potrebbe re-certificare TYREKE EVANS, gran giocatore (ROY 2010) con altrettanto grandi problemi personali, di recente uscito da un lungo percorso di rehab.