Giocate mediamente 25 gare (tre 23 e 27 ciascuna) possiamo dire che la Regular Season ha superato il primo quarto, e cominciare a trarre qualche conseguenza, fare qualche pronostico.

PER IL TITOLO. L’Anello 2022 andrà alla Western Conference. Tributo ai Phoenix Suns il 50% delle possibilità di vincere tutto. Ai Golden State Warriors il 25%. Ai Bucks il 15%, il restante 10% viene diviso tra Nets (5), Lakers (2), Heat (2) e l’imponderabile (1). Le bilance modello 51-49 hanno senso nelle % del confronto diretto tra due squadre (ad es. PHO vs GS), ma non nella visione più ampia sul macrogruppo di una Conference. Golden State deve ancora mettere nel motore Klay Thompson, ma la qualità del gioco dei Suns è quest’anno accoppiata a una maggiore cattiveria dei singoli: in una parola, Paul e Crowder non sono più gli unici “stronzetti” del roster. I Nets sono primi ma sono incompleti e monotematici: Kevin Durant, diversamente da quanto lui stesso si aspettava migrando a BKN, è terribilmente solo. MIL sta forse esagerando con i riposini e gli esperimenti su quintetti e rotazioni: hanno anche molta sfortuna con gli infortuni ma paiono meno affamati dello scorso anno a dispetto di un Antetokounmpo degno di Zeus. Gli Heat sono capaci di molto ritmo ma pochi picchi, troppo pochi almeno finora. I Lakers…vabbè.

DELUSIONE. Il poco appetibile primo posto mi pare evidente: 50% San Antonio Spurs. Sono giovanissimi, sono un esperimento e Pop è anche sfortunato perché l’esperimento da lui iniziato l’anno scorso (4 guardie vere e un centro) gli è stato copiato con efficacia infinitamente maggiore dai Bulls di coach Billy Donovan (dove, ops, è finito DeRozan). Però non vincono mai. Uno dei motivi di sollievo (anche per me che ve lo avevo segnalato) è il ruolo di sorpresa di Josh Primo, che il 6/12 ha messo insieme 3 rec e 4 stoppate: cosa che, da parte di un rookie, era stata compiuta nella storia NBA solo da Dwight Howard; e Primo è una guardia. 25% di top delusione per i Celtics: è davvero deprimente per i fans pensare che la stagione sarebbe stata peggiore se Boston non avesse raccattato, per caso e una manata di noccioline, Dennis Schroeder. Il restante 25% si divide alla pari tra Hawks e Knicks, che non stanno ripetendo la scorsa stagione.

BELLE SORPRESE. Vorrei nominare solo Washington, ma ci sono anche altre belle stagioni da elogiare, quindi per gli Wizards il 40% dei complimenti. I Bulls sono più avanti in classifica, ma hanno più talento complessivo e una tradizione meno perdente: a loro quindi il 30%. La stagione dei Timberwolves è notevole: prima volta in parecchi anni che non crollano come team dopo 20 partite; il disastro è sempre in agguato, ma finora meritano un buon 15%. Il rimanente lo dedico ai Cavaliers, che due settimane or sono hanno avuto un momento di possibile rottura, ma sono stati capaci di trarsi fuori fino al ritorno nella Playoffs Picture.