“Six-ten. Two-fifty”.

I commentatori del Torneo NCAA non fanno altro che ripetere quella frase, quando gioca lui: Paolo Banchero. Si riferiscono ovviamente alla incredibile combinazione di peso e altezza del ragazzo italiano, per poi aggiungere: “Tons of skills, and quick”. La combinazione, tradotta, parla di cm, 209 e kg. 113 capaci di spostarsi sul campo come una guardia, di colpire da 3, prendere rimbalzi, stoppare e dare assists. Banchero è stato fondamentale per Duke nella W di due giorni fa vs Michigan State (Coach K vs coach Izzo), allontanando di altri 3 giorni (almeno) la fine della incredibile carriera del suo allenatore.

Prendiamo confidenza con un concetto: sarà difficile averlo sempre pronto per la Nazionale, ma diamogli le chiavi di tutto perché si tratta di un talento mai prodotto dal nostro basket. Prodotto solo metà nostrano, forse meno: papà Banchero, lineman del football ha incontrato alla Washington University, e poi sposato, Rhonda Smith, ovvero la più prolifica realizzatrice ogni tempo delle Lady Huskies. Il DNA sportivo è quindi di primo livello, e Banchero Jr. ha scelto la via del basket dopo un iniziale innamoramento per la posizione di QB. Paolo è cresciuto interamente nel sistema sportivo/educazionale americano, ha doppia cittadinanza, ed è un predestinato. In ogni Mock, compreso il mio, è dato entro i primi 5 scelti, dopo essere stato, a inizio anno, spesso alla Prima Assoluta. Difetti? Non è un gran difensore (stoppare non coincide in toto con la questione), nella NBA sarà un po’ più difficile spazzare via fisicamente Zion o Paul George, oppure tenere lo step-back di Tatum. Ha anche già avuto qualche problema con la giustizia: abetting DWI; in pratica complicità/favoreggiamento in relazione all’arresto, a novembre scorso, del compagno di squadra Savarino (nipote di Coach K) per guida sotto effetto di sostanze. Un ragazzo completo, insomma…

Il punto è che, nonostante l’animo innamorato dell’Italia, lui non ha eccessivo bisogno di Azzurra per lo sviluppo della propria carriera, mentre la Nazionale ha bisogno di lui. Opterei per una decisa svolta in direzione “ridurre le sparate” a proposito delle dichiarazioni del Pres. Petrucci su quelli che non rispondono alle convocazioni.