Tutto come da copione e da pronostico al Palatiziano, con Cantù che si impone 78-75 e conquista il settimo posto finale in regular season regalandosi un quarto di finale contro Venezia, ed una Virtus Roma che chiude una stagione difficile con l’ennesima prova di cuore ed orgoglio poco supportata però dal risultato finale sul tabellone. La differenza sul parquet non l’hanno fatta soltanto le motivazioni completamente opposte tra le due squadre, ma anche la presenza in campo di un giocatore di categoria superiore come Metta World Peace, autentico trascinatore canturino con 25 punti a referto alla sirena, frutto di un 6/7 da tre punti e 9/10 complessivo al tiro. Ancora una volta l’ex stella della Nba si è rivelato ” troppo ” per il nostro povero e mediocre campionato, ancora una volta l’investimento fatto dalla proprietà brianzola ( 40 k euro n.d.r. ) si è dimostrato super azzeccato, perchè non c’e’ nulla da fare, le partite le vinci con i giocatori che fanno la differenza e non con i mezzi acquisti fatti in fretta e furia. E questo è stato davvero un colpo da novanta fatto dal management brianzolo, ripagato già in parte da operazioni di marketing e super incassi fatti al Paladesio nei derby contro Milano e Cremona. Roma comunque chiude tra gli applausi del suo pubblico, preoccupato per il futuro nebuloso societario all’orizzonte (tanto per cambiare), ma sempre pronto a stringersi intorno alla Virtus ed al suo presidente Toti, nel bene e nel male. Senza apparenti motivazioni perchè già fuori dalla corsa ai playoff, i ragazzi di Dalmonte, dopo trenta minuti giocati al cloroformio nel catino tropicale del Palatiziano, hanno comunque avuto il merito di ridare sale alla sfida, recuperando il -10 del 30′ minuto ( 45-55 ), fino ad arrivare ad una sola lunghezza di ritardo a 5’30 dalla fine con la tripla di un eccellente Ejim (16 punti). La differenza poi l’hanno fatta, come quasi sempre in questa stagione virtussina, gli episodi che hanno punito Roma e premiato invece Cantù. Cinque giocatori di Roma alla fine chiudono la propria gara in doppia cifra, tra questi anche un ammirevole Daniele Sandri, che schierato per la prima volta in quintetto iniziale, ha chiuso la sua altalenante stagione con quasi trenta minuti sul parquet e dieci punti nel marcatore. Male invece ancora una volta Morgan, rispolverato da Dalmonte a causa del forfait di De Zeeuw, ma come al solito poco esplosivo sotto le plance ed autore per l’ennesima volta di errori macroscopici e troppo grossolani. I titoli di coda sono dedicati alla passerella finale dei giocatori della Virtus tra il pubblico, passerella che negli ultimi due anni solitamente avveniva dopo le grandi vittorie nei playoff. Quest’anno niente post season, ma sempre il solito calore ed amore di uno zoccolo duro di appassionati che vuole e merita un futuro. Perchè il tifoso della Virtus non si nega mai a chi lotta ed onora la maglia, e quest’anno questa squadra lo ha comunque fatto, a prescindere dai risultati, dalla qualità di parecchi giocatori e dalle varie vicende che hanno minato la tranquillità di tutti.