Ultimo giorno di scuola, almeno per la Virtus Roma, che si congeda dal proprio pubblico con una prestazione di carattere che non avrà portato gli ultimi due punti della stagione, ma è valsa l’applauso caloroso di oltre 2500 appassionati che hanno deciso di rinunciare ad un pomeriggio da trascorre a passeggio o magari al mare per tributare il proprio ringraziamento ad un gruppo che, oggi come in tutta la stagione, ha provato ad andare oltre i propri limiti fino alla fine, non lesinando l’impegno nemmeno in una gara che aveva senso solo per Cantù.

Stanco e soddisfatto, coach Sacripanti ha elogiato la prova di maturità dei suoi uomini sottolineando l’importante percorso di crescita intrapreso: “Avevamo il privilegio di essere padroni del nostro destino e la squadra ha mostrato grande carattere nel vincere una partita così importante. Siamo giovani, nel girone d’andata abbiamo avuto molte difficoltà ma sono contento per il livello di crescita raggiunto, tutto conquistato attraverso il lavoro quotidiano. Complimenti a Roma per come ha interpretato la gara, non hanno mai mollato pur non avendo stimoli per la classifica, direi che sono stati professionali e tenaci fino in fondo. Per noi adesso ci sarà Venezia, avversaria dura ma si tratta di playoff, inizia tutto un altro campionato”.

Altrettanto soddisfatto è il coach capitolino Dalmonte, che rinuncia subito al classico bilancio di fine anno e si dedica solo a quanto successo sul parquet: “Sarebbe riduttivo parlare adesso della stagione, troppo complicato racchiudere tutto in pochi minuti, rimando questo discorso ai prossimi giorni. Preferisco invece soffermarmi sulla gara di stasera, fare i complimenti a Cantù per i playoff raggiunti e ai miei ragazzi per l’atteggiamento mostrato. C’erano due partite in una questa sera, una tecnica in cui loro avevano motivazioni e noi no, e questa sfida l’hanno vinta loro; poi c’era un’altra gara, che riguardava l’onore e l’orgoglio, ed avevo chiesto ai ragazzi di vincere soprattutto questa battaglia. Direi che l’abbiamo fatto e non era semplice, soprattutto perchè si sa quanto sia complicato giocare senza motivazioni”.

Il coach capitolino voleva chiudere con un successo che, per quanto visto in campo, sarebbe stato anche meritato, pur avendo inseguito Cantù per quasi tutta la partita: “Abbiamo avuto una reazione nervosa importante, anche da parte mia c’è stata e vi assicuro che non è stata casuale, volevo rivitalizzare un attimo la situazione che si stava creando in campo e dare una piccola scossa. Da quel momento in poi sono stati piccoli episodi a decidere la partita, forse abbiamo esagerato con gli individualismi in attacco, giocando poco di squadra nel momento in cui eravamo rientrati pienamente in partita ma siamo usciti a testa alta fra gli applausi di questo splendido pubblico”.