La V-BO è seconda solitaria nella RS di Eurolega.

1 – ANDATA. Fine del girone d’andata, Virtus seconda solitaria e Milano in un mood migliorativo (5-5) rispetto al ritmo prevalente (7-10). Entrambe avranno più trasferte nel ritorno, 9: il dato è sensibile dal momento che la V-BO ha bilancio in pareggio e l’Olimpia un misero 2-6. Chiudere a 11 sconfitte porterebbe i Bolognesi a un posto privilegiato per la post-season: forse non il secondo ma difficilmente con quel ritmo si chiuderà quinti. Bologna ha il differenziale punti più basso (+33) tra le prime 4 della classifica, Milano quello più alto (+42) tra le escluse dalla post-season; la differenza è che i biancorossi hanno 70 pti meno della Virtus, e sono il 13’ attacco di EL (esattamente la posizione che occupano al momento), dato preoccupante dal momento che hanno il 4’ e 5’ tra i migliori realizzatori di EL. Ribadendo che i problemi sono davanti, non dietro.
2 – THE DAGGER. Il canestro di Iffe con 19 secondi sul cronometro della gara è il simbolo della W della Virtus a BelgradoPartizan: paniere che lui aveva già deciso di tirare appena iniziata l’azione. Tutti lo sapevamo. Vero, ha ceduto per un istante il pallone a Dunston sulla prima solo accennata penetrazione, ma nessuno poteva avere dubbi che, se si fosse arrivati a un buon tiro, non sarebbe stato di Toko o del Beli. Obradovic aveva certamente imposto ai suoi di non fare ricevere i due virtussini più pericolosi, che infatti al momento del tiro erano dispersi quasi a centrocampo. Il Danese non sta tirando bene (42% dal campo) ma lo sta facendo con grande equilibrio: 50 spari da 2, 49 da 3. Ha firmato le due W più eccitanti in stagione: Partizan e il famoso 4’ periodo vs il Barca. Non doveva essere nemmeno a Bologna.
3 – TOKO. Scena: palla in post-basso a Shengelia, dal lato debole (come fa la V-BO, come non fa Milano) arriva il raddoppio di Dozier, aggressivo e ben fatto. Non sottovaluto la sapienza di Shengelia, ma la rapidità con cui si è girato dal lato “sbagliato”, cioè verso la linea di fondo, per avere lo spazio e la visuale necessaria a mollare un missile verso l’angolo opposto per tripla di Hackett, è il risultato di un lavoro di preparazione alla gara perfetto da parte di Banchi e dello staff. La Virtus è una squadra in piena fiducia anche perché è incredibilmente ben allenata, sia tecnicamente che per costruzione dello spirito. Nel momento in cui su questo tessuto si innestano le qualità tecniche, accadono le cose positive. Come Abass che gioca 0 nel round 15, 0 nel round 16 e nel round 17 mette 10 in 14’ con 2/2 da 3 appena messo piede in campo. Tornando a Shengelia: nelle ultime 3 sta tirando male le triple (1/9), il che ha fatto calare la media punti nel trittico (da 17 a 10), ma lo sforzo del volere rendere lo stesso si nota nel corrispondente aumento (da 3.6 a 4.3) degli assists.
4 – SCELTE? OLY ritorna nella zona di accesso alla post-season, vincendo a Berlino di 20 dopo avere inseguito di 10 nel primo periodo. Le gare vs l’Alba contano solo se perse, ma, nella condizione di zero-offense in cui si trovavano i Greci, anche il lieve ristoro di una W vs Berlino è utile. Per esempio, dati i ritmi stagionali, sono onirici i 30 assists su 43 viaggi positivi verso il canestro. La W è stata ottenuta dando 0 minuti a due scelte importanti di mercato (una recentissima): Brazdeikis e Petrusev.
5 – SPAGNA. Prima e terza, decima e undicesima (ma per bilancio ottave a pari record con altre due): le squadre spagnole sono tante e tutte competitive. La differenza con l’Italia è ingenerosa non rispetto alle nostre di EL, ma a quello che stanno combinando le nostre formazioni in EuroCup. Trento e Venezia hanno bilancio totale 10-16, panorama peggiorato dal 18-8 di Badalona e GranCanaria. Si tratta di superiorità delle formazioni, perché la produzione dei giocatori in Spagna è al momento non eccelsa se due dei migliori sono Brizuela e Parra. Nel campo produzione talenti la Francia è ora la N.1 in Europa, per numero e qualità superiore anche alla Slavonia estensivamente intesa.
6 – CRISI. In questo panorama positivo non va sottovalutata la crisi del Barcellona. Iniziata, in un certo senso, con il KO vs la V-BO. Quella gara, persa dopo un solido vantaggio, era stata la prima in cui il rookie Grimau era stato dominato da un coach avversario e da allora i Catalani sono 2-4, oltre ad altri 3 KO in campionato. Non credo sia a rischio la posizione del coach, ma interessante notare come dal punto di vista cronologico la crisi sia iniziata anche dopo una sorta di ciclo di interviste in cui più di un giocatore aveva sottolineato come si stesse meglio con Grimau (buono, condivisivo, amichevole) rispetto a Jasikevicius (rompicoglioni, testardo, decide tutto lui).
7 – FENER. Jasi è 4/4, il Fener ha invertito la rotta nel senso che continua a incassare tanti punti, ma nella gestione del Lituano subisce meno di 80/gara, cosa che non era riuscita (proprio no) nelle ultime 6 di Itoudis. Sconfessato anche il mercato: Madar ridotto a 8 mins di media, Calathes (come Lundberg a BO, lui non doveva essere a Istanbul) messo in plancia nonostante i due non fossero filati di grande accordo a Barcellona. Diminuiti in maniera evidente i minuti di Motley (da 22 a 17) e in misura meno sensibile quelli di Guduric. Era il fidatissimo di Itoudis, nel suo caso non è la quantità, ma il momento di alcuni impeghi o sostituzioni a fare notare il cambio di gestione.
8 – MACCABI. Nella loro difficile situazione logistica, i Maccabei sono encomiabili per come stanno tenendosi in posizione playoffs. Pregio e limite insieme: sono gli unici ad avere 4 giocatori nei primi 25 per valutazione. Zo, Baldwin, Colson e Nebo. Insieme fanno 60 in 110’ di impiego, da queste cifre bisogna scalare il fatto che Baldwin è spesso (e di nuovo) infortunato e ha giocato solo 10 gare. Brown e Colson sono pubblicizzati, non lo è Nebo. Si tratta del secondo centro puro per valutazione (14’ assoluto) dietro Lessort; è primo per reboff e quinto per totali: la sua “assenza” in quelli difensivi dipende dal fatto che è forse il migliore centro a chiudere sugli esterni che sparano triple, quindi è spesso lontano dal pitturato difensivo.
9 – MERCATINO. Dipende da come finirà la stagione anche nel campionato turco, ma la sensazione è che parecchi giocatori siano alla ultima corsa nell’EFES. Il roter sarà un mercato aperto in off-season. Penso anche a Darius Thompson, che non sta ingranando in Turchia, è Italiano per matrimonio ed è una pg. E c’è una formazione che a livello di pg non va pari da una dozzina di anni. Al proposito potrebbe essere interessante anche una delle rivelazioni della stagione: Cody Miller-McIntyre. Top 4 per ass, non sottodimensionato, ottimo difensore che copre le spalle a Markus Howard, come faceva Markovic con Teodosic.
10 – PARIGI. In questo turno di EC si è giocato il derby metropolitano tra Parigi e Londra, vinto a mani basse dai parigini. In vista del loro approdo in EL posso dire: attenzione. Al momento sono leggerini sotto, ma giocano un basket modernissimo, vorticoso, tante triple e sempre 2 giocatori a rimbalzo offensivo. Il loro profeta è uno abbonato al titolo di CoY. Tuomas IIsalo è stato allenatore dell’anno sempre, anche fuori dalla Finlandia: nei due anni a Bonn e nell’unico anno della Champions League vinta dai Tedeschi. Un paragone vicino? SI tratta di una versione efficace e sensata di Bialazsewsky, il prometeico pazzo di Varese. Domina il proprio girone di EC (12-1) con un roster di under 28 e solo due over 30. Sono pronti anche ora per battere Berlino, Asvel e Zalgiris.