La primavera fa scherzi strani, ad esempio riaffiorare ricordi lontani, dal profondo degli anni ’80…
Ad esempio La Domenica Sportiva con Gianni Brera oppure l’enorme impatto sul basket napoletano ed italiano, a metà/fine decade, di Mirko Novosel. Allora era possibile disquisire in televisione, manco si fosse alla Sorbona, su “lo zero a zero come prototipo della partita perfetta” (Brera), oppure leggere su Giganti del Basket dichiarazioni del tipo “tutti giocano in modo omologato, ed allora ci si illude che la partita possa essere vinta o persa, invece che in campo, al videotape”(Novosel).
Filosofia. Filosofia del basket o del calcio, non molto dissimile dalle idee che vengono fuori da libri estremamente importanti per gli allenatori italiani come “Diventare Coach” a cura di Ettore Messina e degli psicologi del Sipi, o il recente “Insegnare la Pallacanestro” di Andrea Capobianco. L’enorme differenza con i nostri giorni è che allora non erano discorsi da allenatori, “la filosofia” entrava nei bar. Sotto forma di citazioni postume o in anticipo, “l’Uomo in Più” (a centrocampo) o “Sesso (o più propriamente basket), Bugie e Videotape”, la strategia arrivava ai tifosi.
E non è davvero il caso di lasciare le differenze sul livello della trita e ritrita nostalgia.
Può essere più interessante ricreare una dinamica attuale, ritornare a parlare “di filosofia” in modo rinnovato. Come Pet Sounds dei Beach Boys era influenzata da Rubber Soul ed influenzò Sgt Pepper & the Lonely Heart Club Band dei Beatles, così il modo alto di disquisire di Novosel o Bianchini può influenzare noi.
Sarebbe bello, parafrasando gli Afterhours, chiosare che “non si esce vivi dagli anni 80”. Sarebbe bello leggere e sentire, invece delle solite polemiche su un canestro dato o non dato, su stipendi puntuali o meno, qualcuno che analizzasse il gioco. Pensate alla goduria dell’eco di ipotetiche diatribe “filosofiche” sul se sia meglio rompere il ritmo dell’avversario, oppure imporre il proprio alle partita.
Perché non incominciamo a farlo…?