Le manette, nascoste sotto un giubbetto di pelle, sono scattate a Bologna, la nuova sede di lavoro anche se l’assemblea di Lega per ratificare il contratto dal 1°luglio, non avendo in mano lo stesso per la defezione della persona che aveva proposto l‘assunzione di Minucci per il dopo-Renzi, è stata rinviata a data da destinarsi. Cosa che non l’ha minimamente scosso tanto da continuare a tessere la tela per il nuovo incarico. E’ stata una brutta sorpresa, invece, ritrovarsi l’8 di maggio prelevato da un albergo dove gli venivano riservati inchini e salamelecchi e trasferito a Siena, e per apprendere delle pesanti conclusioni della Guardia di Finanza e della magistratura.
“Le indagini hanno dimostrato come l’associazione a delinquere abbia messo in atto un disegno criminale ben preciso cercando di utilizzare le ingenti sponsorizzazioni ottenute dal Gruppo Monte dei Paschi, si parla di circa 100 milioni in euro in 7 anni, 2006-2013, per una gestione del tutto personale della società Mens Sana, il tutto a danno di una realtà sportiva e di una tradizione che ha reso grande la Città di Siena”
Questi i reati ipotizzati per i cinque maggiori protagonisti. Ferdinando Minucci: associazione a delinquere finalizzata all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e favoreggiamento all’evasione fiscale degli atleti; Olga Finetti, la segretaria storica, per gli stessi reati; Stefano Sammarini e Nicola Lombardini di Esse2 (il primo anche socio unico della Brand Management di Rimini che ha acquistato il marchio) associazione a delinquere finalizzata all’emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti; Iacopo Menghetti, vice-Minucci e attuale general manager, favoreggiamento all’evasione degli atleti.
Nella slide l’Organizzazione Criminale, così presentata dalla GdF, aveva come responsabili del Settore Gestionale-Amministrativo Minucci e Sammarini, il Settore Amministrativo e Contabile comprendeva Olga Finetti, Nicola Lombardini e Alessandro Terenzi. Mentre Jacopo Menghetti e Nicola Lombardini operavano nel Settore Tecnico Sportivo.
Il fiume delle irregolarità si gonfiava sempre più, poteva diventare un Vajont. E di fronte alla reiterazione dei reati e al pericolo di inquinamento delle prove (ad esempio si racconta che la Finetti abbia consegnato all’inquilina del piano di sotto un pacco con 180 mila dollari pregandola di conservarlo), e al volume di prove, documenti, intercettazioni telefoniche, riscontri fiscali incrociati, il Giudice Bellini ha fatto scattare la richiesta di misure cautelari “per i reati di associazione per delinquere con lo scopo di commettere una serie indeterminata di delitti tributari”. E il giudice Ugo Bellini ha disposto anche “sequestri conservativi per 14 milioni, così ripartiti: 9.835.479 per Minucci (si parla anche di tre auto, terreni, immobili e una barca) e la Finetti e 4.045.933 per gli altri membri dell’associazione a delinquere”.
Il meccanismo di frode, che il colonnello Mazza ha chiamato “Carosello” per l’azione rotante, prevedeva “l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti da parte della Mens Sana Basket emesse da società appositamente create e dislocate in differenti realtà territoriali ma fra loro collegate per la stessa finalità (non si è specificato se questo compito avessero anche la Best Solution o Basketballl Generation)”. “Si instaurano rapporti di prestazioni e servizi tra la Mens Sana e la Essedue Promotion per servizi di ricerca e sponsor, servizi di scouting, di progettazione di eventi, di promozione e visibilità, marketing e management.
A sua volta la società riminese stipula – così procede il Carosello – contratti speculari con terze società compiacenti (Columbus Value e Cs2 Srl) col riminese Alberto Galluzzi legale rappresentante di una cartiera. Il 18% rimaneva al Galluzzi per aver procurato il contante, il 7% veniva trattenuto dalla Essedue e il 5% a Ferdinando Minucci, e la restante parte utilizzata per finalità extra bilancio e “completamente offuscata al fisco”.
“Da una stima prudenziale è stato ricostruito che il nero arrivato a Minucci sia almeno di due milioni, oltre allo stipendio corrisposto dalla società (si racconta di 450 mila euro annuali, più del doppio di un manager), gli emolumenti gonfiati e i benefit che arrivavano alla società di famiglia per la gestione pubblicitaria del Palazzetto, ma forse anche per la cessione a spettacoli e gare di altri club”.
Per il pagamento in nero dei giocatori, oltre al compenso dichiarato in Lega, altri emolumenti sotto forma di “diritti di immagine” e/o altre prestazioni certificate da società estere. “Queste –è stato spiegato dalla Gdf – erano appositamente costituite dallo stesso cestista o dal suo procuratore. In alternativa si avvaleva di un’azienda nazionale compiacente e cui il cestista fittiziamente cedeva tali diritti.
Ai pagamenti in nero all’estero provvedeva la Essedue Promotion e la Gdf ha sottolineato che fatturava per prestazioni di atleti che non erano alla sua dipendenza. Sono caduti nella rete 25 nomi, l’evasione è quantificata in 16.000.000 e 17 atleti sono stati denunciati all’autorità giudiziaria per il reato di omessa/infedele dichiarazione fiscale. Il magistrato al quale ho posto il quesito se fra i 25 ci siano altri professionisti, come allenatori o collaboratori, si è detto spiacente di non poter rispondere. E’ probabile qualche grossa sorpresa.
E qui, con questo meccanismo a scopo di arricchimento personale che si depaupera la massa del capitale facendo sparire col nero risorse per gli investimenti e anche l’iscrizione, si arriva fatalmente ad avere l’acqua alla gola e viene architettata l’operazione del marchio “approfittando delle professionalità interne della società e ai rapporti preziosi con la Banca del Monte dei Paschi”. “Nasce così lo stratagemma di far creare a Sammarini un’altra” società veicolo”, ed ecco nascere la Brand Management srl di Sammarini, che ha fatto partire la terza fase dell’inchiesta, quella dell’analisi dei bilanci.