Come Cenerentola al ballo del principe azzurro, come Davide che uccide Golia. Così potrebbe riassumersi “il miracolo sportivo” di cui Bologna è stato il teatro e il Cuore Napoli Basket il protagonista assoluto. Nello sport quasi sempre vince il più forte: chi ha più risorse,  chi può fare le cose in un ambiente non ostile bensì  amico. In quel “quasi” però si piazza questo movimento di rinascita, di voglia di ritornare a ciò che si era un decennio fa. Si piazza questa squadra, dal cuore grande come una casa, giovane ma coraggiosa, inesperta ma sfrontata all’inverosimile che affronta ogni gara a testa alta fregandosene della forza o del blasone avversario.  A questa squadra ci permettiamo di darle una valutazione non abbassandoci  – però – a mere valutazioni numeriche perchè, sarebbe inutile anche solo dirlo, che il 10 pieno lo meritano tutti.

MAGGIO. Se questa coppa ha un nome, un viso stampatovi sopra, questo non può che essere quello del capitano. MVP dei quarti, trascinatore con Valmontone, eroico nella finale che lo manda dritto nella storia del basket cittadino. Le sue lacrime di gioia a fine gara,  hanno lavato via quella sofferenza per la caviglia che lo ha sicuramente condizionato, ma che  non gli ha impedito di andare a prendersi quella gioia scoccata nel momento in cui ha messo  – per ora – il canestro più bello della sua carriera. Chapeau capitano.

NIKOLIC. La coppa Italia di Bologna lo ha consacrato come miglior giovane della competizione. Di questo – però – ne era certo già chi ad agosto lo ha individuato e trasportato di peso alle pendici del Vesuvio. Talento, Tecnica, Tiro: le 3 “T” che individuano un campione che ha solo messo il primo mattoncino di un muro invalicabile. Tanta strada da fare, per uno che lavora sodo per i propri obiettivi ma si sa che chi ben comincia è sempre a metà dell’opera.

VISNJIC Antipatico e provocatore per gli avversari, prezioso e furbo per chi – fortunatamente – lo ha dalla sua parte. Il leone azzurro, con  le sue sole 38 primavere, ha portato a scuola tanti e tanti avversari dal fisico più prestante. Ma dove con il fisico non ci arriva, lui – Njiegos – ci mette l’astuzia. E ne ha tanta da vendere. Per lui è la rivincita di chi, ad inizio anno, diceva “è vecchio”. Vecchio a chi?

BARSANTI  La furbata contro Omegna  -che ha indirizzato Napoli in semifinale – è la dimostrazione della sua imprevedibilità e spavalderia. Va in doppia cifra sia nei quarti che in semifinale e si diletta a mandare a canestro i compagni (tra cui – degno di nota – l’alley oop per Nikolic, 1°nella top 5 della LNP). Il “Barsa” – però – il contributo maggiore lo ha dato soprattutto in difesa specie con Valmontone divenendo l’incubo peggiore per un certo Carrizo. Non uno qualsiasi. Nei suoi occhi traspare il divertimento che gli procura questo gioco ma soprattutto l’affetto che questo toscano barbuto nutre verso i suoi compagni d’avventura. Un lucchese trapiantato, ormai.

MASTROIANNI Ancora vibra la retina per quella tripla mani in faccia contro Omegna che ha letteralmente tolto le castagne dal fuoco in un momento non facile per gli azzurri. Tanto, tanto lavoro sporco specie in difesa contro clienti non sempre facili e dal fisico più possente. Ma lui è cosi: le sfide lo affascinano e si carica a molla anche per una palla persa dagli avversari. Alla vigilia del suo compleanno si fa – per ora – il regalo più bello. Meritato, soprattutto perchè lui viene da dove il sole splende poco ma ieri sera ha illuminato Napoli con la coppa. Bravo Mattia

MUROLO il play è di piccola statura ma di grande  tenacia e scaltrezza. Nella prima partita entra di diritto tra le migliori giocate dei quarti, in finale – poi – si ritrova scaraventato nel match per sostituire Maggio che non fa rimpiangere minimamente. Pochi punti, ma tanta visione di gioco. Nel gruppo è quel furbetto che tutti vogliono accanto per la simpatia che sprigiona. Di primo acchito non sembra però.

MATRONE Benedetto sia chi lo ha scovato e messo a disposizione di Ponticiello. Costruisce un muro ogniqualvolta alza le braccia ma Nando – però – non è solo centimetri: le sue mani educate  lo hanno più volte portato a segno specie con Valmontone la cui freddezza ha spinto Napoli a compiere quel passo in più verso la coppa. Quando in finale anch’egli esce zoppicando, l’imprecazione per la malasorte è automatica ma poi rientra, stoppa Ruggiero ed è tutto come prima. Per lui altezza è tutta bellezza.

MARZAIOLI Peccato non abbia dato tutto ciò che ha nel suo bagagliaio. Chissà, forse la tensione gli ha tirato uno brutto scherzo ma lui è uno che ha l’esperienza per poterne uscire fuori e dimostrare tutto il suo valore. Di certo non si può scaraventare sul set di un film che prevede dialoghi serrati un attore che ha dato appena uno sguardo al copione e pretendere che conosca a memoria tutte le battute.  Resta comunque un elemento su cui la società ha puntato e quindi noi  – ciecamente – puntiamo. FORZA RAGAZZO.

RAPPOCCIO Pochi scampoli di gare ma quando é chiamato in causa rincorre come un forsennato ogni avversario. Ha tanta energia da vendere ma un pò di coraggio da acquistare nel prendersi qualche tiro. Ha margini di crescita che nemmeno si misurano.

RONCONI Lui qualche tiro – specie in finale – se lo è preso e purtroppo il ferro gli ha negato la gioia di mettere per bene una firma sulla gara. Ma la coppa è soprattutto sua, dei cosidetti “giovani” come lui, Bruno, Erra, Perrella, Malfettone che magari non vengono chiamati sempre in causa ma sono pronti a dire ” ci sono” quando occorre.  Ci mettono tanto impegno perchè credono in questo gruppo di cui fanno parte tanto da generare  invidia alle altre squadre che li hanno magari solo intravisti cenare insieme.

PONTICIELLO & STAFF C’è un momento in cui la discussione assume minore importanza dinanzi a numeri che sono quasi scientifici. Primo in classifica, campione in coppa. C’è da valutare la grandezza,  la continuità di questa creatura guidata con mani sapienti da coach Ciccio e da uno società che adesso gode ripensando ai frettolosi giudizi subìti in estate. Questa squadra è forte, fortissima e la notizia più bella è che lo diventa ogni giorno di più grazie al lavoro del suo tecnico ed allo sviluppo di questi meravigliosi fiori piantati in un terreno fertile. Campania Felix.

Per chi ancora non riesce a smettere di pensare a ciò che è appena accaduto e vuole  rivivere le emozioni di Bologna, questi i link delle cronache dei match.  Quarto.    Semifinale.  Finale