Prima di passare all’analisi si Cavs-Raptors, non possiamo non parlare dell’affaire-Green.
E’ palese che se tutte le regole, non solo nella NBA, valessero per tutte le persone, il mondo sarebbe migliore. Dray-G andava sospeso. E, per i neofiti della NBA, diciamo che, semplicemente, NON esiste la questione della intenzionalità o meno del calcio alle parti basse tirato da Dray-G a Steve Adams. Non esiste perchè, per eliminare qualsiasi stucchevole tiritera su “l’ha fatto apposta”, la regola NBA non enfatizza la volontarietà, anzi: comprende la chiara intenzionalità solo come ipotetica aggravante. La base della norma prevede la sospensione quando un giocatore si renda protagonista di intervento/azione che non abbia nulla a che fare con la dinamica dei gesti del basket e in particolare dell’azione in quel momento in corso. Un calcio…lì..non ha evidentemente nulla a che fare col basket, e il tentativo di Green di mascherarlo da continuazione del movimento di tiro dopo il contatto con Adams doveva portare la sospensione da una a due partite. Stop. La regola, dunque, sarebbe pensata bene, per eliminare qualsiasi questione oziosa. E basterebbe applicarla. Ma le regole non valgono per tutti o in ogni situazione, se così non fosse non avrebbero chiamato fallosa una clamorosa stoppata a due mani di Biyombo su James stanotte.
AIR CANADA CENTER, TORONTO. CLEVELAND CAVS 99 – TORONTO RAPTORS 105
Perdòno!!! E’ la prima cosa da chiedere ai Toronto Raptors per aver tanto dubitato di loro. Li avevo dati per spacciati dopo due gare, perse a Cleveland in modo talmente netto da far dubitare si trattasse di Eastern Conference Finals. Tutto quel che era andato a meraviglia in casa, è andato storto in trasferta ai Cavs, nonostante qualche regaluccio arbitrale, alla resa dei conti poco efficace. Si è anche fatto male Love, ma le parole di coach Lue, secondo cui Channing Frye per meriti propri ha giocato nel quarto periodo senza ricevere cambio dal Californiano, possono lasciar intendere che l’infortunio al ginocchio di Love (in sè fantozziano: lieve distorsione per essere inciampato nel piede di un arbitro) non sia grave. Stanotte Lowry+DeRozan hanno giocato al loro meglio nello stesso momento, e in particolare il Subcomandante ha recitato con furia e scioltezza per 44′ mettendo a segno 35pti con 20 tiri e il 70% di realizzazione. Il suo compare, il profeta del vecchio stile, ha messo a referto 32 come quando non esisteva la riga da 3, commuovendo chi, come me, è nato al basket quando ancora in Italia l’amato-odiato semicerchio non esisteva. Cleveland è andata sotto pesantemente nel secondo quarto, strozzata dalla difesa di Toronto più che dalla pochezza del proprio attaco (comunque, per la seconda volta consecutiva i Cavs son stati tenuti a -100 e han perso): nel frangente in questione Lowry e Ross (con la sua unica Bomba) insieme a Patterson colpivano da 3, e dove non arrivavano loro arrivava DeRozan da 2, mentre i Cavs si trovavano impiccati a ciò che i dinosauri concedevano, ossia dei long-two. Per 3 volte di seguito LBJ centrava la retina, un’altra volta ci pensava Kyrie, ma alla lunga distanza i tiri da 2 “profondi” sono una scommessa percentualmente quasi impossibile da vincere, e infatti bastavano 2 errori e una forzatura di James da 3 per far finire Cleveland sotto di 13 e poi 16. Verso la fine della prima metà c’era la sopra ricordata stoppatona di Biyombo: chiamata fallosa, il pubblico dell’Arena di Toronto reagiva come davvero quasi mai capita di vedere in un campo NBA, accompagnando i due liberi di James con il coro ritmato “Buuuuuull-shit….Buuuuuuull-shit!!!”. A differenza di molti altri luoghi sede di franchigia NBA a Toronto il calcio lo hanno, e non mi dilungo oltre. La reazione dei Cavs arrivava in due momenti distinti: inizio del terzo periodo e inizio del quarto. Prima con un parziale di 16-2 Clevaland si portava in testa con un lay-up di LBJ, poi, dopo che questo rush era stato contenuto dai Raptors, ne provavano un altro in coincidenza della presenza in campo di un quintetto obbligato dall’infortunio di Love, ma poi – ipse dixit – mantenuto con convinzione da Lue: Dellavedova (poi Irving)-Smith-Jefferson-James-Frye. La superiorità fisica dei Cavs portava per 4 volte quasi consecutive il vecchio Richard Jefferson (8pti con 4/4) ad agire contro il piccolo Joseph ed era sempre canestro; Frye (12pti, 4/8 da 3) pungeva oltre l’arco e LeBron (29-9-6) faceva il suo, portando i Cavs sopra di 4. La reazione era guidata da Lowry (emozionalemnete e tecnicamente), DeRozan (tecnicamente e con due difese che da lui non sempre ci si attendono) e Biyombo (emozionalmente e fisicamente: appena capiva che Frye a rimbalzo contro di lui non poteva nulla, è passata ogni paura alle mani dei tiratori di Toronto), e nessun Cavaliere riusciva a spingere la propria squadra oltre il cuscinetto di 3-6 punti che Toronto ha saputo guadagnarsi dal minuto 8 del quarto periodo in poi.
Si torna a Cleveland, senza che nessuna squadra abbia dato vita ad imprese corsare. Tre osservazioni di contorno a questa analisi. I Raptors avevano gli scontri diretti favorevoli vs i Cavs in regular season. Ora hanno trovato Biyombo, e Valanciunas è tornato in panchina. Ogni minuto, anche quelli peggiori di Gara1+2, per i Raptors sono l’apice, continuamente rinnovato, della loro storia, essendo per la prima volta arrivati al livello di Finale di Conference. Lowry ha avuto sprazzi di estasi, come stanotte, ma ha perlopiù giocato dei PO insufficienti: son certo che i Cavs sperano non abbia già sparato tutte le cartucce fallate, e che non sia vero che gli restano da ora in poi solo quelle pregiate. Insomma, tutto questo per scusarci ancora e per dire quanto ciechi siamo stati nel pronosticare i dinosauri finiti.