L’infrasettimanale che ospita la 20^giornata della LNP Gold è aperta da due sfide d’alta classifica
con la Trento di coach Buscaglia che andava a far visita ad una Tezenis con ancora qualche ferita del match perso domenica a Torino, mentre scorrendo la penisola, ad infuocare la serata del mercoledì di anticipi era il derby del PalaFantozzi tra Capo D’Orlando e Barcellona Pozzo di Gotto. In un campionato molto equilibrato è il fattore campo, anche in questa circostanza a fare la differenza e quindi se dalla squadra di Pozzecco ci si aspettava una gran mole di “attributi” dopo l’ampio e riccamente documentato postpartita di Ferentino, la vittoria di Verona è la conferma della mancanza di una vera forza portante in testa al campionato.
La gara tra Tezenis Verona e Aquila Basket Trento ha avuto un solo padrone, che senza troppi fronzoli, l’ha dominata dall’inizio alla fine. Fatta eccezione solo per l’ultimo minuto di primo quarto quando una bomba di Forray regalava ai trentini il vantaggio al primo stop and go, sul 21-24, la sfida era in totale controllo dei gialloblù, che trascinati dalle triple uscite dalla panchina di Reati e Grande, e poi dalla gran verve di Smith e Da Ros, precisi anche a colpire dalla lunetta, imponevano un ritmo. Creato un primo solco intorno alla doppia cifra, i veronesi gestivano il vantaggio con grande tranquillità nella ripresa, con Taylor buon mattatore (22 punti con 6 rimbalzi e 4 assist), Smith ottimo in regia (6 assist) e Callahan a fare il bello e il cattivo tempo in vernice (17 + 9 rimbalzi). A chiudere il cerchio la truppa italiana, con Da Ros che mette a referto 15 punti con 6/9 dal campo uscendo dalla panchina, sempre a disposizione di coach Ramagli, mentre Boscagin con la sua esperienza rintuzza nel momento del bisogno i qualsiasi tentativi di risalire la china degli avversari. A sorprendere è la mole di gioco prodotta dalla Tezenis, con ben 22 assist a referto, con 50% da 3 e 60% da 2 per una serata da ricordare. Il roster di coach Buscaglia che non riesce mai a rientrare nella ripresa sotto la doppia cifra di svantaggio paga qualche palla persa di troppo ma anche e soprattutto una percentuale dal campo discontinua, ben intaccata dalla difesa scaligera. Non basta il solito Forray “shake and bake” che si ferma stasera a quota 20 punti. Penalizzati dai falli, specie sugli esterni, la panchina trentina non riesce a portare quella dose di punti e cattiveria che in trasferta servono per mettere in faretra i 2 punti. Senza acuti le gare di Triche ed Elder, che pagano i dividendi in difesa, mentre risponde presento il giovane Pascolo, che offre una prestazione di sostanza con 14 punti e 7 rimbalzi, ma anche tanto lavoro in retroguardia. Il finale recita Verona 96-80 Trento, con i trentini che vengono agganciati in vetta da Capo D’Orlando, che fa suo il derby.
Dopo qualche giorno di transizione in cui le “chiacchiere da bar” e gli “off courts” l’anno fatta da padrone, per i “paladini” di coach Pozzecco non poteva esserci sfida più ardua che il sentitissimo derby di Trinacria contro la formazione molto quadra di Barcellona che in panchina ha una vecchia volpe come Calvani. Il clima caldo e sentito sono la cornice giusta per una gara che, al di là 74-62 finale, è stata assai equilibrata. Non basta ai giallorossi targati Sigma la gran difesa e la dedizione, anche e soprattutto perchè Ganeto a parte (9 punti per lui), dalla panchina non esce molto altro. Coach Pozzecco, invece, nonostante anche l’assenza di Basile, seppur trovi poco, riesce a gestire meglio la rotazione dei suoi, trovando poi nel momento topico la solita energia da Tommy Laquintana, che riesce a ben incunearsi nei momenti chiave della gara. Barcellona, contando su almeno un elemento in più in rotazione, tende fin dall’inizio ad alzare i ritmi, ma Mays non ci sta e piazza un 5-0 che sembra indirizzare la gara. La macchina perfetta del Poz sembra però fermarsi lì, perchè arrivano le triple in sequenza di Filloy, Collins e Maresca che scrivono uno 0-11 che costringe al timeout e che sa di autentico schiaffo al viso. La gara vive di triple, i ritmi sono vertiginosi, e Mays e Archie hanno la mano calda per tenere tutto i biancoazzurri a galla, ma quando un’altro 9-0 sempre dai 6,75 firmato Ganeto e Collins porta al +7 gli ospiti, qualcosa si smuove davvero in casa Orlandina, con ancora la premiata ditta made in USA che permette al gap di diminuire. Barcellona ha il difetto di non accelerare in questa fase, chiudendo solo sul 20-24 alla prima sirena grazie al positivo Ganeto. Le triple di Laquintana e Portannese rivoltano la partita come un calzino, portando stavolta l’Upea a +7, ma a rispondere stavolta è il duo a stelle e strisce Collins-Young, che conduce per mano Barcellona fino al 35-37 di metà gara. Nel terzo quarto una difesa paurosa ordita da coach Calvani cambia faccia ai suoi, che oscurano letteralmente la via del canestro agli avversari. Capo d’Orlando mette a referto solo 9 punti, che fatta eccezione per una bomba di Soragna, sono quasi tutti dalla lunetta, mentre Maresca e Collins, nonchè un Young attivo sia in fase realizzativa che a rimbalzo, creano un +8 che sembra rassicurante al 30′ (44-52). Quando nel quarto periodo a 7’35” la tripla di Collins e la schiacciata di Young scrivono sul tabellone il 44-58, tutti pensano che siano già passati i titoli di coda, ma il Poz carica i suoi a mille in quel timeout e la squadra ne esce rivitalizzata. Mays la prende per mano con triple e falli subiti, Archie va di schiacciata, Nicevic, dopo una serie di rimbalzi offensivi firma il pari per un 14-0 di pura trans agonistica, che solo Maresca riesce a spezzare. Un fuoco di paglia però, perchè prima la schiacciata ancora dell’italiano di Pola e poi il furto con scasso e bimane di Archie fanno esplodere il PalaFantozzi, che poi inizia già a festeggiare quando le triple di Mays e ancora di Archie trovano il bersaglio grosso. Il finale è pesante per Calvani, alla sua prima sconfitta sulla panca giallorossa, con un 74-62 griffato dalla schiacciata finale di Portannese. Aspettando Torino, che giocherà domani, l’Upea si riaggancia al gruppo delle prime, grazie alla serata di fuoco di Mays (26 punti con 8 assist), ad Archie molto utile alla causa che chiude in doppia doppia (18+10 rimbalzi) e alla gran mole di gioco costruita. Per la Sigma, condizionata nel finale dai tanti falli accumulati da Collins e Filloy non bastano i 3 ragazzi in doppia cifra.