Il n.1 della Vanoli Basket Cremona ha affidato ad una lettera aperta, pubblicata sul sito e sulle pagine social del sodalizio biancoblu, l’appello a nuovi partner e investitori. L’ambiente cestistico cremonese (e non solo) è in fermento, dopo l’uscita pubblica del presidente Aldo Vanoli, nel tardo pomeriggio di ieri. Il deus ex machina del sodalizio lombardo, che da 11 anni calca il massimo palcoscenico del basket italico, non ha fatto tanti giri di parole, com’è nel suo stile: “La pandemia ha colpito duramente, specialmente nel nostro territorio, e non abbiamo l’esatta misura dello scenario economico che ci si prospetta” – ha affermato Vanoli – “Alcuni partner ci hanno già informato che non potranno essere al nostro fianco nella prossima annata sportiva”.
Il Presidente aggiunge poi: “Il nostro budget in questo momento si è nettamente ridimensionato e non è minimamente sufficiente per ipotizzare il proseguimento dell’attività sportiva e poter garantire come in passato il rispetto degli impegni assunti, che ci ha sempre contraddistinto e che il mondo del basket ci continua a riconoscere”. Come dire: di brutte figure non ne abbiamo mai fatte e non cominceremo certo adesso, a causa del Covid-19.
Che ne è del progetto già annunciato di allestire una formazione che dia più spazio a giocatori italiani, desiderosi di emergere? E’ presto detto: “Negli ultimi mesi abbiamo gettato le basi per costruire una squadra per la maggior parte italiana, connotata da un forte senso di appartenenza e sensibilità alla situazione attuale (…). Un progetto stimolante, ambizioso, programmato e pianificato, ma al momento in stand-by a causa di questa grave situazione sanitaria ed economica”.
Dunque, è la fine di un’era, quella della #VanoliFamily che ha attirato su di sé tanta simpatia e un po’ di sana invidia lungo lo stivale? No: “Voglio provare a non privare il territorio, il bacino delle aziende che lo rappresentano e le migliaia di giovani del movimento cestistico, dello spettacolo della Pallacanestro nella sua massima espressione, che mi auguro possa continuare a regalare grandi emozioni”. Non basket, ma “Pallacanestro”: un termine usato più volte nella lettera, per di più con l’iniziale scritta in maiuscolo. Potrebbe sembrare un caso, invece – a nostro avviso – serve a rimarcare la “virata autarchica” della società di Piazzale Zelioli-Lanzini. Uno dei pochi progetti davvero innovativi per il rilancio della palla a spicchi in Italia, da parte di una società di #LBA.
Quali, dunque, le soluzioni possibili perché la Vanoli Cremona esca da questa impasse? “Faccio appello a chi voglia investire nel mondo dello sport e della Pallacanestro, portando avanti i valori che hanno da sempre contraddistinto la nostra realtà. Mi auguro di trovare nuovi imprenditori disposti ad affiancarmi, a sostenermi, ad entrare in Società con noi oppure anche a proseguire nel progetto sportivo e imprenditoriale che abbiamo costruito con dedizione, sacrificio, impegno e trasparenza, per garantire un futuro all’attività della Società che appartiene a tutto il territorio”. Come dire: servono forze economiche fresche, nuovi partner, disposti ad entrare anche nella compagine societaria, non solo a sponsorizzare. In ultima battuta, Aldo Vanoli potrebbe anche valutare la cessione della Società stessa, purché a soggetti in linea con i valori cui si sono da sempre ispirati lui ed i suoi soci: rispetto degli accordi, correttezza, sostenibilità finanziaria, un occhio di riguardo per i giovani e per il territorio. Scenari ad ampio spettro che, se ora appaiono come un’unica, grande incognita sul futuro biancoblu, potrebbero risultare forieri di grandi opportunità per rilanciare uno dei territori più fortemente colpiti dalla pandemia in corso. Se lo augurano tutti i tifosi biancoblù, a partire dal primo di essi, Aldo Vanoli, per l’appunto.