Prima parte del Recap di tutte le trades della NBA dopo la scadenza della dead-line principale.

Partiamo dalla coda, dall’ultimo, frenetico giorno.
Sessions dai Kings agli Wizards per Andre Miller. Washington forse migliora la figura del cambio di Wall, Sacramento acquisisce un contratto in scadenza con una mossa fruttuosa in termini di Salary Cap, e abbastanza indolore sul campo.

Javale McGee da Denver ai 76ers insieme ad una prima scelta (protetta 1-18). Mossa da leggersi in chiave di alleggerimento del tetto salariale per Denver, un po’ misteriosa per Philadelphia (che ha fatto altre cose strane).

Afflalo e Gee da Denver a Portland in cambio di Barton, Claver, Thomas Robinson e una prima scelta (protetta 1-14). Ovviamente la figura centrale è Afflalo. Denver è in ricostruzione e smobilita, Portland aumenta a dismisura la potenza della panchina e tutela il quintetto stante la non brillante stagione di Batum.

Kevin Garnett rinuncia alla sua clausola No-Trade e ritorna a Minnesota. KG è ritenuto essere un possibile acquirente, in futuro, della franchigia in cui ha speso gran parte della sua fantastica carriera. Ai Nets va Thad Young. Trade “politica”, che inquadra le intenzioni di Garnett per il suo futuro post agonistico. Sul campo i Nets non ci perdono.

Brendan Knight e Kendall Marshall a Phoenix; Michael Carter-Williams, Tyler Ennis e Miles Plumlee a Milwaukee; a Philadelphia una prima scelta (protetta) dai Lakers. Philadelphia ha svuotato il suo back-court, come vedremo anche più avanti. Insondabili, a nostro parere, le menti del front-office dei 76ers. Evidentemente non credevano fino in fondo nel Rookie of the Year 2014, oppure c’erano problemi di spogliatoio o tra dirigenza e giocatore. La contropartita è davvero minima. Phoenix acquisisce un gran giocatore, uno che ha fatto il 13’ all’ASG. Milwaukee potenzialmente non migliora molto, ma nemmeno peggiora, e si dota di un centro al posto dell’ingestibile, ormai, Larry Sanders.

Goran e Zoran Dragic a Miami; Norris Cole, Justin Hamilton, Shawne Williams a New Orleans; Granger, Salmons e 2 prime scelte a Phoenix. Come detto da un noto commentatore USA, Miami aveva un cratere in pg, e lo ha riempito. New Orleans forse non farà i playoffs e nel complesso la trade non sposta di molto il livello attuale della squadra, sempre che Cole non rinasca. Phoenix si libera di un problema contrattuale estivo (Goran) e prende due veterani in scadenza, oltre ad aumentare il numero di prime scelte a disposizione nei prossimi anni (11 first round picks nei prossimi 4 anni).

Reggie Jackson a Detroit; DJ Augustine, Kanter, Novak e Singler a OKC che ridisegna completamente la panchina; Kendrick Perkins, Jerrett, una prima scelta (protetta) e una seconda scelta di OKC ai Jazz. OKC non voleva dare a Reggie i soldi che aveva annunciato di voler chiedere, ed ora il problema estivo sarà di Detroit. La contropartita lasciata partire dai Pistons non è di quelle che si faranno rimpiangere anche nel caso Jackson non rifirmi con Detroit. I Jazz ci perdono sul campo, ma liberano spazio salariale ed eliminano un equivoco dal loro roster (tra Favors, Gobert e Kanter uno era chiaramente di troppo).

Prigioni da NY a Houston in cambio di Shved e due seconde scelte. Terza squadra in stagione per il Russo.

KJ Mc Daniels a Houston, Isaiah Canaan e una seconda scelta a Philadelphia. In termini di talento puro, anche in questa trade Philadelphia risulta perdente, ma forse Canaan potra dare un po’ di playmaking.

Prince a Detroit, Jerebko e Datome a Boston. Uno dei più grandi degli ultimi 20 anni torna a casa, e a Boston arrivano due tiratori. Gioia infinita per le rinnovate chances di Gigi!

Isaiah Thomas a Boston, Marcus Thornton e una prima scelta (proveniente da Cleveland) 2016 a Phoenix. Altro bel botto. Thomas è giocatore particolare, pg estremamente votata al segnare. Aggiunge tiro e sfrontatezza offensiva in quintetto ai Celtics. Non garantito resti molto in Massachussetts, anzi.

L’ala/centro francese in forza al Partizan Belgrado, Geoffrey Lauvergne a Denver. In NBA forse deve limitarsi a fare il 4, ma è un giocatore molto dinamico, un agonista.

Data la sconfitta di Dallas registrata stanotte, aggiungiamo una trade di ieri di cui si è molto parlato ma che secondo noi non aggiunge molto ai Mavs: l’arrivo in Texas di Amar’e Stoudemire. Certamente Dallas aveva un buco in panchina alla voce lunghi, ma il neo arrivato è un giocatore in finire di carriera, ancora efficace ma limitato e con una tendenza ad infortunarsi decisamente preoccupante.