Si chiude con una sconfitta, la terza in fila, il girone di andata della neopromossa Virtus Roma, che sarà l’ultima formazione di Serie A ad osservare il turno di riposo prima del giro di boa. I capitolini sono caduti sul campo di Reggio Emilia, fortino dove la squadra emiliana sta provando a costruirsi una tranquilla salvezza, obiettivo ampiamente alla portata della band di coach Buscaglia. La sfida del PalaBigi ha visto i locali aggredire fin dalle prime battute gli ospiti, mai in vantaggio nell’arco dei quaranta minuti. La ferocia mostrata da Upshaw e compagni ha sorpreso una Virtus probabilmente provata dalle fatiche del boxing day in Laguna, poco lucida nell’approcciare ad un match che, di fatto, ha azzerato le già flebili speranze giallorosse di qualificarsi alla final eight di coppa Italia, traguardo che la Reggiana proverà invece a tagliare nel derby di Bologna contro la Fortitudo, nel posticipo del primo impegno targato 2020.

LA GARA Pronti via e dopo appena 120 secondi i biancorossi schizzavano sul 9-1, con l’unico misero tassello romano frutto di un 1/2 di Jefferson dalla lunetta; Upshaw e Johnson-Odom garantivano ai locali atletismo e ritmo, la Virtus si accoppiava male in difesa ed il duello Kyzlink-Mekel sorrideva nettamente all’esterno israeliano. Sul -16 Roma abbozzava una reazione con i suoi lunghi e Buford, unico esterno ad andare a bersaglio con una certa continuità. Nel secondo parziale Reggio volava, letteralmente trascinata da Upshaw, ed il vantaggio emiliano toccava anche i 19 punti prima che un appoggio di Pini portasse le squadre negli spogliatoi sul 58-41 per i padroni di casa. Nella ripresa scossa capitolina ispirata da Alibegovic e concretizzata da Kyzlink con Reggio in stato confusionale, salvata dalle iniziative di Candi e Owens e con Poeta fortunato a colpire dall’arco di tabella, nell’unico slancio di 6 insufficienti minuti. Con Buford incredibilmente uscito dalla contesa e Dyson preda delle solite amnesie di queste ultime settimane, era Baldasso a prendersi le responsabilità offensive e la Virtus tornava a -4 con 6 minuti da giocare. Le mani dei biancorossi però non tremavano più e le prodezze del trio Upshaw, Mekel, Johnson-Odom scavavano un nuovo solco che Roma non era più in grado di colmare. 

MAGIC MOMENT A metà dell’ultimo periodo la Virtus sembrava poter sfruttare l’inerzia favorevole e ribaltare una gara che in molti davano per chiusa dopo i primi 20 minuti; dopo il 2/2 dalla lunetta di un positivo Baldasso e una rubata di Dyson con facile contropiede per il 78-74, coach Buscaglia chiariva le idee ai suoi ragazzi, che rispondevano accelerando prepotentemente e risalendo a +10 nel giro di appena un paio di minuti. 

MAN OF THE MATCH Reggie Upshaw ha spaccato la contesa nel primo tempo, tornando prezioso con 7 punti consecutivi in un finale di partita clamorosamente in bilico; l’ala di Chattanooga, che ne ha messi 19 aggiungendo 9 rimbalzi, si è rivelata molto più di una spina nel fianco per i lunghi di Piero Bucchi.

NUMBERS Impossibile non cominciare dalle deficitarie percentuali dall’arco dei giallorossi, autori di un pessimo 2/12 nel primo tempo, score poi migliorato grazie al 5/11 realizzato nella ripresa; la sfida sotto canestro si è chiusa in parità (41 rimbalzi per parte) mentre spiccano i 7 assist di Johnson-Odom da una parte (6 per il discontinuo Dyson) e il percorso netto di Mekel in lunetta (11/11), freddezza che, unita ai 5 assist, smorza l’impatto delle 6 palle perse dall’ex regista del Maccabi Tel Aviv.