Che entrambe le squadre avessero problemi, seppur di diversa natura, era cosa ben nota alla vigilia, che questo potesse inficiare sullo spettacolo era un timore più che fondato, rivelatosi poi esatto. Roma e Venezia hanno dato vita ad una partita per palati assai poco raffinati, errori ed orrori a ripetizione che avrebbero indotto gli spettatori a regalare ai protagonisti una sonora bordata di fischi, se non fossimo in piena Pandemia e con gli spalti ovviamente deserti.

Coach De Raffaele, seppur costretto a fare i conti con una formazione rimaneggiata, ha potuto contare sulla profondità del suo roster per affrontare al meglio un impegno che, sulla carta, avrebbe potuto nascondere delle insidie, come ha imparato Brescia a proprie spese la settimana scorsa. E invece Roma, al termine di un’altra settimana travagliata conclusasi con soli due allenamenti collettivi, l’ha affrontata senza quella necessaria cattiveria che avrebbe richiesto l’impegno. Non capita tutti i giorni di trovarsi davanti una big con alcune defezioni importanti e invece, soprattutto nel parco americani, la squadra di Bucchi ha lasciato molto a desiderare, tornando ai livelli di rendimento ammirati con Pesaro.

Veneti da subito padroni della gara grazie al giusto approccio ed una buona dose di concentrazione da parte di tutti; Fotu, dimenticando i problemi alla caviglia, dava lezioni a chiunque vicino al ferro e la Reyer andava in fuga sul tramonto del primo quarto, con Bramos, Tonut e Chappell ad infilare i canestri per il +13 pochi istanti prima che Hadzic, fermato da un ingenuo fallo di Casarin sul tiro da metà campo, chiudesse il primo quarto con uno squallido 0/3 in lunetta, la nota dolente dei romani che poi chiuderanno la gara con un imbarazzante 16/31!

Priva di Robinson, la Virtus ha tentato comunque di restare in corsa grazie ai canestri di Campogrande, altra buona prestazione per lui, e con la regia di Baldasso, alla prima tripla doppia della carriera, 16 punti, 10 rimbalzi e 10 assist, seppur macchiata da ben 8 palle perse, il 40% di quelle complessivamente gettate al vento dai capitolini. Beane ha provato a dargli una mano ma il 26enne esterno americano non è un playmaker e lo si è visto chiaramente. 

Venezia non è stata esente da errori e avrebbe anche prestato il fianco ad una rimonta quando ha tirato il fiato nei minuti finali del terzo parziale ma questa Virtus, come ha dichiarato coach Bucchi nel dopo gara, non poteva fare molto di più.

Il futuro dei romani sembra comunque prossimo ad una svolta, nella settimana entrante si concretizzerà il passaggio di proprietà ad un facoltoso gruppo statunitense con l’Ingegner Toti che dovrebbe affiancarli restando in società con una quota di minoranza.