Con il cuore in gola per quasi 30 minuti ma a braccia alzate sul traguardo finale. Dopo un’autentica battaglia contro un’avversaria combattiva ben oltre le aspettative della vigilia, la Virtus Roma passa al PalaBorsani con il punteggio di 88-83 e può brindare al ventesimo successo stagionale, quello più importante perché si traduce nel ritorno in serie A dopo 4 anni di purgatorio.

Legnano ha venduto cara la pelle giocando una partita di altissimo livello se si pensa che coach Mazzetti ha potuto ruotare soltanto 6 uomini; sicuramente è stato un test probante in vista dei playout in cui i lombardi saranno impegnati (1°turno contro Cento) a partire dal prossimo weekend.

E’ stata la vittoria di un grande gruppo, come sottolineato subito dopo la sirena finale da un festante Piero Bucchi, alla quarta promozione in A dopo i successi conseguiti sulle panchine di Rimini, Napoli e Brindisi: “Sono tornato a Roma con la squadra sul baratro, ad un passo dalla retrocessione in serie B e trovarsi oggi, dopo 13 mesi, a festeggiare la promozione in A è una gioia immensa. Sono contento per la società, per il Presidente, per i tifosi e per questi ragazzi, un gruppo granitico che ha lavorato duro per arrivare fin qui”.


LA GARA Coach Bucchi lasciava ancora una volta Saccaggi in tribuna, puntando sulle qualità difensive di Prandin, a cui affidava l’estro bizzarro di Raffa. Coach Mazzetti, già privo di Laganà e Thomas, doveva fare a meno anche di Bozzetto, a referto solo per onor di firma. Con tutta la pressione addosso, Roma iniziava la partita con un confortante 0-6 firmato da Landi, Sims e Sandri. Legnano però non impiegava molto a carburare, rialzava velocemente la testa e grazie ad una tripla di Serpilli metteva il naso avanti poco dopo la metà del primo quarto.

Il piano partita dei lombardi era fin troppo chiaro e scontato, tanti minuti di difesa a zona per proteggersi il più possibile dai problemi di falli e occupazione massiccia dell’area per limitare la batteria di lunghi avversaria; la Virtus era letteralmente invitata a tirare da fuori ma, pur costruendo molti tiri aperti, i cecchini giallorossi dimostravano di avere le polveri bagnate ed il 5/18 dall’arco fatto registrare a metà gara era la fotografia più nitida di un’arma che non ne voleva sapere di sbloccarsi. Complice il terzo fallo di Prandin dopo appena 16’, Raffa trovava sempre più spazio in attacco ed il suo score viaggiava veloce come un tassametro (19 punti all’intervallo con 5 assist e 6 falli subiti); per Legnano era incredibilmente semplice battere la pigra difesa capitolina e, nonostante le rotazioni cortissime, i Knights andavano al riposo sul 42 pari. Le notizie provenienti da Capo d’Orlando, con i padroni di casa avanti di 15 punti su Trapani, non lasciavano alternative a Roma.

In avvio di terzo quarto i giallorossi dimostravano di aver recepito il pericolo della beffa e tentavano di accelerare muovendo di più la palla e cercando maggiormente i lunghi vicino al ferro. Ben presto la gara si trasformava in un Raffa contro tutti vista la grande ispirazione che muoveva l’ex playmaker giallorosso; le sue scorribande in attacco gli fruttavano una valanga di viaggi in lunetta (chiuderà con 16/22 ed un totale di 30 punti, 7 assist e ben 14 falli subiti) con cui Legnano restava aggrappata con le unghie ad un’avversaria che scalpitava per scappare via.

Ma la fuga era solo questione di attimi e si materializzava grazie alla lucidità di Moore, tenuto a riposo nel primo tempo e quindi più fresco nel momento chiave del match, e alle mani educatissime di Amar Alibegovic, grande protagonista a cavallo degli ultimi due quarti con 14 punti e soprattutto un paio di triple utilissime per scavare il solco decisivo (59-74) ad 8 minuti dalla fine. Legnano aveva ancora un goccio di benzina e cavalcava i guizzi degli irriducibili Ferri, Bortolani e Serpilli per riportarsi sull’81-86 mentre arrivava la notizia della larga vittoria (la decima consecutiva) di Capo d’Orlando su Trapani. Era però troppo tardi per ribaltare il destino e Roma amministrava con saggezza il vantaggio fino alla liberatoria sirena conclusiva.

Che la festa abbia inizio, la Capitale è tornata nella massima serie a braccetto con la Fortitudo Bologna, due realtà che per storia e bacino d’utenza non possono stare lontano dal palcoscenico principale della nostra pallacanestro e che nelle prossime due domeniche (andata il 28/4 a Roma, ritorno il 5/5 a Bologna) si contenderanno il titolo di “Campione d’Italia A2-FIP”.

Axpo Legnano – Virtus Roma 83-88 (22-20, 42-42, 56-66)

Axpo Legnano: Raffa 30, Bortolani 16, Serpilli 12, Ferri 11, Bianchi 9, Corti 5, Biraghi,  Berra, Bozzetto ne, Coraini ne, Ballarin ne. All. Mazzetti

Virtus Roma: Sims 18, Alibegovic 16, Landi 14, Santiangeli 9, Moore 8, Sandri 7, Baldasso 6, Prandin 5, Chessa 5, Lucarelli ne. All. Bucchi

Arbitri: Di Toro, Yang Yao e Ferretti

Note: Tiri liberi: Legnano 24/39, Roma 9/17. Percentuali di tiro: Legnano 23/50 (13/27 da 3 punti), Roma 34/71 (11/32 da 3 punti). Rimbalzi: Legnano 30 (Rd 26 Ro 4) Roma 40 (Rd 30 Ro 10). Usciti per 5 falli: Chessa, Alibegovic, Raffa, Corti.