Il w-end NBA ha detto cose importanti circa la profondità del roster dei Cleveland Cavs: la W contro gli Hawks è arrivata senza Mozgov e Mo Williams, quello che nel basket di una volta veniva chiamato “l’asse play-pivot”.

Hanno sopperito Matty Dellavedova e TTT, che si è preso una nottata da 40 minuti e 16 rimbalzi, Il coaching alla europea di David Blatt si è ben notato anche stanotte, con la mossa di non promuovere in quintetto il centro brasiliano Varejao, ma di tenerlo al suo ruolo consueto di back-up da 20-24 minuti e di partire con qualcun altro, più abituato allo starting-5. Significative anche le W di Washington su Detroit (che tuttavia ha avuto la palla della vittoria con Gemello Marcus, che ha tirato un piccione inguardabile dalle parti del ferro) e di SA vs i Grizzlies, sconfitti ma in un modo che rende il ko contro gli Spurs più confortante delle ultime due gare vinte. Anche perché una delle due vinte da Memphis era vs i Rockets del nuovo coach Bickerstaff. Appunto, i Rockets. Dopo la prima reazione positiva, ne han perse 2, l’ultima delle quali sabato vs New York. Nottata interessante al Toyota Center. Nell’ambito di una stagione di soli numeri e nessuna reale sostanza, in un momento difficile epr la propria squadra, DH si mette e riposo e non gioca per problemi alla schiena. I “problemi alla schiena” sono l’equivalente della emicrania per gli impiegati: difficile da sconfessare, ti garantiscono un riposante day-off. L’assenza dell’ex Magic e Lakers è stata compensata dalla grande partita di due ventenni; il Lettone Magico, Porzingis (24+14 e 7 stoppate, rendendo ininfluente la brutta serata di Melo) e la Grande Novità Svizzera, Capela (16+14, e tanti problemi di falli: uscito a più di 6 minuti dalla fine). Nella gara da segnalare la difesa di Afflalo (anche 4/7 da 3) su Harden (8/20 totale ma lo stesso 24-7-10 con 3 rec e 2 stoppate..) e il primo tiro libero sbagliato in stagione de Robin Lopez.
Passando a Domenica, imbarazzante sconfitta dei Celtics contro i Nets, imbarazzante nonostante l’assenza fino ai primi di Dicembre di Marcus Smart: hanno fatto sembrare JJ come fosse il miglior Doug Christie e il nostro Mago come fosse il sapido Nowitzky di questa fine carriera. W anche per i Pelicans e Golden State, che procede a 15 W senza nessuna Grande L. OKC ha vinto una gara serratissima vs i Mavs, giocando per l’ultima volta (si spera) senza KD, tornato stanotte e che ha appena schiacciato, proprio mentre scrivo queste righe, in quel di Utah, dove all’ingresso in campo è stato fischiato, cosa abbastanza inusuale per gli USA, l’ex Enes Kanter. La Domenica è stata particolarmente negativa per Los Angeles: lo Staples Center ospitava un double-header coi Clippers nel pomeriggio vs i Raptors e i Lakers la sera vs Portland. Hanno perso entrambe, e LA si ritrova dopo un tempo che non so nemmeno calcolare con entrambe le squadre sotto al 50% di record. Clippers 6-7 e Lakers 2-11. La panchina di Doc Rivers è MOLTO insicura al momento, meno traballante nonostante tutto quella di Byron Scott, anche se i Lakers non hanno una quota di talento tanto bassa da valer un 2-11. I Velieri hanno perso nella giornata negativissima di Blake Griffin (il vero ago della bilancia) e nonostante ai Raptors mancasse (e mancherà fino a metà Gennaio) Valenciunas. Come ha risolto coach Casey la tegola dell’infortunio al suo centro? Ha messo in quintetto sia Biyombo che Scola, venendone ripagato con un combinato 26+22.
Ed ecco le gare di stanotte, cominciando da quelle svoltesi sulla costa orientale.

TIME WARNER CABLE ARENA, CHARLOTTE. SACRAMENTO KINGS 122 – CHARLOTTE HORNETS 127
Sacramento ha buttato via un vantaggio di 22 pti per lasciarsi battere al supplementare dagli Hornets, che sono andati ad un “epic comeback”, segnatamente il secondo per proporzioni della loro storia. I Kings si son spenti insieme a Marco Belinelli: 17 pti per il Beli, con 7/17 al tiro, e in pratica tutti i canestri all’inizio e tutti gli errori alla fine. Lungi dall’essere solo responsabilità del Beli, i Kings si confermano squadra umorale come poche, e rendono vane anche le prestazioni di RR (20 assists, uniti a 14+8, quindi a pochissimo da una tripla doppia storica) e DMC (30+11 in 31 min). Come spesso accade in virtù di quella nube maligna che avvolge i giocatori non vincenti, le belle prove di Rudy Gay coincidono con sconfitte: 28+10 per lui, ma il fato che in 42 minuti in campo non abbia mollato un assist nemmeno epr sbaglio la dice lunga sulle sue caratteristiche. Nei 17 minuti di quarto periodo+OT Charlotte ha fatto fuori gli avversari con un 53-31, volando sulle spalle di Kemba Walker (39-5-6) e giovandosi del lavoro di raccordo di Batum (18-10-8 in una brutta serata di tiro, 5/16).

QUICKEN LOANS ARENA, CLEVELAND. ORLANDO MAGIC 103 – CLEVELAND CAVS 117
Matty Dellavedova gioca sul dolore (scavigliato) e scrive 15 con 9 assists in una gara tranquilla per I Cavs, testimoniata dai soli 14 tiri tentati da James. Nel divertente egotismo di LeBron si trova sempre un motivo alle sue prestazioni: gli mancavano pochi assists per entrare nei primi 25 servitori di pietanze della storia NBA, e allora lui ha tirato poco, e servito 13 volte al tavolo. La testa dei grandi campioni NBA è spesso davvero divertente, ma l’episodio è anche l’ennesima prova del fatto che LBJ può fare quel che gli pare su un campo da basket. 34 per Love e 26 per JR Smith, mentre apriamo ufficialmente la raccolta di firme per promuovere in quintetto Aaron Gordon ad Orlando, oppure salvarlo da coach Skyles.

AA ARENA, MIAMI. NY KNICKS 78 – MIAMI HEAT 95
Partita dell’Est. Sì, ma Est Europa. Migliori in campo: Porzingis (20+14) per NY e Goran Dragic (13-9-5) per Miami. Gara inguardabile della panchina Knicks: hanno giocato tutti e sette, mettendo insieme la miseria di 10-14-1. I Knicks, pur arrivando da una serie positiva, hanno iniziato subendo 52-30 nella prima metà. Miami ha gestito i minuti (nessuno oltre i 31) e ha messo 5 uomini in doppia cifra e uno a quota 9. Da segnalare una incredibile stoppata di Winslow che rimonta da dietro e cancella un lay-up di Afflalo: il rookie di Miami aveva le narici a livello del ferro..

BMO HARRIS BRADLEY CENTER, MILWAUKEE. DETROIT PISTONS 88- MILWAUKEE BUCKS 109
Greg Monroe Dominante per i Bucks e 20 e 20 di media non rispettati da Drummond (15-15). L’ex della partita, alla sua sesta stagione NBA gioca da assoluto protagonista contro la sua ex squadra, aiutandola con 20 punti e 13 rimbalzi. Dopo un primo quarto di classico studio tra le due squadre, Milwaukee fa sembrare tutto troppo facile, contenendo al meglio lo sterile attacco dei Pistons e giocando tantissimi pick&roll con i suoi gioiellini. Secondo e terzo quarto all’insegna dei Bucks che segnano parziali da 33-22 e poi 30-14, riducendo l’ultimo periodo a dei 12 minuti di assoluto garbage time. Tutto il quintetto in doppia cifra per i padroni di casa, con i 17 di Antetokoumpo ed i 16 di Middleton.

Ci spostiamo ora verso la costa del Pacifico…

TARGET CENTER, MINNEAPOLIS. PHILADELPHIA 76ERS 95 – MINNESOTA T’WOLVES 100
Quindicesima sconfitta in quindici partite per Philadelphia, che visto l’andamento ed il gioco espresso, fatichiamo a definire una franchigia NBA al momento.
Andrew Wiggins (32-6-3) si unisce alla lista di grandi giocatori che nelle ultime uscite strapazzano Phila sul finale. Wiggins è certamente molto giovane e non è ancora molto appropriato metterlo in una lista insieme a gente come Nowitzki e Duncan, ma se questo è il suo rendimento e questa crescita rimane costante potremmo anche aver visto qualcosa di simile tra una decina d’anni.
Come al solito la prima scelta Okafor non basta, per quanto valido sia il giovane da Duke (stanotte 25-12), i 76ers non riescono a dare lo strappo decisivo ad una partita che in qualche modo si poteva anche vincere. Lo strappo arriva invece dai lupi, col già citato capobranco per una notte Wiggins che nell’ultimo periodo ne fa 11.

AT&T CENTER, SAN ANTONIO. PHOENIX SUNS 84 – SAN ANTONIO SPURS 98
Degli incredibili speroni di Popovich si è detto di tutto, e vedere l’attacco dei texani girare appunto alla Pop, non è più una novità.
Quello che di nuovo hanno questi Spurs all’inizio della nuova stagione è una difesa che non sta avendo nulla da invidiare a quella tanto osannata dei campioni in carica. Non che prima la difesa di San Antonio non fosse valida, ma la gara di stanotte, nella quale hanno forzato i Suns a ben 28 palle perse, è un esempio di come le partite si vincano in difesa, e di come gli Spurs le vincano in difesa. Sontuoso Kawhi che chiude a 24 punti e 13 rimbalzi, la porta a casa insieme ad un sempre più energico Parker che ne fa 20 servendo 8 assist. Con questi Spurs in campo pesa relativamente l’assenza di Lamarcus Aldridge. Per i Suns notabili i 28 di un quasi perfetto Markieff Morris, quando ha potuto giocare il pallone.

VIVINT SMART HOME ARENA, SALT LAKE CITY. OKLAHOMA CITY THUNDER 111 – UTAH JAZZ 89
Torna in campo KD e i Thunder vincono in scioltezza. Con “solo” Westbrook, Ibaka e compagni OKC è una squadra difficile contro cui giocare, ma il salto di qualità che fa questa squadra quando Durant è in campo è qualcosa di incredibile.
Con la squadra al completo, abbiamo ancora una parziale dimostrazione che le idee di coach Donovan funzionano, anche se a volte cadono in delle esasperazioni del pick&roll, per gli interpreti che hanno i Thunder mostrano folate che fanno davvero paura.
Sull’onda dell’entusiasmo di aver ritrovato il capo, e di poter rimettere in pratica tutto quello su cui avevano lavorato in estate, è fin troppo facile battere i Jazz. Il tuono esplode con un Westbrook da 20-7-9 ed un KD da 27 punti e 6 rimbalzi.