12 gare stanotte: parleremo di quelle e di quel che le prime quattro giornate di NBA stanno iniziando a rivelare e a mostrare.

AMWAY CENTER, ORLANDO. OKC THUNDER 139 – ORLANDO MAGIC 136 (2 OT).
Prima partita semileggendaria dell’anno: arriva in Florida. I Magic sono 0-2 avendo subito in queste sconfitte uno scarto totale di 4 pti. Scott Skiles, che già non ci era molto simpatico, è diventato ufficialmente il nostro allenatore NON preferito della Associazione. Quando una squadra (i Magic stanotte) si lascia rimontare 17 pti di vantaggio per perdere in doppio OT, qualche responsabilità di guida deve essere certo attribuita al coach. In più, se, dopo i soli 17 minuti dell’opener, Aaron Gordon ne gioca solo 18 sui 58 disponibili, le responsabilità aumentano. In quei 18 minuti sempre dentro-fuori dalla panchina, mai più di 5 in fila sulle tavole, il prodotto dei Wildcats ha avuto le seguenti cifre: 15+3, con 3/3 da 2, 1/1 da 3, 1 recupero, 1 stoppata, 1 persa; inoltre tanta difesa: dei 15 tiri sbagliati da KD (43-12-2), almeno 5 sono merito suo, delle 3 perse di Waiters 2 sono state provocate da AG, il ragazzo, messo in campo a freddo a 20 secondi dalla fine, ha infilato 2/2 dalla linea per il penultimo vantaggio Magico nei regolamentari. La tripla del pareggio di Durant è colpa di Vucevic che sui blocchi per liberare la Stella di OKC non è uscito a razzo sul giocatore dei Thunder preferendo guardare..Steven Adams nel pitturato, con la propria squadra sopra di 3. Vucevic si è ben guardato infine, dal saltare davanti a Westbrook (48-11-8) che ha infilato di tabella da metà campo (ok..ma la mano mettila) la tripla del 117-117, dopo che Oladipo, con uno step-back su Roberson, aveva imbucato la propria, quella del 117-114, ma se ne era tornato voltando le spalle ai Thunder facendo la faccia da bimbone orgoglioso, di fatto prendendosi pure lui in faccia il pareggio di RW. OKC ha avuto una notte difficilissima, salvata dai soliti Kev&Russ, e dalla prestanza sotto i tabelloni: 62-49 il conto dei rimbalzi, 20 pti da second chance. Ne è uscita con la W, grazie ai non pochi errori dei Magic, ma anche ad una solidità e ad un’armonia che, complici anche i tanti infortuni, l’anno scorso erano scomparse in Oklahoma.

QUICKEN LOANS ARENA, CLEVELAND. MIAMI HEAT 92 – CLEVELAND CAVS 102
Ricordate come erano messi i Cavs negli scorsi PO? Love e Varejao sempre fuori, Irving sostanzialmente fuori per le Finals, solo Matty Dellavedova a dare una mano vera dalla panchina. Bene, la W vs Miami ha detto questo: il massimo vantaggio (88-71) nel quarto periodo è stato ottenuto dal quintetto Dellavedova-Cunnigham-Jefferson-TTT-Varejao, tutta la Second Unit, con LBJ, Love, JR Smith, Mo e Mozgov a riposare. Il parziale e la presenza in campo della back-up squad sono andati avanti fino all’interno del quarto minuto di gioco, lasciando a coach Blatt la possibilità di far entrare gli starters con meno di 8 minuti alla fine. Questo tipo di rendimento delle seconde linee è fondamentale per Cleveland, è stato ottenuto contro una delle più forti ad Est e dunque è davvero una buona notizia. James continua a tribolare con la schiena, ma ha messo insieme un’altra prova da 29-5-4, e Love lo ha seguito a 24-14-5. Minuti: 34 per LBJ, 33 per il Californiano, almeno 4 o 5 meno della media delle partite difficili. Vorremmo segnalare il (forse) risveglio di Jared Cunningham, 24enne da Oregon, nel primo quintetto Big12 nel 2012, second round pick due anni fa dei Cavs e mai davvero sbocciato, se è vero che prima di oggi aveva comparsato in 40 partite in 2 anni da pro: 9 min, 4 pti e 2 ass, ma personalità e poca timidezza; pensando ai rientri di Kyrie ed Iman (dicembre e Gennaio rispettivamente) la profondità-con-qualità dei Cavs comincia a diventare impressionante. L’ennesimo saluto tra gli ex Big3 di Miami non ha portato fortuna a Wade (25-4-3, ma 7 perse…) e Bosh (16-5-3, vittima di una stoppatona esaltante su un tentativo di schiacciata da parte di TTT): Miami è esistita solo nel secondo quarto, quando ha difeso; per i rimanenti parziali non è mai riuscita a tenere i Cavs sotto ai 26 pti. Particolarmente deludente il rendimento della panchina Heat: in 77 min globali i 6 uomini impiagati da Spoelstra hanno portato alla causa 19 pti e un bel -78 di plus/minus, in pratica un disastrino al minuto.

WELLS FARGO CENTER, PHILADELPHIA. UTAH JAZZ 99 – PHILADELPHIA 76ERS 71
Road Win facile per i Jazz dentro un raggelato Wells Fargo Center, rassegnato ad una stagione simile a quella passata. I Bimbi Dorati di Philadelphia infatti smettono quasi subito di giocare, e lasciano spazio alla tranquilla solidità dei Jazz, che vincono la loro prima gara della stagione ancora guidati da Favors (20+12) in attesa dell’arrivo del VERO Gordon Hayward, anche stanotte abbastanza anonimo (12-7-4 col 25% al tiro). Si parla molto di smallball come nuova frontiera del gioco, ma alcuni indizi e comportamenti di giovani allenatori come Stevens dei Celtics o Snyder dei Jazz fanno pensare che la frontiera già stia altrove: Utah ha iniziato con un quintettone che vedeva in campo sia Favors che Gobert (8+11 e 6 stoppatone). La NBA ha dimostrato agli ultimi Mondiali di poter giocare ad una velocità irraggiungibile da qualsiasi team non-NBA, e continua ad essere il principale laboratorio del basket.

TD GARDEN, BOSTON. TORONTO RAPTORS 113 – BOSTON CELTICS 103
Brutta la sconfitta dei Celtics, che hanno ceduto al rientro in campo nel terzo quarto, subendo una marea di triple dai Raptors e concedendo a DeRozan 14 viaggi in lunetta per rimpolpare i suoi 23, con 7r e 6a. Segnali anche da Terrence Ross (21 in 21 minuti). Serata gelata al tiro per Boston, 37% globale, 27 da 3.

AT&T CENTER, SAN ANTONIO. BROOKLYN NETS 75 – SA SPURS 102.
Rlassata la prima W dell’anno per gli Spurs contro i morbidissimi Nets di questo inizio di stagione. Per la soddisfazione di Pop, nessuno Sperone oltre i 30 minuti di impiego (LMA), con bell’esordio, nonostante l’ostacolo presentato da BKN fosse soffice, per il gigantissimo serbo Marianovic. 6+5 in 5 minuti. Nei Nets JJ ancora più inguardabile che nel season opener, e impalpabile Bargnani (5+1 in 16′).

PHILIPS ARENA, ATLANTA. CHARLOTTE HORNETS 94 – ATLANTA HAWKS 97.
Atlanta vince la seconda in fila contro gli Hornets, ma è stata una bella battaglia. Per fastidi alla caviglia di Korver, parte in quintetto Dennis Schroeder, e proprio lui scava il primo piccolo solco tra le due formazioni, e poi, nell’ultima azione della prima metà, riporta i Falchi sopra di 1. Charlotte si conferma squadra dai grossi problemi di mira (40% totale), problemi che hanno afflitto anche i panchinari degli Hawks, portatori di soli 4 canestri dal campo (su 16 tentativi). Millsap 19+10 e un buon Bazemore (sta davvero crescendo il ragazzo: 19+9 con 4/5 da 3) per Atlanta. Charlotte, nonostante tutti i problemi offensivi, ha difeso duro ed è sempre rimasta in contatto, giungendo ad avere il tiro per il pareggio allo scdere: sbagliato da Kemba Walker.13+12 e 14+11 rispettivamente per Marvin Williams e Nicholas Batum tra i Calabroni.

PEPSI CENTER, DENVER. MINNESOTA T’WOLVES 95 – DENVER NUGGETS 78.
Continuando ad onorare il loro ex coach e GM, Flip Saunders portato via dal cancro, i T’Wolves si mantengono vergini alla voce sconfitte battendo fuori casa i Nuggets. Karl Anthony Towns è diventato il primo teenager nella storia NBA a fare un bis di partite in doppia doppia: a quella dell’esordio ha aggiunto stasera un 28+14, con 11/19 al tiro (da qualunque posizione e distanza meno che da 3) e 4 stoppate. Il kid ha già prenotato il suo titolo di Rookie of the year. Denver sottotono, e con % disastrose: 30% globale…roba quasi comica.

THE PALACE, AUBURN HILLS-DETROIT. CHICAGO BULLS 94 – DETROIT PISTONS 98.
La realtà più sorprendente della prima settimana sono i Pistons, imbattuti dopo 3 partite e con scalpo pregiato appeso alla lancia. La franchigia del Michigan è un’altra di quelle che non pensano troppo allo smallball estremo, avendo a roster Andre Drummond (20+20). Il nostro caro original Bimbone manterrà sempre, per noi, questo soprannome, ma sta diventando uomo. Attorno a lui evoluiscono un Reggie Jackson (22-7-7) determinatissimo nel provare a dimostrare il contrattone concessogli e una serie di giocatori decisamente on the rise: Marcus Morris sta facendo vedere di non essere poi così tanto più scarso di Gemello Markieff, Stanley Johnson è di certo nel primo quintetto All-Rookie finora, Anthony Tolliver infila triple con grande continuitàe Kentavious Caldwell-Pope continua a far registrare progressi enormi. L’unico a faticare per ora sembra essere Ilyasova. Per ora tanto basta a tenersi imbattuti ed è bastato per superare i Bulls in piena D-Rose Crisis. La guardia ex MVP ha di nuovo tirato con percentuali agghiaccianti (4/13), compiendo spesso scelte davvero rivedibili. In questo inizio sono Gasol (16-12-3 con 3 stoppate) e Mirotic a tenere a galla Chicago: in particolare il nativo del Montenegro è definitivamente entrato nel non troppo esteso club dei giocatori NBA “che spostano” (22+6). Ancora scarsi (17+0) i minuti per gli ex Pretoriani dell’ex coach Thibodeau, Noah e Hinrich.

BRADLEY CENTER, MILWAUKEE. WASHINGTON WIZARDS 118 – MILWAUKEE BUCKS 113.

TOYOTA ARENA, HOUSTON. GS WARRIORS 112 – HOUSTON ROCKETS 92

ARCO SLEEPTRAIN ARENA, SACRAMENTO. LA LAKERS 114 – SACRAMENTO KINGS 132

US AIRWAYS CENTER, PHOENIX. PORTLAND TRAILBLAZERS 92 – PHOENIX SUNS 110.