Report NBA che inizia con un record infranto. I record son fatti apposta, ma desta impressione quando ad essere eliminato dal Libro è Michael Jordan.

Jimmy Butler ha stabilito con 40 il record di franchigia per punti in un tempo, il secondo, nella W in rimonta a Toronto (con annesso piccolo suicidio dei Raptors). Il record di MJ diceva 39, vs i Bucks, 16-2-1989. Butler aveva scritto 2 nel primo tempo, poi però una gomitata in faccia (direi davvero non intenzionale) di Carroll lo ha fatto arrabbiare, e al rientro in campo si è scatenato. La prestazione complessiva di Jimmy-B contempla anche 4 r e 5 a. Nei fatti della NBA registriamo anche che questa prima settimana dell’anno rappresenta una sorta di riscatto per le franchigie peggiori: i Lakers ne han vinte 3 in fila come non capitava da 11 mesi, i Sixers sono 3-2 nelle ultime 5 e anche i Nets hanno vinto al TD Garden. Non avrà fatto piacere a Brad Stevens che due tra queste generose concessioni agli ultimi della classe siano arrivate dai suoi Celtics. Altro fatto: nella settimana in cui si ritrovano senza Blake Griffin e in cui sia PP che CP3 vengono eletti da un famoso sito USA come i “degni” back up nei rispettivi ruoli per il titolo di Most Disappointing Player fino al 31 Dicembre, i Clippers si ritrovano anche ad essere la formazione con la più lunga striscia vincente in corso: 6 senza perdere, compreso l’ostacolo, banale per molti ma non per loro, di dover vincere in casa contro i Sixers. Infortuni: Jarrett Jack si è sfasciato il ginocchio ed è fuori per la stagione. Ha twittato con ironia di non essere riuscito a non sorridere, dopo aver ricevuto sul cellulare dalla app di ESPN l’update sul suo stesso infortunio. Infine, news dal mondo arbitrale: si ritirerà a fine anno Joey Crawford. I buonisti ad oltranza si sperticheranno in elogi alla longeva carriera del grigio…per noi, semplicemente, uno dei peggiori di sempre. A parte gli errori, che non contiamo e che possono capitare, a renderlo nocivo, soprattutto dall’inizio del 2K, è stato l’atteggiamento da protagonista e il desiderio incontrollato di voler incidere sugli esiti delle gare con le proprie chiamate (spesso assurde). Ci sarà gran festa al suo party d’addio, per un motivo o per l’altro…Ecco le gare di stanotte.

QUICKEN LOANS ARENA, CLEVELAND. TORONTO RAPTORS 100 – CLEVELAND CAVS 122
In regular season, questa sarebbe la gara che LBJ vorrebbe giocare quasi sempre: 31 minuti, 20pti, grande aiuto dai suoi compagni, nessun bisogno di fare straordinari. Kyrie (23-6-8) l’ha subito messa sui giusti binari, JR Smith era in serata-sì (24 con 8/14 da 3), e anche Blatt ha fatto alcuni aggiustamenti che han reso più facile la vita ai Cavs. Parlo di TTT (14+11) in quintetto, e di rotazioni ristrette a 3 panchinari, Dellavedova-Shumpert-Mozgov, ma con minutaggi assai distribuiti: degli 8 protagonisti, nessuno più di 33, nessuno meno di 17 minuti. Varejao e Mo Williams, i più sacrificati per ora da questo corso tecnico, non han proprio visto campo, ma forse entrambi preferiscono così piuttosto che farsi 5 minuti di garbage-time. Toronto mai pervenuta, soprattutto in difesa, dal momento che i dinosauri non sono riusciti in nessun quarto a subire meno di 25pti.

WELLS FARGO CENTER, PHILADELPHIA. MINNESOTA T’WOLVES 99 – PHILADELPHIA 76ERS 109
WOW. Contiuiamo nel piccolo scherzo di misurare le prestazioni dei Sixers dal momento dell’arrivo del nostro protetto Ish Smith (21+11 ass, e 3 rec), e registriamo che sono 3-2, record al 60%. A farne le spese i T’Wolves, che sono in rottura prolungata: al momento solo Phoenix e Milwaukee sono più in difficoltà dei Lupacchiotti nella NBA. Era anche l’occasione per vedere Towns vs Okafor, prima e terza scelta dell’ultimo Draft, e globalmente il confronto individuale è stato deludente ma vinto dalla Prima Scelta Assoluta, soprattutto perché Okafor continua a non esistere a rimbalzo (3 in tutto). In ogni caso, notte non esaltante per nessuno dei due, panchinati a lungo (25 minuti per Towns, 21 per Jahlil), anche per le prestazioni dei cambi Dieng (14+8) e Holmes (17 pti, ma anche lui un solo rimbalzo). Dato che il MVP va di preferenza alla squadra vincitrice, lo assegnamo a Nerlens Noel: soprattutto per i 9 rimbalzi che NN ha catturato, corredati da 10pti e 3 stoppate.

BARCLAYS CENTER, BROOKLYN-NY. BOSTON CELTICS 103 – BROOKLYN NETS 94
I Celtics restituiscono la sconfitta subita in casa dai Nets. Particolarmente ispirati Jae Crowder (25+6) e Amir Johnson (12-4-3 con 2 stoppate, 1 rec e nessuna persa), lungo senza passato collegiale, bersaglio non ingiustificato del grande Dan Peterson al suo ingresso nella Associazione. E’ tuttavia diventato, Amir, un giocatore vero, e ha sviluppato una tecnica spuria ma non per questo inefficace, e, per esempio, è il solo giocatore della NBA a coltivare (e lo ringraziamo) le piantine del gancio e semigancio…non lo skyhook e il jumphook, proprio gancio e semigancio modello anni ’50. I Nets hanno spostato Larkin in quintetto a causa dell’infortunio a Jack, e dato molti minuti a Donald Sloan e Wayne Ellington (pg e combo guard che hanno malamente ripagato con 4/15 al tiro combinato). Migliore dei Nets Thad Young, sempre in doppia-doppia vs i Celtics quest’anno e 4 inutilissimi minuti per Bargnani.

THE PALACE, AUBURN HILLS. ORLANDO MAGIC 89 – DETROIT PISTONS 115
I Pistons si prendono l’ottavo posto della Eastern scalzando dalla PO Picture proprio i Magic. W importantissima dunque, che si tramuta nel terzo ko in fila per Orlando, particolarmente in difficoltà negli scontri divisionali e di Conference (1-5 e 9-11 ad oggi). Era la quarta partita dal rientro dopo l’infortunio dell’anno scorso per Brandon Jennings. La pg che 19enne giocò per la Virtus Roma ha messo 17 in 18 minuti, e, ora che la forma vera arriverà, vedremo come (e SE..) procederà la convivenza con Reggie Jackson. Quando Reggie arrivò a Detroit, fortemente voluto da coach SVG, BJ era già rotto. L’ex LegaItaliana otrebbe essere uno dei pezzi pregiati delle prossime settimane di mercato.

UNITED CENTER, CHICAGO. INDIANA PACERS 100 – CHICAGO BULLS 103 (OT)
Allora prorpio no….I Pacers avevano perso in OT, di 2, anche il 30 Dicembre vs i Bulls, e ripetono la sgradevole esperienza. Nell’ultimo minuto di regolamentari circa 9 milioni di cambi di leadership, con gli Heat che agguantano il supplementare con una penetrazione di Wade, su cui Indiana non commette fallo e difende abbastanza miseramente. Wade protagonista anche del finale dell’OT. Segna ma non infila l’and1, viene in piena fotocopia imitato dall’altro lato da Ellis, e con due liberi gli Heat fissano il 103 che garantisce la W. Bosh e George da veri signori (31+11 e 32+7 rispettivamente) ma Flash è ancora lui, quello determinante (27-8-3, 1 stoppata e nessuna persa in 38 minuti).

BRADLEY CENTER, MILWAUKEE. SA SPURS 123 – MILWAUKEE BUCKS 98
Squadra più deludente i Bucks finora, per di più con allenatore in convalescenza postoperatoria per una complicata e non più rinviabile operazione alle anche, e piena di giocatori nervosi (vedi espulsione di OJ Mayo due notti orsono). La visita degli Spurs non gli ha lasciato scampo. Altra puntata del serial dal titolo-ossimoro “L’Urlo di Kawhi”, in cui il giocatore rende tutti edotti del fatto che, solo per essere uno tipo silenzioso, non significa che non sia il miglior giocatore della Associazione, ora che è dominante anche in attacco. Forse, lo ripeto…FORSE, ancora non è IL migliore, ma molta della distanza che nelle opinioni dei più gli manca dall’esserlo è fatta non di dati tecnici, ma dal suo essere tranquillo. Stanotte 24 con 9/12, accompagnato dai 30pti e 21 r messi insieme dal duo Timoteo-LMA. Fuori Parker per una botta all’anca, Pop non ha aumentato di molto, nel suo quasi paranoico bilancino gestionale dei minuti, il tempo in campo del back-up Mills, ma ha dato 37 minuti al duo Ray McCallum (cosìcosì, 2-1-4, ma nessuna persa) e Jonathon Simmons (wow, 18+3 con 6/7). Nei Bucks MCW 16-6-4, discreto e nulla più. I problemi di Milwaukee nascono in difesa: è passata dall’essere la quarta migliore lo scorso anno al quart’ultimo posto (in peggioramento…) di questa stagione.

CHESAPEAKE ENERGY ARENA, OKLAHOMA CITY. SACRAMENTO KINGS 114 – OKC THUNDER 104
Questa fa male…Quando OKC perde, tre cose vado a guardare, se non ho visto la partita. KD era in campo? No. Quanti palloni ha buttato RW? 7…Tempo di gioco e % di tiro di Grandine sulle Vigne Waiters? 19, su un ideale di 0, e 1-7, segno che si è contenuto rispetto al solito. Dall’altra parte, quando una squadra sfavorita fuoricasa sorprende una “grande”, cerco la prestazione del suo uomo migliore: DMC 33+19, accompagnato dalla quasi tripla-doppia di RR (13-9-19) e dai 21 del Beli, che ha giocato forse la migliore di quest’anno. OKC era 8-2 nelle ultime 10, e difficilmente il suo terzo posto nella Western sarà insidiato, ma il rendimento senza KD è davvero preoccupante, anche se stavolta il MVP del 2013-14 era fuori per un problema a un dito, non gravissimo.

VIVINT ENERGY ARENA, SALT LAKE CITY. HOUSTON ROCKETS 93 – UTAH JAZZ 91
In termini di quantità questa è la miglior stagione in carriera per James Harden (pti totali e di media, e numeri combinati pti-r-a), in termini di qualità la sua peggiore (% di tiro su tutto), ma la cosa è la logica conseguenza del suo dover fare praticamente tutto in quel dei Rockets. Anche stanotte 30-5-7, miglior marcatore, miglior assistman, secondo rimbalzista. Houston aveva preso sul groppone nel secondo quarto un 20-37 da cui è riuscita a risollevarsi, anche per la stanchezza dei Jazz, colpitissimi dagli infortuni (Burks-Favors-Gobert, 3/5 del quintetto ipotetico, miglior giocatore compreso) e arrivati cotti al finale. Continua a Salt Lake City la solidissima stagione del secondo anno Rodney Hood (23-1-7 con 6/9), e in ogni caso i cambi degli infortunati si impegnano e lanciano segnali, per quanto possono: 13+4 con 6/10 per il rookie pf Lyles, 8+11 per il centro Whitey, uno con piedi imbarazzanti, e 2+5 anche per il centro tedesco Pleiss, al suo primo anno nella NBA dopo tanta Eurolega al primo livello.

MODA CENTER, PORTLAND. MEMPHIS GRIZZLIES 91 – PORTLAND TRAILBLAZERS 78
I Blazers han provato a tenere il punteggio basso, ma Memphis nel terzo periodo è esplosa in un 32-18 che ha chiuso il sipario. D-Lill è tornato, ma molto arrugginito (17-3-7, ma 4/14 e 7 perse); ha dominato il Zach Randolph che ormai stabilmente coach Joerger fa uscire al pino: 26+18.

ORACLE ARENA, OAKLAND. CHARLOTTE HORNETS 101 – GS WARRIORS 111
Terzo ko filato e settimo nelle ultime 10 per Charlotte, che finisce al 50% di record (17-17) e al momento fuori dai PO. Infortuni e squalifiche hanno bersagliato parecchio gli Hornets in questo ultimo periodo (di volta in volta BigAl, Batum, Lamb, Lin: un terzo del roster che si cambia). Non hanno avuto grandi chances alla Oracle Arena per rimettere le cose in sesto, in una serata abbastanza magica per gli Warriors. 1- tornava Harrison Barnes dopo aver perso 16 gare. 2-Draymond Green (13-15-10) è diventato il 16’ giocatore nella storia NBA a piazzare 3 triple-doppie consecutive. 3- Gli SplashBros mai come stanotte son stati quasi gemelli: 30pti ciascuno, 21 tiri 12 centri Steph, 23/11 Klay. 22 sia per Kemba che per Lamb negli Hornets, ma non abbastanza supporto dai compagni per ottenere altro che una decorosa sconfitta.