Siamo italiani (e anche europei)… In che senso? Sia per quelli che vengono venduti per pregi, ma esagerando, anche difetti, tipo: capacità di affrontare le emergenze (che spesso ne provocano delle altre), fantasia (che esagerando, si trasforma in mancanza di regola), inventiva (che a volte genera esagerazioni) e via elencando.

Se prendiamo una partita Nba, una di Eurolega ed una di Campionato, al di là delle differenze ovvie di livello nel gioco ci sono grandi differenze. Qualcuno dirà: “…grazie, con quanti soldi vengono prodotte le partite…?” oppure “…certo, lì giocano a basket sin da bambini…”. Tutto vero, però, se vi dico che molte partite di regular season non hanno così tanti mezzi in più rispetto ad una configurazione di Eurolega, dovete credermi. Parlando qualche anno fa con un dirigente di Nba Enterteinment, mi diceva che nelle partite di routine, spesso si usavano solo 7 telecamere, cioè una in più di quante ne vengono richieste nella configurazione minima dall’Eurolega. Poi in ogni grande arena c’è la possibilità di implementarle con quelle dell’impianto sportivo o della tv che produce la squadra dove per l’occasione si gioca, ma sono singoli accordi.

Ricordo del ’99 quando producemmo il McDonald Open al Forum, quello con Varese fresca di 10° scudetto e i S. Antonio Spurs, c’eravamo noi (allora Tele+), poi un service gestito direttamente dall’Nba ed un altro che gestiva i maxi schermi all’interno dell’impianto. Noi avevamo schierato 14 telecamere ed altrettanti replay (4 supermotion), l’Nba una dozzina tutte sotto registrazione e il terzo ObVan ne aveva 4 che lavoravano sul pubblico e le manifestazioni collaterali tipo numeri durante i Tv Timeouts e gli intervalli tra i quarti, le kisscamera ecc. Se guardavate le immagini, potevate notare che alcune sembravano provenire dalle stesse fonti. Il trucco è semplice: un accordo tra noi e loro faceva fornire i segnali di alcune telecamere da noi a loro e viceversa. Questo succede quotidianamente negli Stati Uniti grazie a semplici accordi tra le varie parti in causa e si potrebbe fare anche da noi.

Altra questione: la preparazione di chi ci lavora… Noi siamo calciocentrici; se hai un mezzo regia tecnicamente valido, sei quasi matematicamente sicuro (quasi) di avere operatori che conoscono chi e che cosa succede in campo. Purtroppo di basket non c’è questa conoscenza approfondita: bisogna o formare degli operatori con tempo e pazienza (e il margine di errore che questo può comportare), o selezionarli tra quelli che ne hanno conoscenza. Ovvio che qui ci sono motivazioni sicuramente più profonde e articolate ma coinvolgere il Ministero della Pubblica Istruzione per questo…. Questo è il motivo di base per il quale, conditio sine qua non, per avere risultati migliori è creare una squadra con una rotazione minima di operatori ed addetti ai lavori e partire da lì.