La dottoressa Marianna Serrao, il giudice che ha dichiarato il fallimento della Mens Sana SpA, ha dunque messo la patata bollente nelle mani del commercialista fiorentino Marco Lombardi atteso da una estate “calda” di lavoro, così come la Guardia di Finanza e la Procura per il proseguimento delle indagini e gli interrogatori riguardanti l’operazione Time Out che comprende più fascicoli Vediamo alcuni passaggi del dispositivo della sentenza presa dalla Camera di Consiglio del Tribunale fallimentare venerdì 4 luglio:

“Conclamato e irreversibile”. Così viene definito lo stato d’insolvenza della Mens Sana Basket SpA che avrebbe potuto aggravarsi col futuro in quanto “non è stato offerto alcun elemento che possa far prevedere un’inversione di tendenza esistenza anzi elementi in senso contrario”. Un riscontro immediato sé è avuto per “il mancato pagamento delle imposte indicate nell’ultima dichiarazione dei redditi per un importo di euro 750.843 e il mancato pagamento di una rata di euro 94.817,85 scaduta il 13 maggio 2014 per imposte pregresse”.

Per quanto riguarda la gestione del club (registrato con atto notarile nel ’93) messa sotto accusa dall’infuocata assemblea del 21 febbraio e finita con due denunce , come dichiarato dalla Guardia di Finanza, per “bancarotta fraudolenta e falsa informazione societaria” – che ha determinato da parte del Procuratore dottor Antonino Nastasi l’invio delle carte al Tribunale fallimentare per i provvedimenti del caso – la dottoressa Serrao sottolinea “Un indice d’indebitamento con valori abnormi che ha inciso negativamente sul patrimonio netto”, questo riferito all’aggravarsi della situazione patrimoniale del club dal 2009 al 2013.

E qui salta fuori una data “topica”, il 30 giugno 2013,la data della chiusura d’esercizio e anche dell’iscrizione al campionato. Una data forse anche imbarazzante per la regolarità del verdetto sportivo, in quanto lo stato d’insolvenza acclarato era ormai arrivato a un tale livello da poter precludere, in base alle norme della Fip, la partecipazione al campionato 2013-14 della Mens Sana SpA che – scrive il giudice – “al 30 giugno 2013 presenta un deficit patrimoniale di euro 4.520.898».

Qui entra in scena la sorpresa della cessione del marchio, formalizzata nella primavera del 2012 (con atto notarile, ma senza la minima comunicazione) fra Minucci e la Essedue Promotion, srl di 10 mila euro del riminese Stefano Sammarini che sul suo sito afferma di “essere parte dei successi della Mens Sana”. L’operazione da 8 milioni di euro rimborsabile in 18 anni tramite due rate semestrali viene “benedetta” dai vertici del Monte che trattengono le azioni in garanzia, per cui la banca di fatto sarebbe la vera proprietaria della banca fino al rientro del credito, anche se sembrerebbe che le prime due rate del mutuo siano state pagate. Ma di chi? Dal Sammarini o da un soggetto terzo?

Il Giudice del Tribunale fallimentare evidenzia nel momento di difficoltà economiche pratiche di bilancio “discutibili” approfondendo il concetto: “Anziché contrapporre misure concrete e durevoli di risanamento i vertici di Mens Sana Basket hanno solo tamponato le crescenti difficoltà aziendali ricorrendo ad interventi una tantum di natura straordinaria”.

Il riferimento riguarda ovviamente la cessione del marchio alla Brand Management Srl di Rimini fatto che “non ha fatto altro che rinviare le reali problematiche dell’azienda facendo sì che lo squilibrio patrimoniale s’aggravasse degenerando in uno stato di conclamata insolvenza”

La sentenza del Giudice fallimentare è corredata da due momenti tecnici. Ordina alla società in liquidazione, e quindi al curatore fallimentare nominato dalla Polisportiva, lo stesso che nel frattempo Legabasket ha ammesso al voto e cooptato con l’incarico di consulente fiscale, “di depositare entro 3 giorni nella cancelleria i bilanci, le scritture contabili e fiscali obbligatorie “ e invita i creditori “a far conoscere, con la domanda di ammissione al passivo, la propria disponibilità ad assumere l’incarico di componente del nominando Comitato dei Creditori”. Per i creditori e i terzi che vantano diritti reali e mobiliari su cose in possesso del fallito dispone “il termine per il deposito ammissione allo stato passivo il 26 settembre 2014 e stabilisce per il giorno 27 ottobre l’esame dello stato passivo davanti allo stesso Giudice”.

Per finire, mentre il Tribunale decretava il fallimento uno dei legali Gian Piero Biancolella ha reso nota una lettera di Ferdinando Minucci pubblicata da www.impress.it “per rispondere a quanti hanno inondato la vicenda della Mens Sana Basket e anche la mia persona di fiumi di parole”. Si tratta del “personaggio” centrale della vicenda, ex impiegato dal Monte, poi passato a iniziative editoriali e titolare della società di pubblicità che l’ha avvicinato ai primi anni 90 alla Mens Sana, descritto, come si legge nella cartelletta data dalla GdF ai giornalisti alla conferenza seguita al suo arresto dell’8 maggio a Bologna con queste parole: “per gli anni almeno dal 2006 ad oggi i ruoli e i compiti dell’intero sodalizio criminale che aveva nel presidente Minucci il suo ideatore e regista”.

Minucci che ora ha obbligo di dimora a Siena nel momento del fallimento accusa la banca e lancia un grave j’accuse al sistema professionistico del quale è stato il dominus per gli ultimi 10 anni e l’8 febbraio, quando ormai la situazione Mens Sana era ormai nota a tutti per le due perquisizioni e i sequestri di ingenti somme in contanti nelle abitazioni sue e dei collaboratori , l’ha nominato presidente con 14 voti su 16.

“ Proprio la crisi della banca ma soprattutto il suo cambio repentino del nuovo management senza preavviso e contravvenendo agli impegni assunti e non solo scritti hanno contribuito in maniera determinante a causare purtroppo quello che è avvenuto. Mi assumo le responsabilità per essermi adeguato a un sistema che nel mondo professionistico è ben conosciuto, noto all’interno della MSB”

E adesso, dopo aver gettato il sasso nello stagno, aspettiamo di conoscere le modalità di questo sistema, gli scopi, nomi e cognomi e l’eventuale regista. Se non lo farà lui direttamente, il compito toccherà alla magistratura. Il caso diventa un “affaire” di portata nazionale. Vedremo come reagiranno adesso i colleghi presidenti che gli hanno tirato la volata in Lega o quelli che gli hanno dato il voto per un triennale da 250 mila euro, e se la Federazione dopo anni di acquiescenza aprirà un’inchiesta per capire il senso dell’accusa di Minucci e a tutela del movimento. E non potrà tacere nemmeno il presidente del CONI , perché questa storia rischia di allargarsi a macchia d’olio: il Sansone di Chiudsino ha scosso le colonne del Palazzo dove trovava udienza e a volte dettava le regole.

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