Il Parquet delle cose…

Con questo ignobile gioco di parole comincio la nota settimanale su basket e tv. Continua la sottoscrizione/ lettera aperta, dei  proprietari nei confronti della Rai, per avere maggiore esposizione all’interno dei palinsesti statali.

L’iniziativa è senza dubbio encomiabile e obbligata, perché se poi le proprietà delle squadre vogliono creare un pool che consenta l’apertura o l’occupazione di un canale in chiaro che faccia vedere le partite del campionato di pallacanestro, devono poter mostrare di avere la coscienza a posto. Del tipo: “noi ve l’abbiamo chiesto, ma voi non ci avete dato retta e quindi…”.

I problemi successivi sono:  come allestire una rete, come supportarne costi tecnici e di gestione, chi e come raccoglie la pubblicità per coprirne i costi, chi mette il quattrino iniziale per far partire il tutto (… e non è cifra di poco conto) e via domandando.

 Io ci lavoro da più di trent’anni  in televisione e ne conosco i costi: per fare una cosa che non sia approssimativa bisogna metterne tanti, ma veramente tanti. Parlo dei quattrini, che sembra scarseggiano ovunque con la crisi. D’altronde se il moloch calcio ha demandato la cosa a società esterne e quando ha tentato di farlo in prima persona (ricordate Cecchi Gori e compagnia cantante?) non è andata precisamente bene, ci sarà pure un motivo, no? E’ vero che da allora si sono evolute nuove tecnologie di diffusione, quali lo streaming video e l’utilizzo del segnale tramite Ftp, però la parte legata alla ripresa e alla produzione del segnale da mettere in onda rimane ad alto costo.  Ora poi che tutti ci siamo abituati a segnali di alta qualità come l’HD (e il 4k, il super HD è dietro l’angolo), l’avere segnali “normali”, ci sembra come quando passati al colore, vedevamo il bianco e nero, e lo streaming è strettamente legato al peso del segnale passante. Più dettagliato è, e più fa fatica ad essere scaricato…

Sono distruttivo? No, realista. Secondo me la soluzione è quella di coinvolgere un Broadcaster, magari dall’estero per acquisire i diritti del Campionato , produrli e distribuirli sul territorio nazionale, previa campagna pubblicitaria ben coordinata sul territorio, su canali del DT regionali, come si faceva una volta con le Syndacation. Per abbattere i costi si “sporca” con pubblicità preinserite su grafiche e sigle, e la cosa diventa sicuramente più fattibile. Senza dimenticare che Coni, Fip e Lega devono insistere con lo Stato, le scuole, le famiglie ecc. per rilanciare lo sport in generale ed il basket in particolare, perché se non sollevi le zolle, i semi non attecchiscono…