Inizio con un post pubblicato su FB il giorno dopo la débâcle della Nazionale: «Mi duole dirlo…».

È il tormentone di questi dieci giorni dieci a Torino per il preolimpico. Va detto toccandosi la gola. In realtà «mi duole dirlo…» sul serio. Io, mentre facevo riprendere la partita, ci credevo veramente. Vedere i volti dei giocatori nei primi piani delle telecamere, che man mano perdevano di convinzione faceva intravedere l’epilogo prima dello scadere… Poi speri sempre in qualche scintilla che potesse riaccendere voglia e speranze nei superstiti della falcidia di falli fischiati, purtroppo inutilmente.

Facendo un passo indietro, la vera squadra che ha vinto, sono stati i ragazzi che hanno lavorato con me (World Feed) e Cettina (Sky): grandissimo lavoro, in qualità e immagini. Una fatica, nove partite in cinque giorni, ripagata dal risultato dei commenti e degli ascolti. Una fatica per la quale li voglio ringraziare tutti. Un applauso e un abbraccio…

Perché iniziare così? Perché quello che vedete a casa, che sembra normale, automatico, quasi scontato, dipende dal lavoro di queste persone: cameraman, rvm, audio, assistenti, produttori, ovviamente giornalisti e via via tutti quelli che di questa catena ne formano le maglie. In questo caso il «prodotto» si chiamava torneo preolimpico e ci toccava oltre che nel fisico anche un pò nel cuore vista la partecipazione della Nazionale Italiana. In questo caso, come capita quando si producono tornei internazionali, le troupe raddoppiano (a volte triplicano). Io che seguivo il cosiddetto World Feed (o segnale internazionale), che comprende la partita vera e propria con dati essenziali in grafica, highlights e best actions e la mia collega che arricchiva il tutto per Sky con servizi, lavagne grafiche, clip dedicate, interviste e quant’altro. Io con dodici telecamere di cui due super slowmotion, due remotate dietro i canestri e un braccio da 10 metri usato sia per il gioco che per le panoramiche di respiro sul pubblico. Cettina con uno studio allestito su uno degli spazi sulle diagonali del palazzo, dove giornalisti e ospiti parlavano e approfondivano i temi della partita. Inoltre un’altra telecamera a bordo campo che si alternava su interviste e immagini di supporto per lo studio. Purtroppo tutto questo spiegamento non ha aiutato la squadra nel viaggio verso Rio: poca lucidità nella fase finale dell’incontro, molti giocatori importanti seduti per falli e qualche momento di sfortuna hanno girato il risultato verso la Croazia… Peccato. Prossime partite?