Dal 17 luglio, nell’ambito del settore arbitrale, si dibatte molto sulla scelta – da parte della FIP – di un Presidente “laico” nella persona di Enrico Prandi e la permanenza di altro “laico” Gabriele Grandini nelle funzioni di Consigliere, mentre l’unico di stretta provenienza CIA rimane Francesco Grotti che ricopre il ruolo di Vice Presidente e sul quale mi sono espresso su un precedente mio intervento su “Baskettiamo”  (leggi “Francesco Grotti, vice Commissario CIA delegato agli arbitri di Lega A).

Si dibatte perché – dopo la lunga parentesi  commissariale del Vice Presidente federale Gaetano Laguardia e che ha avuto come risultato sostanziale un indiscutibile ristabilimento di una fisiologica andatura tecnica e comportamentale delle varie Componenti del Settore – ora si è di fronte ad un Consiglio direttivo CIA ridotto nel numero dei Componenti a tre, a fronte dei cinque dei precedenti Consigli.

La sfida che compete a questo nuovo Consiglio sarà quella di dimostrare al Movimento di saper riuscire a gestire, monitorare controllando, verificarne “senza se e senza ma” l’operato delle varie Componenti seppur senza intrusioni immotivate, garantirne la trasparenza senza l’esposizione di uno spirito accentratore e tetragono a mo’  esclusivamente dirigista.

Il CIA nato, appunto, il 17 luglio, in considerazione della caratura, seppur su tre piani differenti di riferimento dei tre Componenti, appare sicuramente ed essenzialmente idoneo a seguire un percorso di garanzia assoluta di funzionalità, di analisi gestionale “di livello” e quant’altro di meglio definibile, ma la scelta dei collaboratori sarà determinante per poter perfezionare l’azione di complessiva direzione del Settore arbitrale.  In altri termini, è assolutamente vero che la “Governance” è il fulcro di tutto, ma soltanto una precipua “idea di indirizzo” permetterà veramente di azionare una scelta premiale dei migliori elementi e addetti ai lavori di sicura affidabilità e pur anche di quelli considerabili di eccellenza (da abilitare quali ad esempio gli Organi valutativi-Osservatori-Istruttori-Attività giovanile-Marketing della figura arbitrale mai perseguita, ecc… ecc….) e, di riflesso, il riconoscimento di un successo di imprinting.

Di qui il bisogno di una ineludibile rinnovazione dei collaboratori attuata in tempi fisiologici, dell’inserimento di nuovi, per riossigenare l’ambiente: si potrà anche essere valenti, ma il turnover è assolutamente da assicurare; insomma occorrerà mettere in piedi una “mission” specifica, ovvero il sicuro sostegno alla definizione di nuovi quadri tecnici e gestionali.

Il Settore arbitrale, non è da dubitare in merito, viaggia su due piani definiamoli paralleli, ma che non sono sulla stessa lunghezza d’onda prospettica/estetica, come ovviamente è giusto che sia.

Specificatamente:

  1. L’elite arbitrale che è  rappresentata dalla Lista arbitrale di Lega A, o Gruppo 1 come meglio si vorrà definire, a cui si appoggia idealmente una lista di Lega A2 che definirei “in progression” sotto tutti i punti di vista;
  2. E poi tutto il rimanente contenitore che è la fucina reale del CIA, è la fabbrica che deve sfornare il prodotto futuro di tutti i propri tesserati, dal catechismo dei corsi arbitri  fino alla soglia di ingresso nell’ottica dei Campionati nazionali gestiti dalla Federazione centrale, il tutto incardinato anche nell’ambito degli Organi Territoriali FIP.  E questo “contenitore” dovrà essere seguito con grande attenzione! Di qui si scollina…. e, allora, assoluto rispetto della “valenza” e mai ulteriori elementi di “disturbo”: si potrebbe affermare che in questa fase occorrerebbe applicare una vera e propria azione di “Internal Auditing”,  azione che, se non assolutamente indipendente, però sicuramente mirata a generare valore aggiunto in quanto finalizzato a valutare i processi di controllo e di gestione dei rischi valutativi;

Di sponda, la figura dei designatori unici che, seppur di competenza nella nomina da parte del Settore Agonistico Federale, è auspicabile che agiranno, in questo delicatissimo ruolo, assicurando la “costruzione di un’abilità arbitrale” saggiando l’operato delle “triple” e delle “coppie”, ma garantendo a tutti, pari condizioni di partenza e altrettanto pari possibilità, in itinere, di poter far dimostrare il proprio “gradiente tecnico”. E a questo riguardo, anche rendendo “movibile” la posizione di “primi arbitri” che non dovrebbero sentirsi, per questa necessità che definisco propriamente tecnica,  affatto sminuiti, così come quella degli “eterni terzi arbitri”: quindi ai Designatori nazionali, specie di Lega A e Lega A2, si dovrebbe chiedere di applicare più coraggio nella loro azione applicativa, con l’ausilio di un CIA che deve tenere una debita e lungimirante “visione d’insieme”.

Sulle incompatibilità sarà questo nuovo Consiglio direttivo ad esprimersi, ma anche questo fattore, ovvero il cd. “FATTORE INCOM”, dovrà essere oggetto – in un lasso di tempo anch’esso fisiologico – di significativa considerazione (per essere chiari fino in fondo, dovrebbero terminare quanto prima le cd. locuzioni  veramente esplicative… quali… “chi se la canta e se la .. suona…”.

Da ultimo non può non essere rappresentato ed evidenziato che, nei precedenti Consigli direttivi, ad ognuno dei quattro Componenti Consiglieri veniva affidato un “Comparto ben definito”, mentre ora si può immaginare che si avvierà una differente “strutturazione” che dovrebbe condurre al raggiungimento di migliore efficientamento dei singoli “Comparti”, fermo restando però l’immissione di ulteriore linfa, di ulteriori addetti ai lavori muniti di “pedigree dirigenziale/direttivo”.

E ciò si ritiene indispensabile affinché venga a dimostrarsi in tutti i sensi, che la Gestione Commissariale assolutamente appropriata del Vice Presidente Vicario Gaetano Laguardia, abbia determinato una spinta irreversibile per sconfiggere l’inamovibilità nell’ambito di un Settore che deve ancora sconfiggere completamente un suo, purtroppo, insito “sistema corporativo d’insieme” che definisco, ormai da molto tempo, essere causa stessa di una non più percorribile “sostanza d’essere”.

(*) Umberto Porcari – ex Consigliere CIA