Ci avviciniamo al N.1 e anche all’inizio della stagione NBA..mancano solo 4 giorni. GRAZIE al Cielo!!!

 

EASTERN CONFERENCE #3: WASHINGTON WIZARDS. Gli Wizards sono per me un mistero di resistenza e resilienza. Sono arrivati ad una sola gara (la 7 delle scorse Eastern Conference SemiFinals) dalla Finale di Conference, e sono pronosticati più o meno unanimemente come numero 3 o 4 del seeding ad Est. Tuttavia non so come facciano ad essere lì e come potranno rimanerci. Le negatività che hanno superato sono molteplici. Non capisco per esempio come possa essere così in alto una squadra che ha Marcin Gortat in quintetto e Scott Brooks in panchina. Evidentemente John Wall e Bradley Beal sono molto più forti di quanto loro accreditato. E la panchina è profonda ed efficiente, anche se perde Bogdanovic croato, perchè acquista Tim Frazier (pg, gran fosforo, carriera limitata da infortunio terribile al college) Jodie Meeks (sg, tiratore ma anche realizzatore) e Mike Scott (pf, solido, carriera limitata dalla tendenza ad infrangere la legge), oltre ad avere Mahinmi sperabilmente sano, Oubre Jr. ormai proiettato verso la élite del ruolo di 3andD, e Satoransky con un anno di esperienza in più (il Ceco ha giocato Europei svogliati, la testa era nella NBA). E poi tra questi giocatori si deve essere creata una confidenza particolare che li porta a rendere al di là di tutti i problemi e le potenziali debolezze. A riprova di questo: WAS vede ritornare dallo scorso anno il 87% dei minuti giocati, la percentuale più alta della NBA. Ecco: i ritorni. Ci permettono di entrare nell’argomento: monte salari. In estate gli Wizards hanno firmato un’estensione ricchissima al contratto di John Wall, 3 anni a 41 MM tra il 2019 e il 2022. Nulla da dire, ma ciò significa che un aggiustamento sarà prima o poi necessario anche per i 28 che danno a Beal. Anche perché, del tutto inspiegabilmente, hanno appena dato quasi la stessa cifra a Otto Porter Jr, che nei prossimi 4 anni porterà in banca 105 MM, una follia per un giocatore rimpiazzabile in 4 minuti, per di più da parte di una squadra che a roster ha Oubre. Senza dimenticare i 16×3 di Mahinmi (gli stessi soldi di Pau Gasol, per intenderci..), che da centro di riserva guadagna il 25% in più del titolare Gortat. Insomma, il futuro del conto economico a Washington è tutto tranne che rassicurante, e devono sperare che la stessa improbabile alchimia trovata sulle tavole arrivi anche nelle stanze dei loro commercialisti. Definizione: nonostante tutto…

 

WESTERN CONFERENCE #3: SAN ANTONIO SPURS. Discorso abbastanza articolato quello che riguarda la prossima stagione degli Spurs. Secondo noi rischiano di non fare nemmeno le Conference Finals. Non erano una squadra giovane e non erano una squadra di atletoni: hanno perso i due atleti più esplosivi (entrambi under30), la sf Jonathon Simmons e il centro Dedmon, per inserire Rudy Gay e il centro-bonsai francese Lauvergne. Fino a Dicembre non ci sarà Tony Parker, ma alla fine questo intoppo avrà anche risultati positivi, come quello di avere il Francese fresco ad Aprile, e quello di far giocare Dejountè Murray, da noi segnalato come vero furto del Draft 2016, e in effetti già autore di prove significative…continuate a tenerlo d’occhio. Proseguiamo. LaMarcus Aldridge ha fatto una specie di comin’ out recentemente, raccontando a coach Pop di “non essere felice” perché conscio di non riuscire a giocare come vorrebbe, di non essere (ancora) pienamente nel “sistema” degli Spurs. Atteggiamento apparentemente umile e costruttivo, ma: una critica sotto forma di confessione o viceversa? Vero è che il rendimento di LMA in Texas finora è stato inferiore alle aspettative, ed arriviamo al nodo centrale: Kawhi Leonard. Al di là di tutti i premi e le opinioni, il fatto è uno: lui, e solo lui, è il miglior giocatore NBA. Ma gli Spurs ne sono troppo dipendenti (tra l’altro potrebbe saltare la prima settimana di regular season, per problemi muscolari). Il loro gioco offensivo è spesso stato un imbuto la cui apertura era unica e nota: Leonard, e gli avversari si adeguavano. Per quanto possa sembrare irreale, Kawhi può ancora migliorare. Difende come nessun altro e segna 30 quando vuole, con rimbalzi spesso in doppia cifra. Restano gli assists. Kawhi è, tra i 60 giocatori che restano di più in campo per la propria squadra, solo 57’ per assists totali e 52’ per assists secondari (il penultimo passaggio, statistica ereditata dall’hockey), e, tornando a LMA, pur avendo i due giocato insieme per ben 1900 minuti, solo 47 volte dalle mani di Leonard è partito un assist al compagno. Dando per assodato che gli Spurs proprio non riescono a non essere eccezionali in difesa (nei 23 anni della Popovich-era solo 5 volte non sono stati tra le prime 5 difese dalla NBA), è dai progressi in attacco che passa l’esito della loro stagione. Ovviamente, oltre a migliorare il suo sharing the ball, Leonard deve avere anche bersagli affidabili per gli scarichi: in questo senso deve essere letto l’ingaggio di Gay, che ha tiro ma anche 1vs1 sia frontale che da post, e può giocare sia insieme a Leonard ed Aldridge contemporaneamente che come loro back-up. Per una squadra che ha Il Migliore e tanti altri grandi giocatori a roster, il monte stipendi è ridicolmente basso: 12’ a 115 MM, testimonianza del fatto che, pur di giocare nell’eccellenza della famiglia Spurs, i giocatori sono disposti a pagare. Definizione: “transizione competitiva” in attesa di Ettore Messina.