Bubble season, crazy season: lo dicono in molti e non hanno torto, dai risultati di stanotte.

Bastava arrivare a 7:05 dalla fine del primo quarto per poter andare a letto sapendo come sarebbe finita. Dopo un timido vantaggio, i Lakers avevano messo in opera in soli 5 mins tutto il peggio del loro repertorio, tutto quel che NON devono fare per vincere le gare, le serie, il Titolo. Davis oltre la riga delle triple, Davis che porta palla e la perde, che rinuncia a un possesso offensivo perché ha avuto un piccolo colpo alla bocca e pensa bene di saltare un giro toccandosi le labbra; LeBron che difende come un ghisa nel centro di Milano con le gambe totalmente dritte e le braccia a dirigere un traffico immaginario, che cerca di fare finta che Gordon possa fargli male e invece di asfaltarlo prova ad evidenziare i contatti per guadagnare lunette. Quello, tra l’altro, è il gioco dei Rockets da 3 anni: flop, esagerazioni, proteste…è inutile andare contro i maestri della categoria. Aggiungete LBJ che spara missili ai compagni, chiamandoli assist: è appena ovvio che la metà di quei passaggi assurdi finisca fuori dal campo. La gara era già finita dopo quei 5 mins, se avete sufficiente conoscenza della NBA. Ora si potran dare colpe ai rincalzi di L.A., o meriti alla prestazione di HOU: la sola verità è che tutta la serie inizia e finisce con James e Davis e il loro atteggiamento. I Lakers potranno avere successo se vedremo le due Stelle difendere e in attacco col culo verso il canestro in post basso a prendere botte e liberare il perimetro per i compagni: i quali, numeri alla mano, sono più scarsi da 2 che da 3, quindi meglio stiano oltre l’arco. Houston positiva per approccio alla gara: pare che la durezza della serie vs OKC non si sia fatta sentire, anche perché i Thunder hanno dato almeno due gare perse con molto anticipo, rendendola una serie da 5 e non da 7. In ogni caso, i Rockets sono la prima squadra per efficienza difensiva dalla Bubble in poi, e la seconda nello sfruttare le palle perse altrui. Un’occhiata alla prestazione di Westbrook: la solita marea di perse (5) e la solita incapacità di tirare da oltre 3 metri (1/5 da 3, 3/6 ai liberi), però anche 9 rebs, 6 ass e soprattutto 9/19 da 2, che non è geniale ma ampiamente sufficiente; si limitasse ai tiri che sa mettere tenendo il cervello al passo della logica sarebbe sempre utile come stanotte. Lo 1-0 potrebbe non essere significativo: dipende dai due boss di LAL.

 

Durante la cronaca di Gara2 TOR-BOS, Stan VanGundy ha fatto notare una cosa che mi sembra determinante per spiegare le difficoltà di Antetokounmpo e quindi dei Bucks: un particolare non meno importante dei problemi di falli, ai liberi, psicologici in generale, e del fatto che tutti i Bucks, coach compreso, dopo la protesta per Jacob Blake si sono ulteriormente persi. SVG ha fatto notare che in the Bubble i refs hanno aumentato tutto: i fischi totali, i fischi per falli sul tiratore, le gite alla televisione, i fischi sui falli da 3 e il numero di flagrant; solo una cosa è diminuita: i fischi contro le difese troppo adattate, sia sul pick and roll (soprattutto centrale, n.d.r.) sia sulle spaziature in fase di palla ferma in un punto del campo (soprattutto nelle iso sul quarto di campo, n.d.r.). Questo avvicina molto il basket NBA alle regole FIBA, e dove abbiamo visto particolarmente impacciato lo Pterodattilo Greco? Ai Mondiali FIBA in Cina nel 2019. Oltre a tutto il resto, questo particolare ha reso molto meno MVP lo MVP 2019, che ha via via perso confidenza fino alle ultime prestazioni, che sono salvate dai numeri e dal confronto con i compagni, ma non sono mai state degne di lui (stanotte 21-16-9, 0/7 da 3, 7/12 ai liberi). Con una gara assai simile a Gara1, i Miami Heat si sono portati 3-0 nella serie, e si sa che nessuno è mai riemerso da simile svantaggio. Non poco pesa sulle spalle di coach Bud: stanotte il Greco si è infortunato, ma non vedo altro momento che quello in cui si sta fronteggiando un’eliminazione per non avere riguardo di scavigliate e roba simile, e per lasciare in campo una Stella un po’ infortunata ma pur sempre in grado di gestirsi. MIL ha talento diffuso, non grandi picchi di talento, e tenere fuori la Stella è follia, così come continuare ad ignorare Ilyasova. Miami è stata perfetta, guidata da coach Spoelstra, ben altro spessore. Prima ha lavorato ai fianchi, poi ha aggredito i Bucks quando coach Bud ha panchinato Giannis con poco meno di 8 mins da giocare. Durante la gara gli Heat hanno compiuto uno sforzo collettivo che li aveva portati ad avere, per esempio, ben 7 uomini a segno da 3 (il vecchio Iggy 2/2, Crowder 5/11, e Jones Jr. evidentemente non sa solo schiacciare: 2/2); il colpo finale è stato inferto dalla loro Stella: Jimmy-B (30-7-6, con 2/5 da 3 e 14/19 ai liberi) ha segnato 17 da solo nel quarto periodo mentre tutta Milwauk