La parte iniziale della stagione NBA ha messo in mostra in modo diverso due centri serbi, uno già affermatissimo e l’altro in costante progresso.

Quello affermatissimo, Nikola Jokic, ride ancora, e io con lui, al paragone di Stefano Michelini che lo definì inferiore a Tessitori; tuttavia il rendimento è in calo finora rispetto lo scorso anno. In alcuni comparti statistici il passo indietro è netto, ma quel che salta più agli occhi è un aumento: di peso. Probabilmente The Joker non ha mosso un alluce dopo i brutti ma faticosi Mondiali con la nazionale serba, e potrebbe anche aver ricominciato con la sua personale droga, la CocaCola. Appena arrivato a Denver, nel 2016, fu messo a dieta ferrea, riducendo a 0 il consumo della bevanda, che era comodamente assestato su 4 bottiglie/giorno, da litri 2. Il nodo statistico principale è dato da un -7% nel tiro da 3, problema non da poco, perché annulla parte della sua pericolosità esterna anche come passatore: i pti/gara sono calati di 4, gli assists di 1. Essendo un giocatore non atletico ma anche il vero playmaker dei Nuggets, la sua ridotta pericolosità in attacco ha creato problemi a tutto il gioco di Denver, specialmente alle guardie, e soprattutto ai due back-up. I titolari Murray ed Harris segnano infatti, insieme, 3 pti meno dell’anno scorso, ma Morris e Beasley registrano un – 8 combinato. Il back-court dei Nuggets, preso nel suo complesso, è stato lo scorso anno una delle posse più redditizie e meglio assortite della NBA, mentre in questa stagione soffre. Accade anche perchè Jokic gioca gli stessi minuti dello scorso anno, ma differentemente distribuiti: le sue gare sono infatti spesso spezzettate, con ingressi e rapidi riposini, e quando si siede in panchina il volto paonazzo dice della condizione fisica non eccelsa. Questo tipo di gestione, che pare al momento obbligato, incide soprattutto sugli esterni un po’ meno talentuosi. A parte i Lakers che al momento paiono inarrivabili, i Nuggets sono però distanti solo 2 partite e mezzo dai Clippers secondi ad Ovest: nulla di irrecuperabile, considerato anche che Denver si è trasformata in potenza difensiva. Sono la miglior difesa NBA per punti concessi.

L’altro Serbo gioca a Los Angeles, ora ai Clippers: Ivica Zubac mostra numeri pazzeschi se liberati dal suo attuale minutaggio, che è relativamente scarso ma costante sui 16 minuti. Il suo 8.4 + 6.7 e 1.1 stoppate diventa assordante se trasportato sui 36 mins di impiego: 18 + 14.4 e 2.4 stoppate, oppure sui 100 possessi: 23.4 + 18.6 con 3.1 stoppate. Le % di tiro sono ottime sia da 2 (59) che ai liberi (82.5), e la mente cestistica del giocatore pare più raffinata della media dei centri. Non è un passatore immaginifico come Jokic e non tira mai da 3 (0/2 finora), ma è dotato di grande fisico, atletismo e mobilità in campo sono decisamente superiori a quel che si potrebbe immaginare vedendolo semplicemente camminare. Difficile che, nei Clippers attuali, riesca a vedere più campo, ma certe cifre di certo non sono sfuggite nemmeno ai Lakers, che lo hanno lasciato andare in maniera improvvida, a mio avviso: uno degli ultimi errori di Magic Johnson.