Cosa è successo nel week-end in the Bubble?

E’ ufficialmente terminata la stagione di Ben Simmons, che si sottoporrà ad intervento chirurgico per sistemare il frammento rotuleo che vaga nel suo ginocchio; inoltre, nella gara di stanotte Embiid si è fatto male alla caviglia dopo 8 mins di campo e non è più tornato. Di conseguenza PHI è diventata avversario ideale nei PO, da più pericoloso underdog che era. Indiana infatti continua a vincere (1 solo KO finora nella ripartenza) e a presentare TJ Warren in missione per conto delle divinità: l’ala dei Pacers ha letteralmente umiliato la difesa dei Lakers con 39 da 15/22 al tiro, compresi 5/8 da 3. Lakers sempre meno somiglianti ad una formazione capace di vincere 16 gare su 28 nei PO, ovvero quel che serve per arrivare al Titolo. I PO della Western cominciano ad avere qualche sentenza con cui fare i conti: 2 KO per i Kings e bilancio 1-1 tra ven e dom per NOLA, sono risultati che pongono le franchigie molto lontane dalla post-season. In mezzo infatti stanno sia la posizione ancora preminente di MEM, ma soprattutto lo stato di forma eccellente di POR-SA-PHO. I Suns ancora non han perso nella Bolla, gli Spurs hanno vinto 2 su 2 nel fine settimana e i Blazers hanno sì perso vs i Clippers ma si sono ripresi il giorno dopo vs i resti dei Sixers, con 51 di Lillard. Dame infatti aveva assunto piena responsabilità per il KO vs LAC con i due liberi sbagliati nei secondi finali, ma come sempre gli accade si è ripreso alla grande: grande giocatore, grande leader, grande uomo; a lui si aggiunga lo stato di forma pazzesco di Gary Trent Jr: ha una bocca forse troppo veloce, ma le sue triple al momento sono sicure come la bara e le tasse, tira col 58% da 3. Partite quasi sempre bellissime e tirate, tra sabato e domenica 3 gare ai supplementari: le W di BOS vs i Magic, di DEN vs Utah (doppio OT) e di DAL vs i Bucks, con la sfida stellare tra Doncic e Antetokoumpo. Lo Sloveno conferma la sua supremazia sul moderno basket: non contano tanto i numeri (altra tripla doppia con 36-14-19, suo career-high per ass.) ma il comando assoluto che Luka dimostra di avere. Il passaggio in mezzo alle gambe con la mano sx per la schiacciata del tagliante Kleber nei secondi decisivi dei regolamentari sa di Bird e Magic INSIEME.

Se ad Est la profondità dei Bucks (hanno 15 giocatori veri, senza rookies o two-way contracts o arrivi all’ultimo momento dalla G-League) sembra un riparo sufficiente dalla solidità un po’ stanca di Toronto e dal talento di estrema incostanza dei Celtics, ad W la posizione dominante dei Lakers è messa in discussione dall’assenza di guardie di valore e quella dei Clippers dalla loro incostanza e indolenza, e dal fatto che a forza di far riposare ogni gara due o tre elementi del quintetto stanno perdendo valore agonistico. In questo panorama, voglio ricordare che Denver sta giocando sempre al massimo e sta recuperando poco alla volta le sue guardie. Jamal Murray è tornato proprio per testarsi con la maratona vs Utah (e alla fine pur distrutto ha infilato la tripla più importante), Gary Harris e Barton non saranno in campo stanotte vs LAK ma stanno rimettendosi in pista. Denver è molto più che un terzo incomodo: è una seria minaccia alle preannunciate (forse troppo in fretta) Western Conference Finals tra Clippers e Lakers.