Ogni edizione dello ASG porta con sé un delitto imperdonabile, a volte due.

E’ il caso del 2020, uno per Conference: parleremo di questi crimini vs il Gioco e della rivoluzione nel formato della gara, che trovo del tutto positiva.

Ad Est, Bradley Beal fuori e Middleton dentro; ad Ovest Devin Booker fuori e Lillard dentro. Son questi i due delitti. Beal sta facendo letteralmente TUTTO a Washington: 28.7 + 4.5 + 6.4 in quella franchigia sono MOLTO più che le pur ottime stats di Middleton (che è un gran giocatore, sia chiaro) nella squadra migliore insieme allo Pterodattilo Greco; aggiungo come puro dato: negli ultimi 3 anni e 281 partite, Beal ne ha perse 5, è sempre in campo e presente.

L’esclusione di Booker riesce ad essere persino più sconcertante, perché le sue cifre abbinate alle sue percentuali (27.1 con il 56% da 2, il 37 da 3 oltre il 91 ai liberi) sono state registrate solo da una manata di giocatori, tra cui Jordan e LeBron: un club abbastanza esclusivo che meritava maggior considerazione del pur ottimo Lillard.

Le news positive arrivano invece dalla riforma del formato della gara, che diventerà più interessante, e, se non lo sarà, almeno farà beneficenza. Da ora in poi si giocherà così: verranno nominate due organizzazioni cui destinare la beneficenza, una per squadra, presumibilmente scelte dai capitani delle due formazioni (quest’anno Antetokounmpo e James). I primi 3 quarti saranno 3 differenti gare da 12 mins: la squadra che vince, guadagna 100mila dollari per la beneficenza; si tiene da parte il punteggio della squadra vincente. Esempio: 30-32-34, e si sommano ottenendo 96. A questo punteggio in onore di Kobe Bryant vengono aggiunti altri 24 punti: arriviamo a 120. Il quarto periodo è quindi mirato ad arrivare a 120, non vincolato a 12 mins di gioco: la prima che arriva a 120 vince lo ASG e guadagna altri 300mila per la beneficenza.

E’ una riforma che avvicina la gara a un campetto di quelli competitivi, e aggiunge lo scopo di guadagnare soldi per la beneficenza: qualcosa per cui nessun giocatore, almeno in teoria, vuole farsi trovare assente o pigro.