E’ un report sulla Summer League, che ha giocato la quarta giornata, la prima a Las Vegas.

Più ancora, è il saluto ad un’epoca. Come i Piccoli Indiani di Agatha Christie, ne è rimasto solo uno ad Alamo. Ritirato Timoteo, presente (forse in eterno) Manu, a non vedere nella propria carriera solo i colori nero-bianco-argento dei San Antonio Spurs sarà il più irrequieto (nel rapporto odi et amo con Pop) dei tre Grandi: Tony Parker ha firmato per due anni a Charlotte (10MM$$). Diventa quindi un dipendente di Michael Jordan, e potrebbe avere prospettive di quintetto, trovando peraltro un ex assistente Spurs come head-coach: Parker e Borrego si conoscono bene. L’acquisto di Tony, la presenza a roster di altre 3 pg: tutto fa pensare all’addio di Kemba Walker (Lakers? Celtics? Gli stessi Spurs? Clippers?). Alamo potrebbe rimanere ancora più sguarnita: secondo i rumors meno accreditati (ma ci piacciono proprio per questo..) Kawhi parrebbe destinato a ClipperTown, dove sarebbe il Franchise Player, andando a guadagnare, anche se non da subito, quello che vuole. Inoltre, i Grizzlies hanno fatto una buona offerta su 4 anni a Kyle Moviola Anderson: essendo il giocatore Restricted Free Agent, gli Spurs hanno un paio di giorni per pareggiarla e tenerlo.

Questo è il trasferimento epocale, quello che segna davvero la fine di una parabola fantastica; degli altri potete leggere ovunque. A noi interessa molto di più continuare a presentare i nuovi arrivi, i ritorni, i potenziali “europei” che si stanno giocando l’inizio di carriera nella SL, ora approdata al round principale, quello che vede sfidarsi a Las Vegas tutte le 30 squadre NBA.

Iniziamo con due giocatori che abbiamo sponsorizzato e ci stanno dando ragione: Mo Bamba (ORL) e Aaron Holiday (IND). Il centro next-Embiid non ha avuto bisogno di gran minutaggio (19) per infilare 11-7-2 con 1 stoppata stellare; nella gara hanno impressionato due giocatori ottimi per l’Europa: ad ORL Troy Caupain, guardia, passato (o ancora passante?) da Udine e autore di 22 in 24’ con 10/15 dal campo, ma 9/9 da 2; l’altro è Shawn Dawson, sf/sg, Israeliano-Americano in quanto figlio di Joe Dawson, che ha speso in Israele 15 anni: il figlio gioca già in Israele e ha avuto 2 quasi-contratti nella NBA, 18 tiri in 18 minuti con 8 centri non parlano di timidezza. L’altro nostro pupillo, la pg ex-UCLA, ha messo in opera molte più cose positive che negative: i 7 falli (in SL si esce a 10) e le 6 perse sono indice di eccessivo entusiasmo, per così dire, ma appena messa palla per terra, AH ha firmato tutti i primi 10 pti dei Pacers vs i Rockets (3/3 con 2 triple e un assist, per finire 23-5-2 con 9/15 dal campo, di cui 3/6 da 3). Nella stessa gara, lato HOU, ottima prova del lungo tedesco Hartenstein (12+11 con 3 rec e 4 stoppate), che dopo un anno tutto di G-League potrebbe fare il roster nella squadra “vera”.

Giocato il primo di molti confronti (fino alle Eastern Conference Finals, presumibilmente) tra Celtics e 76ers. Risultato non importante, ma finalmente pare stia uscendo il talento di Furkan Korkmaz. Quando 2 anni fa il ragazzo fu scelto da Phila, noi eravamo entusiasti: grande personalità, multidisciplinare (nerd, YouTuber, DJ), grandi istinti cestistici per il Turco. Aveva però faticato nell’approccio alla NBA: ora pare meglio ambientato e più conscio dei propri mezzi. Agevolato anche dal fatto di provenire bello caldo dalle Qualificazioni Mondiali, ha messo 40 nel paniere di Boston con distribuzione hardeniana delle segnature: 8/14 da 3, 12/15 ai liberi. Dopo 4 mins di secondo quarto la gara aveva questi parziali: Korkmaz-Celtics 17-26, Korkmaz-compagni 17-10 (6/7 vs 3/14 al tiro). Solo 6 mins per la prima scelta dei Celtics, Robert Williams: un accenno per temere che l’indole “sonnolenta” (persa la prima conferenza stampa, poi perso l’aereo per Las Vegas) non sia solo calunnia. A Boston visto Jarrod Uthoff, unfrafted 2016 perché, ritenuto fino alla Combine un 2.11, si rivelò essere non più che un 2.06, magrolino: materiale da costruire, ma qualche base esiste, perché mette benissimo palla per terra dopo un anno di lavoro nella G-League dei Mavs.

Nei Mavs che sfidavano i Suns non ha giocato Doncic, il migliore è stato Jalen Jones, che difficilmente potrà vedere molto più della G-League, e, se la Lega accessoria della NBA non fosse diventata così remunerativa, sarebbe ottimo per l’Europa: 2.01 per 100 chili con tiro da fuori più che discreto (2/3 da 3 stavolta, per 16+11 in 26 mins). Nei Suns, la prova della Prima Scelta Assoluta, Ayton, non è stata trascendentale (10+8), ma sufficiente a far capire che il ragazzo ha potenziale enorme che necessita di essere innescato: non è al momento pronosticabile come un novello Embiid, ma è più simile a Pat Ewing; si tenga presente che ha solo 19 anni e ha scoperto il basket che ne aveva già quasi 13. Terminiamo con due conferme, una positiva/una negativa, e una sorpresa. Trae Young è in enorme difficoltà: 3/16 dal campo (1/8 da 3, segnando l’ottavo..) e 7 ass ma 6 perse, cifre che portano le sue stats in 3 gare a 12/49 (4/24 da 3) con ben 11 perse su solo 13 ass. La sorpresa è Grayson Allen, che pare fisicamente molto più competitivo di quanto possibile ritenere, ed anzi ha giocato persino da pg, ruolo in cui la sua stazza può mettere in difficoltà molti difensori. La conferma Moritz Wagner: ha un bel corpaccione, ma lo muove con agilità, oltre al tiro ha ottimi fondamentali e può giocare anche da 4 (mentre da centro giocava Ayers, il dodicesimo Sperone dell’Anello 2014).