Nel programma Gara 4 tra Celtics/Bucks e tra Warriors/Rockets.

Una squadra che ha fatto di una certa qual inconsistenza l’emblema stagionale difficilmente può cambiare del tutto pelle in occasione dei Playoffs. Questa squadra sono i Boston Celtics, che dopo aver vinto 5 gare di seguito in post-season (le 4 contro i Pacers e Gara 1 vs MIL) sono ora sull’orlo della eliminazione, e saranno eliminati nella prossima partita in Wisconsin. Come per Gara 3, i principali punti deboli sono stati la pressoché totale sparizione della panchina e il rendimento di Irving. Il pino pur ritrovando Marcus Smart ha totalizzato 7-8-2 con i 3 uomini principalmente utilizzati (Rozier-Hayward-Smart), e Irving (che vediamo presto lontano da Boston) è sì riuscito a mettere insieme numeri di un certo peso (23-10-7) ma ha avuto bisogno di 22 tiri (compreso un desolante 1/7 da 3) e ha perso 4 palloni. Milwaukee, invece, ha mostrato come la panchina pazientemente costruita con arrivi mirati durante la stagione (Ilyasova, Hill, Mirotic ora passato in quintetto per l’infortunio a Brogdon) possa fare davvero la differenza, oltre al fatto che per i Bucks gioca il più forte giocatore NBA della stagione e del momento, lo Pterodattilo Greco. Antetokounmpo, senza particolari favori arbitrali (10 lunette) ha messo insieme 39-16-4 e con lo stesso numero di tiri di Kyrie ne ha messi dentro più del doppio (15/22 vs 7/22). Oh, vero: dopo aver tirato 8/22 in Gara 3, Kyrie aveva detto un po’ scocciato a un giornalista che gli aveva fatto una domanda a proposito di percentuali di tiro: “Non credo che da ora alla fine dei PO vedrete da me un altro 8/22”…infatti. Lasciando la dirigenza bostoniana domandarsi cosa e chi sia davvero un leader, ricordo che attualmente i Bucks stanno giocando senza 3 infortunati di un certo peso: Brogdon, Gasol, Divincenzo. Se non bastasse quanto detto, per misurare la differenza di reale voglia di vincere tra le due formazioni basta osservare il rendimento di uno dei meno talentuosi ma più efficaci in campo, Pat Connaughton, che, sempre difendendo alla morte, totalizza 8.25 pti e 8.25 rebs. Tutte o quasi le squadre da titolo hanno un giocatore così nel motore: ricordiamo, per un esempio assai calzante come ruolo e talento, Matt Dellavedova nei Cavs 2016.

Nell’altra partita il Toyota Center di Houston è rimasta, dopo il KO casalingo dei Blazers di ieri, la sola Arena inviolata di questi Playoffs 2019. Terreno di Golden State non più di 15 minuti di gara, tra metà primo e metà secondo quarto e poi gli ultimi 5; terreno Rockets tutto il resto, soprattutto conferma del dominio della panchina di HOU e della sua supremazia a rimbalzo. Le difficoltà riguardo a panchina e rimbalzi possono essere sublimate dalla figura di Kevon Looney: anche se stanotte non ha avuto problemi di falli, il centro che dovrebbe rimpiazzare (pur venendo dal pino) Cousins ha messo insieme 3 rimbalzi in 22 mins, nessuna stoppata. E’ ovvio che entrambe queste mancanze arrivano a GS a causa dell’infortunio di DMC, che ha obbligato Kerr a perdere un cospicuo numero di rimbalzi, una cospicua quota di intimidazione, e infine a indebolire il pino portando Iggy in quintetto. La gara può anche essere vista come l’inseguimento tra Harden e Durant. Partito splendidamente, la Barba (38-10-4) si è affievolito nel finale, consentendo il riavvicinamento statistico di KD (34-7-5). Non si può ridurre tutto a questo confronto nè si deve tralasciare di considerare il fatto: tra i 38 di Harden e i 34 di Durant passa lo stesso scarto che ha segnato il match, 112-108. Forse, ripeto: forse sta arrivando nella serie anche Steph (30-4-8), che finora ha tirato malissimo (nelle tre gare precedenti 18/51 di cui 8/32 da 3). Stanotte il dato finale dice lo stesso 4/14 da 3, ma da 2 è andato molto meglio (8/11) e soprattutto ha giganteggiato nel primo passaggio positivo degli Warriors; se davvero Steph entra in gioco, le prospettive cambiano radicalmente. Finora HOU e GS si sono scambiate punches casalinghi, facendo diventare ancora più importante la prossima Gara 5 alla Oracle Arena: attenzione perchè, dovessero perdere gli Warriors, potrebbe anche essere l’ultima gara di sempre nell’Arena dove il Gioco moderno è nato.