Da più di 30 a meno di 20 può essere già un successo, se si parla dei punti sulla schiena dei Raptors. Ma prima le news.

Le news sono copiose e riguardano tutte le panchine della NBA.
NEW YORK KNICKS. Siamo ai dettagli, e l’annuncio ufficiale a breve dovrebbe conferamre quel che tutta la NBA già sa: il nuovo head coach dei Knicks sarà Jeff Hornacek. Scelta in controtendenza, e dunque decisamente in Phi-J style. Hornacek ha costruito e poi visto dissolvere (non senza sue responsabilità) una bella squadra a Phoenix, fallendo sempre, però, i playoffs. Sempre da nono, quindi per un pelo, e nel 2013-14 avendo un record che mancava per qualche decimo di percentuale il 60, stabilendo il non simpatico primato di squadra col miglior record ad essere eliminata dalla post-season. Hornacek non è un profeta del triangolo, anzi risulta che non l’abbia mai usato, anche se da forte giocatore degli Utah Jazz di Malone+Stockton ci ha sbattuto contro affrontando e perdendo le Finals contro MJ e i Bulls. Inoltre, gran parte del produttivo gioco dei Suns hornacechiani era basato sul tiro rapido, l’assenza di un vero e proprio go-to-guy e la preponderanza assoluta dell’uso delle pg realizzatrici, come Bledsoe e Dragic. A NY la situazione è opposta, perchè hanno un roster potenzialmente più da attacco schierato, hanno il principe dei go-to-guys, e non hanno una sola pg di valore, senza neppure considerare il fatto se possa o meno realizzare 20 di media.
ORLANDO MAGIC. Loro si sono sistemati prendendo dal marciapiede vellutato su sui era appena cascato Frank Vogle, ex dei Pacers. Dicono contratto da 22 milioni per 4 anni, in linea quindi con le sperate tempistiche di progresso delle carriere dei giovani leoni di Orlando. Allenatore moderno anche se poco pubblicizzato, Vogel ci sembra molto più adatto del sergentone Skyles a guidare i ragazzi della Florida. Unico neo: dato che andrà via da Houston, è già iniziata la Dwight Howard Comeback Mania: brutta gatta da pelare se dovesse tornare davvero.
HOUSTON ROCKETS. Loro sono ancora senza coach, i colloqui procedono e al momento sembra ristrettta a 3 nomi la rosa dei candidati. In prima posizione Mike D’Antoni: è il preferito del proprietario Leslie Alexander, che, dopo il disastro McHale-Bickerstaff di quest’anno, ha deciso di NON lasciare carta bianca al GM Morey; coach D’Antoni è tuttavia meno considerato dal resto del managemnt di Hopuston, motivo per cui il job è ancora vacante. Seconda scelta Steve Silas, 43enne attuale assistant agli Hornets (quindi difesa e poche palle perse): Silas è un diplomato di Brown U., un cervellone quindi, ed è figlio del leggendario giocatore Paul Silas, 3 Titoli NBA vinti (2 Celtics, Supersonics), meno leggendario come allenatore NBA (record perdente al 44%, ma 3 stagioni ad allenare i San Diego Clippers ad inizio anni ’80, perciò è perdonato senza dubbio). Infine, ultimo nell’ordine e come cronologia di contatto, Rex Kalamian, assistant ai Raptors da quest’anno, ma in realtà storico vice di Brooks ai Thunder, alla cui crescita ha non poco contribuito.
INDIANA PACERS. Loro si sono presi il nuovo coach, e, per quanto si tratti di un nome prestigioso ma fuori da qualche anno dal grande giro, non possiamo, a posteriori, non vedere il carattere di Larry Bird nella scelta di promuovere da assistante a capo Nate McMillian. Coach NMM non le ha avute tutte facili nella vita, però è un ex giocatore con momenti di valore assoluto in carriera, e anche da allenatore ha saputo trovare passaggi di elevato rendimento. Per esempio, ha maneggiato con cura i Blazers nel momento di passaggio in cui ritornavano ad essere Trail dopo essere stati Jail. Prima stagione 21-61, per poi arrivare ad un record di 54-28. Ha sempre avuto più successo in regular season che nei PO (5 apparizioni, solo una volta superato il primo turno). E’ senza dubbio uno degli uomini più apprezzati nella NBA.

Ed ora veniamo alla serie di Eastern Conference Finals che fungerà da comodo tapis roulant per i Cavs verso le NBA Finals.

QUICKEN LOANS ARENA, CLEVELAND. TORONTO RAPTORS 89 – CLEVELAND CAVS 108
L’assenza di Valanciunas (possibile ma non probabile un suo ritorno per Gara4) è per i Raptors un fardello determinante, almeno ai fini della possibiltà di vedere partite di basket “vero” e non solo uno scrimmage di allenamento. Appena pubblicato il nostro studio sul tiro da 3 dei Cavs, è ironicamente iniziata questa serie in cui la scelta slava viene giustamente accantonata, perchè il pitturato di Toronto è drammaticamente sempre libero. LBJ ha 18/26 da 2 nella serie finora, ma soprattutto ha 17/17 nella zona colorata. Altro da dire per identificare cosa sta succedendo non c’è. Stanotte James si è dato alla tripla-doppia: 23-11-11. 26 per Kyrie, 19 per Love e 9+12 per TTT. I Cavs hanno giocato tutti, ma in una gara senza storia la panchina non ha avuto bisogno di incidere: 21-11-7 il bilancio non luccicante per il pino di Cleveland, in cui si segnala il minutaggio a soli 8 di Dellavedova. Per Toronto solito Lowry da mano gelata nei PO: 4/14 comprensivo di 1/8 da 3. DeRozan (22-5-2) ha preso gli stessi tiri (18) di Gara1: difficile non vedere in questa costanza la mano strangolatrice della difesa che può concentrarsi su un solo uomo. Stanotte Casey ha provato ad elevare la fisicità dei suoi dinosauri concedendo il quintetto a Scola (sacrificato il solito povero Patterson), ma non è servito granchè.
Serie 2-0: Cleveland imbattuta in post-season (10-0) e possibilissimo che continui così fino alle Finals.