Contro i pronostici di quasi tutti, i Celtics si aggiudicano Gara5 battendo i Cavs al TD Garden.

Conferma: la serie si sta dipanando in maniera assai convenzionale, al netto degli heroics e delle delusioni che la caratterizzano gara per gara.

Conferma: questa versione di Boston è una delle formazioni più impronosticabili della storia NBA.

Conferma: non siamo pazzi nel definire “bene, non benissimo” la prestazione di LBJ (stanotte 26-10-5) nelle Eastern Conference Finals. Ovviamente è imprescindibile per i Cavs, ovviamente sa essere dominante e guadagnarsi il rispetto che si deve a un Prescelto. Però uno sguardo accurato alle stats rende le sue prove meno stupefacenti. O non soltanto stupefacenti. Prima di stanotte aveva il 54% al tiro (1.5% in meno che nel resto dei PO 2018), composto dal 59% da 2 (2.5% in meno che nel resto di questi PO) e il 39% da 3 (qui ha il 6% in più, anche se composto in maniera altalenante: in Gara1 4/4 poi 1/7, 3/3 in Gara3 ma 0/5 in Gara2), e soprattutto aveva 23 perse in 4 gare, ritmo da 6 a partita: confermato stanotte e sono quasi 2.5 perse in più della media di tutta la sua carriera in post-season. Quindi: James determinante, ma ben contrato dai Celtics, che gli stan lasciando le triple e lo limitano in molte altre cose, sia rispetto le medie in carriera sia rispetto le medie post-stagionali 2018.

Con queste certezze i Celtics affrontavano Gara5 come non avessero beccato 68-35 nei primi quarti delle due gare in Ohio, e il loro vantaggio a fine primo periodo sarà lo stesso del finale: +13 (96-83)

Cleveland non ha mai alzato la testa: nel solo momento in cui avrebbe potuto farlo (originato da una decisione patetica dei refs che ha destabilizzato per qualche minuto Boston: hanno sanzionato con lo stesso tecnico sia Morris che aveva verbalmente provocato che Nance, che invece aveva reagito aggredendo fisicamente) si era portata a -6 con due liberi da convertire, liberi invece sbagliati proprio da Nance Jr.

La cucina di mamma fa molto bene a Jayson Tatum. Lo avevamo indicato come fisicamente alle strette, invece tornato a casa ha prodotto la miglior gara di PO della sua giovane carriera, dimostrando capacità di adeguamento da vera Stella. Quando si parla dell’adeguamento da NCAA a NBA, pensate a questo: Tatum ha giocato, prima di diventare pro, 29 gare a Duke, gare in cui giocava essendo sempre in vantaggio sia fisico che tecnico sul diretto avversario; da rookie nei Celtics questa è stata la sua gara 97, giocando vs avversari che quasi sempre sono stati più grossi di lui. Ecco perché la compostezza di questo 20enne (già padre, però, e anche questo è un fattore) è da ammirare, insieme al 24-7-4 con 4 rec e 2 stoppate di stanotte. E’ stato in particolare lui, insieme a Gemello Marcus (13+6, inizio da 3/3 nelle triple), a rimandare indietro i Cavs ogni volta che i ragazzi di Lue trovavano un buon abbrivio.

Anche l’altro che ci era parso in solenne difficoltà vs Tristan Thompson (solo difesa stanotte: 1+6), Al Horford, è parzialmente rinato, ma come quelle di LBJ anche le sue stats sono da vagliare con senno. Di 15 pti segnati, 6 sono arrivati da tiro libero (solo una coppia per fallo di TTT), 3 da una tripla, 2 da reboff, 2 da alley-hoop servito da Rozier: significa che di vero 1vs 1 contro TTT ha spremuto solo due pti, e il 4/9 dal campo dice della sua sofferenza. I 12 rebs sono stati ottimi, così come lo sforzo difensivo. La difesa di Boston doveva essere migliore che a Cleveland: l’occhio era puntato su Rozier, le quasi 50 volte che i Cavs avevano forzato il pick and roll per ottenere un confronto LBJ-ScaryTerry, gli adeguamenti di Stevens. Che sono stati brillanti: Rozier accettava il cambio, ma, nell’ambito della finta-zona bostoniana, un compagno era pronto o ad aiutare o a cambiare ancora; è interessantissimo guardare come i piedi di Rozier, mentre ciò avveniva, fossero già puntati nella direzione verso cui doveva correre, ovvero quella dell’uomo più lontano dalla palla per riempire la casella lasciata vuota. Questo adeguamento è costato un inizio folgorante di Kevin Love (8 nei primi 5 mins, 14-7-2 con 2 rec e 2 stoppate alla fine), ma alla lunga è stato fruttuoso perché ha ottenuto anche 5 perse dei Cavs (2 di LBJ) nel primo periodo: i Cavs si sono presto scomposti, James per primo, ed hanno dimenticato il loro piano-partita. Dal canto suo, Rozier è incappato in una nottataccia offensiva: ha tirato 15 volte mettendone solo 3, ma ancora più impressionante è che a finire dentro siano stati i  tiri 1, 14 e 15…12 padelle in fila sono forse un record. Le guardie titolari hanno sofferto da ambo le parti, ciononostante le difficoltà di Rozier+Brown sono state al tiro (7/30 ma +10 di plus/minus) mentre Hill e JR Smith sono stati disastrosi ovunque e soprattutto in difesa, con Smith imbarazzante. In tutto questo, trattandosi di The King, non poteva mancare il Drama, materializzatosi nella faccia/andatura/postura del corpo di James, subito da ESPN definito “exhausted”. Certo, stanco deve essere perché parte della strategia dei Celtics è farlo correre sia in difesa che in attacco, ma è altrettanto vero che tutto ciò che James compie sul campo è sempre diretto ad accrescere l’attenzione su se stesso. Come una vera diva.

Pronti dunque a due giorni di pochi discorsi tecnici e molta telenovela su quanto sia stanco James, quanto inutili i suoi compagni, quanto enorme lui, e cosa abbia fatto in carriera “when facing elimination”.