Due volte a meno 3, su due triple di Reaves, ma…
1 – ALLENARE. Denver resiste e si aggiudica #1 delle Western Conference Finals. I Lakers sono partiti malissimo, colpa di coach Ham e poi hanno ribaltato la gara ma non fino in fondo.
2 – AVANZARE. Gli Heat da 8’ a fare le Conference Finals dopo avere eliminato il N.1 della RS; i Lakers da 7’ allo stesso traguardo, nell’Ovest, dopo avere eliminato i secondi e i Campioni uscenti. Queste due contender arrivate dal retro del tabellone nobilitano la formula del Play-In, sono la prima coppia di formazioni ad arrivare da quella fase fino alle CF. Il messaggio è duplice e vale per tutte le leghe. In primo luogo si devono tutelare gli investimenti e quindi la piattaforma del 50% (o poco più) di formazioni sul totale è diventata insufficiente: la NBA dimostra che, scegliendo il formato che si vuole (ma quello del Play-In è valido e intelligente), almeno il 60-66% deve avere una post-season di tipo positivo / potenzialmente ascendente. La seconda cosa è che serve, dati alla mano visto che alle CF arrivano, tra Est e Ovest, N.1-2-7-8, una riformulazione della RS. Forse meno gare, forse traguardi parziali anche in forma di sconti sulla luxury-tax o benefici per alzare il salary-cap dell’anno dopo. O qualche pallina nell’urna della Lottery anche per le squadre vincenti. Questa cosa delle palline in più nell’urna, in realtà, riguarda una diversa ma analoga idea: una post-season totale, in cui le perdenti fanno un loro torneo per garantirsi più possibilità di aggiudicarsi le migliori scelte.
3 – TOO SMALL. La decisione di coach Ham è stata contraria ai miei pronostici: è andato piccolissimo, con la doppia pg Russell+Schroeder, accompagnati da Reaves. Risultato pessimo. La coppia-infinita Gordon+Porter ha avuto grandi tiri, e grandi accessi ai reboff, per pura superiorità fisica. La situazione è migliorata con gli ingressi di Hachimura e Vanderbilt: vale sia per la prima mini-rimonta (-8 da -16) sia per la paura finale fatta passare ai tifosi dei Nuggets. In particolare dopo il meno 20 sul 101-81, i Lakers hanno iniziato a rimontare SENZA pg in campo, con Walker e Reaves negli spot 1 e 2 invece che 2 e 3. Ma non è stato sufficiente, troppo vantaggio e troppa fiducia presa all’inizio dalle Pepite. Of course, la rimonta è anche iniziata quando AD ha smesso di farsi prendere in giro da Jokic.
4 – BROWN & BRAUN. La rimonta di LAL ha fatto passare in secondo piano la prova di Bruce Brown (16-4-2), ma anche l’utilità tattica del rookie da Kansas. Pretendere che BB faccia anche da pg (solo lo scorso anno agiva da pf sottodimensionata alla PJ Tucker, scortando KD nei Nets) è troppo, ma questi due permettono a coach Malone di avere in continuum un vantaggio di taglia sugli avversari. Braun gioca da 2 ed è notevolmente più grosso di Reaves che stanotte non ha abbandonato quasi mai lo spot di sf, a parte che alla fine. L’importante è non esagerare.
5 – D-FENCE. I Lakers sono entrati nella serie con il migliore defensive-rating dei PO. Il punto, coi rating, è che vanno letti. Il primo posto di LAL è dovuto alla difesa schierata, quasi imperforabile. Al contrario, la difesa in transizione non è altrettanto buona, i Lakers corrono volentieri in avanti non indietro. Se controllate i secondi in cui i Nuggets hanno segnato i punti del primo strappo e poi quelli del secondo (il 101-81), trovate che sono arrivati tra il secondo 2 e quello 8 dei loro possessi. Altro dato: la rimonta LAL è iniziata quando hanno smesso di raddoppiare Jokic lasciando al Serbo i tiri da circo, se volevano entrare, e dando responsabilità a Hachimura con AD non in raddoppio ma in seconda battuta.
6 – KCP. Gran partita, a maglie invertite: 21-2-3 con 2 rec, nelle CF 2020 era ai Lakers.
7 – TUTTI A PHOENIX. Non credo nemmeno io a quello che sto per scrivere, e avverto che si deve fare uno sforzo per mettere da parte il giudizio (tra pena e ilarità) sui campioni che vagano tra franchigie, cercando un ambiente dove vincere un Anello sempre più lontano. James Harden sta entrando nell’ultimo anno del suo contratto, in player option: sceglie lui se restare. Fa differenza perché, a seconda, dovrà pensare lui o dovranno pensare i 76ers a come fare per accontentare il nuovo desiderio: andare ai Suns. Se rinuncia, PHI perde qualsiasi beneficio, se lui resta nel contratto i 76ers potranno ottenere contropartite. Magari non piccole, perché il tempo passa, un campione può avere max 12 o 15 assalti al Titolo, e i tentativi della Barba stanno finendo. La parte assurda è: potrebbe funzionare. Harden non si è mai dimostrato contrario a passare il pallone, a ben analizzare il suo modo di giocare gli si deve riconoscere un certo altruismo, le sue debolezze sono altre. Non cadete quindi nel tranello di: Eh ma con quanti palloni giocano a PHO? Non è quello il punto, bensì avere in panchina un polso differente da quello di Monty Williams (giustamente licenziato), un coach che alleni la situazione e il momento, non l’idea o il futuro. Altra cosa che mai avrei pensato di scrivere: la soluzione ideale è Mike D’Antoni.
8 – HEAT. In vista delle Eastern CF che iniziano stanotte. Sono appiccicosi e fastidiosi, e allenati divinamente. Non sono giovani e non sono atletici, ma credono in sé stessi come nessun altro. Ok, Jimmy-B e Bam, e GemelloCaleb è ottimo difensore, ma questa squadra è arrivata alla Finale Est senza Herro (infortunato da #1 del primo round), con Carneade Gabe e quel che resta del SubComandante Lowry in pg, Cody Zeller back-up center, Kevin Love come pedina tattica fondamentale (cfr. lo scorso numero della pagina) e poi Max Strus, Duncan Robinson redivivo e i rimasugli di Oladipo. Più sarà puro basket, più facilmente BOS vincerà.