Tre gare di PO stanotte. Quella più interessante era in programma a Boston.

Al TD Garden, durante la gara, e a pochi giorni dallo svolgimento della Maratona di Boston, è stata premiata Adrienne Haslet-Davis, che ha perso una gamba nell’attentato del 15 Aprile 2013. Danzatrice professionista, aveva giurato a se stessa di tornare a ballare e a correre la Maratona. Missions Accomplished. E’ anche molto carina.

TD GARDEN, BOSTON. ATLANTA HAWKS 103 – BOSTON CELTICS 111
Il tap-in schiacciata di Jerebko (11-12-4 con 1 stoppata) che apre le segnature della prima gara al TD Garden è il primo vantaggio dei Celtics di tutta la serie nei quarti da 1 a 3. Dopo aver stabilito il record negativo per meno punti in un quarto con i 7 segnati in Gara2, e il record negativo dei due primi quarti delle prime due gare di una serie di PO con 26 (19+7), i Celtics sono esplosi con 37. La chiave del loro rapido vantaggio (oltre ai 16 infilati da IT4 per iniziare) sta nell’aver DEL TUTTO (saggiamente) evitato per 16 minuti di tirare dalla media. Nei primi 18 tiri di Boston, 10 triple e 8 nel pitturato. I primi mid-range (% di Gara1+2 al 31 nella specialità, sarà un 2/9 alla fine per questa Gara3), son stati sparati nel secondo quarto a cominciare dal minuto 4 (centro di Sullinger, poi 4 errori). Dopo lo sparo del primo quarto, si è trattato fondamentalmente di una gara di resistenza, che i Celtics hanno affrontato con quintetti spesso mai visti durante la stagione. L’infortunio di AB e quello di Olynyk hanno rivoluzionato starters e panchina, portando Jerebko in quintetto e i rookie Rozier e Hunter a minuti inattesi. Il quintetto “tutto pino” con cui Stevens affronta di solito la fine del primo e il primo terzo del secondo quarto era Smart-Rozier-Hunter-Jerebko-Sullinger: uno svedese, un cicciottello, 2 rookies e un secondo anno (anche se Smart è Born Adult). Hanno tutti risposto molto bene: sui 9 utilizzati da coach Stevens, 9 hanno segnato, e siamo certi che a questo punto, dopo non troppe (ma sufficienti) dimostrazioni, non ci sarà più nessun tifoso di Boston disposto a buuuuuuare Danny Ainge per aver scelto Rozier invece che Jerian Grant allo scorso Draft. Verso la fine del secondo quarto gli Hawks son scesi a single digit di distacco, poi rintuzzati per i 12 di differenza dell’intervallone. Al ritorno, nuovo +19 Boston, ma da lì Atlanta inchioda i Celtics a 64, e inizia a mettere qualche tripla (2/3 di Bazemore+Korver, dopo un globale 2/18), e in due minuti torna a -7. Le triple di KK (17, 5/9 da 3),che resta in campo anche con 4 e poi 5 falli, conteranno tanto nel sorpasso di Atlanta (84-85). Un pallone raccattato da Jerebko dal profondo del trash-can nel pitturato di Atlanta darà ai Celtics un +2 prima del quarto periodo, un solo possesso ma notevole impatto psicologico. La gara ha un momento di bellezza perfetta in cui nessuna delle due squadre sbaglia nulla: finirà presto e si tornerà al basket fisico ed elettrico che queste due squadre mettono sempre in campo quando si affrontano (in memoria delle sfide PO degli anni ’80 che hanno edificato la rivalry). Il fossato viene scavato da 4 lay-ups quasi consecutivi mancati dagli Hawks (3 errori e 1 stoppata di Smart su Horford) in cui, nella seconda metà dell’ultimo quarto, i giocatori di Atlanta hanno sbagliato per pura fatica, per mancanza dell’ultimo centimetro di gambe. IT4 segna 42, suo massimo in carriera, nei PO e quando la sua squadra aveva le spalle al muro, e diventa il nono Celtic della storia a scrivere 40+ nella post-season. Atlanta non ha rovinato nulla, ma l’impatto fisico di questa serie ha fatto capolino per la prima volta tra le magliette col Falco. Horford (8-13-6) a Millsap (8+10 con 2 rec)che non raggiungono la doppia cifra, Teague (23-2-5) che smazza il primo assist dopo due minuti di terzo quarto sono segnali, arrivati dalla scacchiera di Stevens, che coach Bud non dovrà sottovalutare.
Serie 2-1, Boston si aggiudica la prima in casa.

THE PALACE, AUBURN HILLS. CLEVELAND CAVS 101 – DETROIT PISTONS 90
L’anno scorso i Cavs iniziarono i PO con uno sweep rifilato ai Celtics, quest’anno il rischio di subire un 4-0 è diventato altissimo per i Pistons. Gara3 ha avuto sviluppo simile alle altre, con i Pistons in testa e a contatto fino a un certo punto, per venire poi sopraffatti dal roster e dal talento dei Cavs. E anche dal fatto che quando la gara comincia a srotolare i suoi passaggi decisivi, a Detroit non basta la guida di Stan VanGundy, per quanto abile il coach sia: i suoi ragazzi non hanno il sangue freddo necessario per prevalere a questi livelli, ancora. Il punto di rottura stanotte è arrivato molto tardi, comunque: ampiamente all’interno degli ultimi 3 minuti. Per i Cavs continuano le buone notizie da Love (20+12, con solo 10 tiri), e dall’arco (12/29, 42%, con Dellavedova e Shumpert a 2/3). Curioso il dato a rimbalzo, dove i Cavs hanno surclassato Detroit (sonnolento Bmbone a 17+7), 46-32, ma hanno preso rimbalzi con solo 4 giocatori: oltre a Love, 13 LBJ, 10 TTT e 9 JR Smith, coi 2 di Shumpert a far da tenera postilla. Tanta concentrazione in pochi uomini, dei quali solo 2 sono veri lunghi, può essere segno dalle molte chiavi di lettura, non solo positive. James ha preso botte anche gratuite, ma come diceva un nonno a un suo nipotino nei boschi del West Virginia: you show respect, you earn respect; e anche stanotte le invocazioni, salutazioni, effusioni del Prescelto sono state innumerevoli e non sempre gradevoli. Migliore dei Pistons KCP: 18+3 con 4 recuperi, gran partita.
Serie 3-0, Cavs vìolano la casa dei Pistons.

FEDEX FORUM, MEMPHIS. SA SPURS 96 – MEMPHIS GRIZZLIES 87
Essendo i Grizzlies un discreto bunch di facce (e non solo le facce..) da galera, non è strano che un commentatore di ESPN abbia definito il pubblico del FedEx Forum stanotte “the most hostile” mai visto in un’arena di basket NBA, con frequente uso della parola di 4 lettere (non LOVE, no) vs Pop e i suoi ragazzi. Tra i quali continua a commuovere Kawhi Leonard, stanotte di fronte a uno dei più illustri suoi predecessori come Miglior Difensore della NBA: Tony Allen. Pur guardato dal Duo Cerniera, Allen e Barnes (17-11-4 per Matt), Leonard ha segnato 32, sbagliando più da 2 (merito della difesa) che da 3 (6/9, merito di Kawhi che non ha più problemi ad uscire oltre l’arco). Randolph (20+11) è stato l’ultimo ad arrendersi, ma va dato atto a tutti i Grizzlies di rendere oltre le loro possibilità, che al momento sarebbero quelle di una squadra obbligata dagli infortuni a scendere in campo con una pg titolare (Jordan Farmar) che sarebbe ovunque il terzo play, e che si regala una nottata da 0/8 al tiro in 36 minuti.
Serie 3-0, Spurs vincenti anche in trasferta.