Arriviamo a scoprire la prima posizione del nostro Power Ranking NBA.

EASTERN CONFERENCE #1: CLEVELAND CAVS. LeBron ha chiamato “solite bullshit” le lungaggini della trattativa per il nuovo contratto di JR Smith con i Cavs. Nonostante la pubblica uscita del Prescelto la soluzione della vicenda è arrivata molto tardi: 57 milioni in 4 anni. Ci si potrebbe domandare come mai così tanta enfasi venga posta sul rientro di un giocatore certo valido ma non appartenente alla élite delle Stelle. I motivi sono due: la stima che di lui ha LBJ, il quale ha anche poca intenzione di vedere scomposto, nel Cavs locker, il proprio Cerchio Magico, di cui JR è membro fondamentale; l’altro è che, episodiche follie a parte, Smith è stato fondamentale, la scorsa stagione, per far pendere il Titolo dalla parte dell’Ohio. Molto più lui di Kevin Love. Smith è un triplista con i fiocchi, e anche coach Lue moriva dalla voglia di vederlo firmare, perché ogni minuto di JR oltre l’arco corrisponde allo stesso minuto di LBJ dentro l’arco. Ed è meglio che gli spazi restino quelli. Per il resto i Cavaliers della entrante stagione saranno poco diversi da quelli vincitori dell’Anello. La mancanza più significativa è quella di Matty Dellavedova, emigrato a Milwaukee, e rimpiazzato da chi riuscirà a fare la squadra tra i seguenti ragazzi di belle speranze, nominati in ordine decrescente di gradimento: Jordan McRae, DeAndre Liggins, Kahlil Felder (pg stratosferica, ma fa sembrare IT4 un gigante..), Dahntay Jones, Markel Brown. Tra loro, due entreranno nei 15 per la stagione. I posti in realtà dovrebbero essere, almeno inizialmente, tre: Mo Williams, recentemente operatosi alla gamba e non in buoni rapporti coi Cavs, da lui accusati di aver curato male il suo infortunio, ha di fatto deciso per il ritiro, ma non si presta ad alcuna transazione con la franchigia, e resta a libro paga. Considerati i problemi nel rinnovo per Smith, han destato impressione i quasi 5 milioni lasciati per ingaggiare Mike Dunleavy: vero, è un tiratore pericoloso, ma è anche un bianchetto poco dinamico e injury-prone; la sua assunzione potrebbe far capire che la cenere di una trade che coinvolga Kevin Love non è mai spenta. Tirando le somme: tra la stima che si deve ai Campioni, la presenza in ogni caso di LeBron e Kyrie, e la fiducia concessa dal ritorno di Smith, i Cavs si tengono il nostro primo posto ad Est, con non pochi MA. Primo fra tutti stabilizzare il roster effettivo, perché in preseason i giovincelli di cui sopra si stan portando bene, ma per i Defending Champions serve ben altro; in secondo luogo perché quest’anno molto più dello scorso sembra che sia tutto legato alla dimensione che vorrà assumere James. Se sarà sempre concentrato sul Gioco, il Titolo della Eastern è possibile; se dovesse farsi prendere da smanie soliste o rivendicazioni sul contorno di cui il management lo ha dotato, beh allora avanti con Raptors, Celtics, Pacers ecc. PAYROLL: il più alto della NBA, prima del contratto dato a Smith era a quasi 120 milioni, complici anche i 100 su 3 anni dati a The Chosen One. Ecco perché i 7 giocatori che hanno un solo anno di contratto difficilmente vedranno rinnovata la loro presenza in Ohio l’anno prossimo, ed ecco perché, ora, con la firma di JR, la trade per Kevin Love è ancora più probabile.

WESTERN CONFERENCE #1: SAN ANTONIO SPURS. Dovendo parlare degli Spurs, chi scrive prova sempre una certa rispettosa insicurezza, come quando ci si controlla 98 volte il nodo della cravatta recandosi in un luogo prestigioso o ad un appuntamento importante. Fine di un ciclo? Inizio di un ciclo? Propendiamo per il ciclo continuo. L’addio di Timoteo ha fatto versare inchiostro e lacrime in egual misura, e non ci torneremo sopra. Diremo che secondo noi gli Spurs saranno i primi ad Ovest perché hanno un roster principesco ed equilibrato, e anche perché lo scorso anno sono usciti maluccio dai PO, e vorranno il fattore campo totalmente dalla loro. I vecchi, rispettosamente parlando, non sono tanti: anzi, il numero inizia e finisce ad uno, Manu Ginobili. Pare esser lui quello davvero usurato, perché Parker è in discreta forma, Gasol ha appena giocato due annate full-time a Chicago e sembra un ragazzino, e degli altri solo Aldridge (31) e David Lee (34), neoarrivato per far da rilievo a Gasol, hanno più di 30 anni. Inoltre hanno lo Hidden MVP Kawhi Leonard, i costanti Mills e Green, e una serie di giocatori giovani o nel loro “prime” fisico (fra cui anche 2 Argentini: Laprovittola e Guarino). Fisico è la parola chiave: l’anno scorso il deficit di freschezza e atletismo scontato dagli Spurs vs OKC è parso determinante ai fini della loro eliminazione. In questo senso si legge la scelta di Gasol, che non è esplosivo ma è tecnicamente divino e più grosso di David West, e può impensierire enormemente Steven Adams, vera nemesi di SA nella serie PO. Inoltre un giocatore molto interessante, come sempre abbastanza silenziosamente, è stato preso al Draft16: parliamo di Dejounte Murray, pg alta di 197 cm, che al momento è in totale costruzione, ma ha livelli di upside infiniti, e lo terremmo d’occhio come un possibile colpaccio alla Kawhi. Fisicità pura, al limite del bestiale, sarà fornita sottocanetro da Dewayne Dedmon, prelevato dai Magic, e negli esterni da Jonathon Simmons, latebloomer dai numeri atletici impressionanti già capace lo scorso anno di ricavare a se stesso in RS un posto non banale nel roster texano..prima di finire divorato dal livello di gioco dei PO. Infine, nell’anno in cui SA ha detto addio a Boris Diaw, la quota di QI lasciata dal Francese dovrebbe essere presa da Kyle Anderson, ala moviolona al terzo anno che dovrebbe iniziare a dare minuti “veri” a Pop. Saremmo molto felici se Ryan Arcidiacono riuscisse a fare la squadra, come coronamento di 12 mesi irripetibili per la pg da Villanova, ma siamo altresì curiosi di vedere che combinerà Davis Bertans, sf/pf dalla Lettonia, ultime due stagioni al Baskonia: è un finto-cucciolone che in realtà ha mezzi fisici sostanziosi, solo che è sempre sul podio per Pigrone dell’Anno e deve avere un’etica personale o un credo religioso che gli rendono impossibile fare tiri semplici e/o da meno di mezzo km dal canestro. PAYROLL: non è basso, 5’ della NBA a quasi 112 milioni. Ma una ventina di essi sono per il contratto di Manu (un solo altro anno, in realtà) e quel che resta da pagare a Duncan, quindi è il monte stipendi necessario per una squadra di vertice assoluto, e i 20 che si libereranno rendono di nuovo onore al concetto di “ciclo continuo”.