Solo i Washington Wizards hanno giocato 2 gare, tutte le altre franchigie almeno 3, e alcune 5. Tra esse i Sixers, ancora a 0.

Troverete news di mercato riguardnti i Sixers all’interno del Recap.

QUICKEN LOANS ARENA, CLEVELAND. HOUSTON ROCKETS 120 – CLEVELAND CAVS 128
E la freccia fatale venne scagliata dalla mano tutt’altro che improbabile di LBJ, da 3. Il Prescelto non è esattamente una sicurezza coi piedi oltre l’arco, ma se gli fai tirare la terza tripla, e le prime due non hanno trovato casa, allora sei nei guai: perché il 33% è circa la media in carriera del giocatore dei Cavs, media che lui ha onorato. I Cavs si sono spesso trovati ad inseguire, e a dover rimontare anche in momenti assai vicini all’ultima sirena. Onore a loro che hanno saputo tirare con quasi il 52% globale accettando la sfida sparatutto lanciata da Mike D’Antoni. Tra tanti candidati che vanno tuttavia scremandosi LaBarba ha riproposto con forza la propria partecipazione alla corsa di MVP stagionale: tra punti (41) e assists (15) siamo qui a dirve che almeno 71 dei 120 pti dei Rockets sono in qualche modo usciti dalle sue giocate, e non scordiamo i 7 rimbalzi. Un valido aiuto si conferma Eric Gordon, la cui acquisizione ha elevato parecchio il livello di talento per Houston, passata da Terry a lui. Una cosa che né l’ex Pellicano né Harden fanno bene è difendere, e infatti Kyrie & JR, il back-court dei Cavs ha in sostanza pareggiato quanto compiuto da quello dei Rockets. Per i Cavs solidissimo Love, e sta diventando importante anche Bianchetto Dunleavy, se resta sano: stanotte 11 in 18 minuti con anche 4 r e 2 ass. Houston pare assumere una bella forma sotto la guida di Mike, anche perché finora ne han giocate 3 su 4 fuoricasa. Non bene la terza punta dei Rockets, Ryan Anderson, che ha terminato con 4/12 al tiro, di cui 0/5 da 2. Il dato forse più positivo di tutti è che, a ritmi simili, i Rockets perdono meno palloni che col control-game dello scorso anno: solo 7 a 100 all’ora.
WELLA FARGO ARENA, PHILADELPHIA. ORLANDO MAGIC 103 – PHILADELPHIA 76ERS 101
Orlando inizia la sua rincorsa al quarto posto della Eastern vincendo finalmente la prima in casa dei Sixers. Non un gran exploit, giunto inoltre per una fortunata carambola che ha indirizzato in mano Magic il rimbalzo che, se tenuto dai Sixers, avrebbe significato overtime. Bene il quintetto per la sqaudra della Florida, poco produttiva la panchina con solo 16 pti su 103, insufficienza replicata in rimbalzi (9/39) e assists (6/29). Se nei Magic ha brillato uno slavo, altrettanto è accaduto nei Sixers: Vucevic 24-14-4, Saric 21-3-1, anche se dei suoi 15 tiri solo 2 son stati presi nel quarto periodo, segno che i fratelli ancora non si fidano del tutto di lui. Notizia di mercato: a Philadelphia dalla prossima gara giocherà Ilyasova, giunto da OKC in cambio di Jerami Grant. A livello assoluto il colpo lo fanno i Thunder, che prendono un giocatore di grande upside e di poco costo (nei 2 anni di contratto rimanenti costerà un paio di milioni) mentre ai Sixers arriva uno che può offrire solidità, ma nell’ultimi anno e mezzo ah cambiato 4 squadre, segno che della sua solidità si può fare a meno; costa 8 milioni, ma solo per un anno. Continua il caso-Covington nei Sixers: noto triplista, il giocatore è 2/20 da 3 nelle 5 gare in stagione, e ha segnato quelle 2 contro OKC; tolta quella partita ha 4/24 da 2 e 0/16 da 3…ouch.

BANKERS LIFE FIELDHOUSE, INDIANAPOLIS. LA LAKERS 108 – INDIANA PACERS 115
La conferenza stampa post-partita di coach McMillian, allenatore dei Pacers, è stata a lungo incentrata sulla distribuzione dei minuti, segno che anche I giornalisti locali hanno qualche dubbio sul momento in cui NMcM lascia riposare Paul George. Stanotte, contro dei non arrendevoli Lakers, PG13 ha detto la sua, infilando 10 punti (tre J’s e quattro liberi) negli ultimi 150 secs di gara. 30-7-1 con 4 rec ma anche 6 perse il suo score. Monta Ellis non ha tirato benissimo e Myles Turner (9-6-2) ha avuto problemi di falli limitandosi a 25’; restiamodell’idea che la vera seconda architrave di Indiana sia CJ Miles, anche stanotte utilissimo e chirurgico dal pino (16+2 con 6/9). Dicevamo della bella applicazione dei Lakers, in cui coach Luke sta adottando la tattica di provare a tenere equilibrate le gare rimpolpando la panchina e lasciando meno talento in quintetto. Risultato: gara non scontata, 2 in doppia cifra del quintetto (Russell 11, Deng 10 e Randle a 9+10), 3 delle riserve (Clarkson 17, Sweet Lou 19, Nance jr 11), nessuno sopra i 30 minuti di impiego, nessuno sotto i 15 (Ingram), a parte la passerella di 3’ lasciata a Metta ritornato nell’Arena dove vide tanti successi in maglia Pacers con il nome, ancora, di Ron Artest.

AA ARENA, MIAMI. SACRAMENTO KINGS 96 – MIAMI HEAT 108
E’ sempre bello veder rinascere un giocatore. Ciò che, grazie a coach Joerger, sta accadendo a Rudy Gay (30+12). Uno dei più talentuosi giocatori di sempre a non aver mai giocato un ASG, anche se si è vinto due Mondiali con T-USA, nele edizioni 2010 e 2014. Stanotte, e anche i 7 pti in fila che avevano messo davanti SAC prima del fattaccio di cui diremo fra poco. Meno evidente che quella del giocatore, c’è anche una piccola rinascita dei Kings, che non vincono porprio sempre, ma sempre lottano, perdendo nei finali o anche all’overtime come stanotte a Miami. Gioco decisivo, il sesto fallo di Cousins, fischiato in attacco: il movimento di DMC (30-7-4) su Whiteside è falloso, ma il primo a mettere le mani addosso all’altro è stato il centro di Miami, mentre i grigi hanno visto solo la parte facile da vedere. Cousin fouled-out, quando avrebbe dovuto essere HW (14+11) ad abbandonare la contesa. Il supplementare, così, anche per evidente crollo psicologico dei Kings, è stato una sciocchezza per gli Heat. Ma la questione degli arbitraggi nei confronti della capitale della California comincia a diventare spinosa. Tra le linee-guida dei nostri NBA Recaps ci sono anche le (spesso) tragicomiche (dis)avventure di Dion Grandine sulle Vigne Waiters: stanotte invece è stato protagonista, con 20-4-4 e il 50% al tiro. Tyler Johnson conferma due cose: di meritare (22-4-2) tutti i soldi che da qui a 4 anni gli Heat hanno scommesso di dargli e di essere già Paziente Dentale dell’Anno per l’area di Miami, avendo preso un’altra gomitata nei denti. Non le conta più nemmeno lui, ormai. Questa è arrivata da un gomito da flagrant 1 di Afflalo (18+3).

AT&T CENTER, SAN ANTONIO. UTAH JAZZ 106 – SA SPURS 91
Partita sorprendente, indirizzata dalle triple di Utah (15/31 alla fine oltre al 50% nel tiro globale) e in aprticolare di Hood e Ingles, con l’aiuto di un paio di centri nei momenti topici di Trey Lyles. Uscendo dal liceo Lyles non era considerato inferiore a KAT, poi la strada del giocatore di Utah ha avuto un percorso più lento rispetto a Towns, ma ora, trasformatosi in giocatore principalmente perimetrale, sta iniziando a rendere sul serio. Ingles, invece, ha avuto un ruolo importante perché coach Snyder ha fatto in modo di farlo giocare in attacco spesso vs David Lee o LMA, giocatori sui quali l’Australiano ha un deciso vantagio dinamico e di velocità. Quindi o tirava libero o creava per gli altri con facilità. A SA forse stanno prendendo decisioni importanti. Oltre a non essere contento per i soli 2 uomini in doppia cifra (Kawhi a 30, LMA a 21), Pop rifletterà anche sui rimbalzi, su chi davvero può prendergliene e sull’attuale apporto di Tony Parker, su entrambi i lati del campo ma soprattutto in difesa. Non sfugge che le peggiori prestazioni nel difendere il tiro da 3 avversario siano giunte in corrispondenza dei maggiori minutaggi di Parker, né che LMA in 35’ ha preso 4 rimbalzi e Dedmon ne ha presi 5 in 12’; aggiungiamo che Gasol ha giocato da par suo una sola gara finora. Continuiamo a non esser sicuri che gli Spurs di ora saranno gli stessi di Aprile.

THE PALACE, AUBURN HILLS. NY KNICKS 89 – DETROIT PISTONS 102
La notizia è che non è certo che il mitico The Palace di Auburn Hills (che è lontanuccia da downtown Detroit) resti la casa dei Pistons il prossimo anno. La proprietà sta parlando con la famiglia Ilitch, padrona dei Detroit Red Wings e della quasi ultimata nuova Arena cittadina, il Little Ceasar’s Palace, che diventerà la casa della squadra di hockey e forse anche di quella di basket. Pare tramontare dunque la parabola della storica Joe Louis Arena. Stanotte poche storie, e qualche score. Porzingis 18+6, Melo 24-2-1 e ben 4 rec, D-Rose 19-3-2 con un decente 8/17, solo 19 pti dal pino per NY. Per Detroit: Bimbone Drummond 9+13, Gemello Marcus 22 con 9/14, Tobias Harris 25-10-3. Il piano di ritorno in campo per Reggie Jackson recita fine Novembre/inizio Dicembre.

SMOOTHIE KING CENTER, NEW ORLEANS. MILWAUKEE BUCKS 117 – NO PELICANS 113
Anthony Davis 35-15-2 con 3 rec e 3 stoppate; dopo di lui a Nola hanno reso bene in parecchi, ma non è stato sufficiente. 17 con 9 ass per Tim Frazier, 18-6-4 per Solomon Hill (3/4 da 3). Per i Bucks solito Grande Grosso Pterodattilo Greco: 24-10-7 con 1 rec e 2 stoppate, 13+10 di Tony Snell e 21 per Parker.

TARGET CENTER, MINNEAPOLIS. MEMPHIS GRIZZLIES 80 – MINNESOTA T’WOLVES 116
Sgambatona per Minnie, contro Memphis priva di Gaol e Conley, lasciati a riposare: provengono da infortuni gravi e sono trattati come cristalli. KAT 11+10, LaVine 31-4-2.

MODA CENTER, PORTLAND. GS WARRIORS 127 – PORTLAND TRAILBLAZERS 104
Steph segna 28, ma 23 solo nel terzo quarto. Vince la sfida vs Lillard, e gli Warriors passeggiano sui Blazers.