Nalla notte NBA si incrociano ritorni (Rose), infortuni (Anthony), vittorie finalmente convincenti (Cleveland) e imprese (Indiana).TIME WARNER CABLE ARENA, CHARLOTTE: LA CLIPPERS 112 – CHARLOTTE HORNETS 92
Prova solida dei Clippers contro i balbettanti Hornets di questa stagione. Lo spot di small forward è sempre il punto debole dei Velieri, tanto più in assenza di Barnes, ma la rotazione a tre di Reggie Bullock, Jamal Crawford e Hedo Turkoglu (solo il turco è un autentico sf) ha tamponato molto bene la falla. Tuttavia, è sempre considerevole il tempo di gioco che Rivers è costretto a chiedere al suo quintetto base. I problemi di Charlotte arrivano in attacco, pur registrando solo 5 palle perse: solo 4 in doppia cifra, 2 dei quali (Zeller e Roberts) vengono dalla panchina, la squadra ha tirato 2/20 da tre contro il 15/32 degli avversari, ed ha spremuto solo 92 punti, davvero pochi considerando anche il 28/35 ai liberi. Il solo BigAl Jefferson è andato oltre la sufficienza (16+9, nessuna persa, 50% al tiro) mentre anche chi non ha giocato male ha comunque macchiato la prestazione con mancanze significative (1 solo rimbalzo per Zeller, 4/11 per Walker), per non parlare della prestazione disastrosa e un po’ irritante di Lance Stephenson. A Los Angeles i nomi sono sempre i soliti, stavolta da segnaliamo il season high di assists (15) di CP3, i 16 rimbalzi di Griffin, il 7/11 combinato di Crawford e Turkoglu da 3. Proprio la prestazione del Turco è forse la miglior notizia per i Clippers, sempre alla disperata ricerca di vera qualità dalla panchina, in aggiunta a quella garantita da Crawford.

QUICKEN LOANS ARENA, CLEVELAND: ORLANDO MAGIC 74 – CLEVELAND CAVS 106
Nessun problema stavolta per i Cavs che iniziano la rimonta verso un record positivo. Il loro vantaggio si è dilatato continuamente, grazie ad un gioco di squadra finalmente altruista. Coach Blatt ha cercato di limitare il tempo in campo del suo sfruttatissimo starting five: il più usato è stato Love, 32 minuti, un tempo non esagerato e adeguato a delle star in regular season. Il migliore? James, con 29pti e 11ass, ma grande la prova di Tristan Thompson: quando riesce ad agire da 4 si esprime al meglio rispetto a quando deve spendere molti minuti da centro: vanno spiegati in questo senso i 6 minuti concessi a Haywood, non tanti ma sufficienti a sollevare Tristan, che ringrazia con 9 e 11 rimbalzi (6 offensivi) in 22 minuti. Per Orlando bene Victor Oladipo (22+9, ma anche 5 perse) mentre continua ad avere il quintetto, ma a sparare alla luna (3/13 globale), Evan Fournier.

WELLS FARGO CENTER, PHILADELPHIA: PORTLAND TRAIL BLAZERS 114 – PHILADELPHIA 76ERS 104
I back-to-back in trasferta nascondo sempre insidie, ed infatti i Blazers hanno qualche esitazione nel battere i derelitti 76ers, ma alla fine la spuntano di 10. A metà Phila era sopra di 2: al ritorno in campo Portland ha sfornato un parziale di 39-28 dopo il quale l’ultimo quarto è stato pura gestione dei tentativi di ritorno dei Sixers. Tra gli sconfitti ennesima prova buona ma densa di confusione di Tony Wroten, che si conferma giocatore totale: 20pti, 2 rimbalzi, 9ass, 1 stoppata, 3 a 3 tra recuperi e perse. Anche MCW ha sfornato una prestazione simile, con meno assists e più rimbalzi ( 2 e 7) mentre Noel, partito dalla panchina, ha giocato più da 4 che da centro, selezionando meglio i tiri (6/7) ma andando male a rimbalzo (5). Portland ha vivacchiato fino al momento di liberare LaMarcus Aldridge, 33 punti col 67% e 11 rimbalzi.

AIR CANADA CENTER, TORONTO: PHOENIX SUNS 100 – TORONTO RAPTORS 104
La squadra col miglior record ad Est non si fa sorprendere dai Suns, ma ci è mancato poco. Toronto è stata anche sotto, ha espresso due allunghi di una decina di punti che Phoenix ha sempre rintuzzato per ritrovarsi sotto solo di uno negli ultimi due minuti. I Raptors devono ringraziare Valanciunas per l’apporto durante tutta la partita (quasi un perfect game, 27 con 10/11 al tiro e 7/8 ai liberi, più 11 rimbalzi) e la solita capacità di incidere nei momenti importanti di Kyle Lowry, autore del recupero che ha chiuso la contesa. Se uno degli scopi del mercato di Toronto era migliorare la panchina, bene, l’arrivo di Lou Williams ha raggiunto lo scopo (17 punti con buone percentuali e nessuna casella statistica vuota). Suns forse un po’ troppo leggeri ed esterni-dipendenti, ma prova solida e piccolo rimpianto per una vittoria solo sfiorata: MVP per loro Bledsoe (25-7-6) ma di nuovo menzione per PJ Tucker (11pti e 8 rimbalzi da m1.96 ….forse…di altezza).

AA CENTER, DALLAS: INDIANA PACERS 111 – DALLAS MAVERICKS 100
Certe Vittorie, per le condizioni in cui sono ottenute, valgono molto più della casella “W” riempita. Indiana passa a Dallas senza nessuno in campo del quintetto base dello scorso anno, ci riesce grazie ad una prestazione clamorosa di Donald Sloan (29 con 10/14 al tiro compreso 3/5 nelle triple) e una concentrazione ottimale, che tiene a 12 (esattamente la cifra massima del libro dei comandamenti di coach Dan Peterson) le palle perse. Per le stesse ragioni, la sconfitta farà arrabbiare ancora di più coach Carlisle, che ha avuto nulla dalla panchina, e scarse percentuali (scarsa concentrazione?) dal suo quintetto. Scegliamo il solito DirkOne come MVP dei Texani (22+11, 9/17 al tiro).

TOYOTA CENTER, HOUSTON: NY KNICKS 86 – HOUSTON ROCKETS 91
La notizia è che due stelle che potevano giocare insieme (questa estate Melo prima di rifirmare a NY è stato vicino ai Rockets più che ad ogni altra squadra) NON hanno giocato insieme, perché Howard è ancora infortunato e Anthony è dovuto uscire per problemi alla schiena, verso la fine del secondo quarto. I Knicks si sono difesi, con rotazioni ampie (quello che ha giocato meno, il centro Jason Smith, ha visto campo per 11 minuti) ma è significativo che, a parte l’ infortunato Melo (18 minuti, 14pti), nessuno degli altri sia andato in doppia cifra. La Barba Harden mette a libro 36-6-6, continua il buon momento di Motiejunas (32 minuti, 13+8) e fanno impressione i ben 42 minuti giocati da Ariza in una serata appena sufficiente di Papanikolaou.

ENERGY SOLUTIONS ARENA, SALT LAKE CITY: CHICAGO BULLS 97 – UTAH JAZZ 95
Torna D-Rose, torna Pau: se ne sentiva il bisogno, anche perchè I Bulls sono in giro all’ Ovest da un po’ e necessitavano di forze fresche, pur se di rientro da infortuni. La stanchezza si è fatta sentire perchè i Bulls erano avanti di 15 all’intervallo lungo, ma i Jazz li hanno rimontati nel 3’ quarto e superati nel 4’, fino ad essere a più 4 a meno di due minuti dalla fine. Una squadra giovane è però anche inesperta, e una palla persa di Burke, andandosi a infilare in un raddoppio sulla linea laterale e cercando quindi una specie di passaggio dietro la schiena, ha dato a Chicago il definitivo sorpasso, e stavolta il buzzer beater di Gordon Hayward per la vittoria non è entrato. Onore ad entrambe le squadre, in ogni caso. Rose gioca meno di Pau (25 min vs 37), mette 18-3-5 con 4 perse. Il Catalano scrive 23-9-4 per un ritorno da MVP. Per i Jazz malissimo al tiro Hayward, citiamo l’ ennesima prova da rising star di Derrick Favors: 21+15, 10/17 al tiro.