Sette le gare della notte NBA, con le importanti vittorie di Atlanta su Houston e Chicago su Washington, oltre al debutto vincente dei Nuggets “Shaw-less”.MADISON SQUARE GARDEN, NY: SACRAMENTO KINGS 124 – NY KNICKS 86
Partiti forte, i Kings non incontreranno alcuna successive resistenza o tentativo di rimonta da aprte dei Knicks. DMC chiude a 22-10-3 (e due stoppate), ma 12+5 (e le due stoppate..) li aveva messi in bisaccia già nel primo quarto. Oltre a darne quasi 40 agli avversari, Sacramento mette 6 uomini in doppia cifra: leading scorer Rudy Gay, ma finalmente, complice la poca sostanza di NY, ha minuti e belle percentuali il rookie Nik Stauskas (15pti, 50%), fino a qui deludente. Terribile Bargnani, tra gli uomini di D-Fish si salvano Larkin (13-3-6) e Shved (15-7-3).

TIME WARNER CABLE ARENA, CHARLOTTE: LA LAKERS 103 – CHARLOTTE HORNETS 104
In cerca di una W fuoricasa I Lakers arrivano corti di un’inezia. Charlotte ha rischiato grosso, e si è tirata fuori dalla palude con il tiro da tre. Infatti è vero che la sostanza di BigAl è stata imprescindibile, ma è stato l’ossigeno fornito dal complessivo 4/8 nelle triple di Mo Williams+Henderson a dare agli Hornets (nelle cui fila è tornato Biyombo dopo l’infortunio) la vittoria. Tutto il quintetto di Charlotte in doppia cifra, quasi l’opposto per i Lakers: dei cinque uomini a segnare più di 10, tre vengono dal pino. Colpisce di nuovo la J-Lin Curse: quando il migliore è lui (23-6-8), la squadra perde spesso.

QUICKEN LOANS ARENA, CLEVELAND: BOSTON CELTICS 79 – CLEVELAND CAVS 110
Le chiamano “bounce-back games”, le partite in cui una squadra si risolleva dopo una sconfitta pesante per scarto o per importanza. Dopo la gara di thai-boxe e del 3/11 ai liberi di James con i Rockets, per i Cavs quella con Boston era proprio una gara del genere. I Celtics non hanno avuto speranza: LBJ era cattivo e determinato (e al solito estremamente pomposo nel farlo notare) e ad un certo punto del match lui aveva a tabellino 23 punti, gli starters dei Celtics 21. I 31 punti finali sono stati anche più di 40, e la cosa migliore, almeno per noi Italiani, della gara di Boston sono i 15 minuti di campo per Gigi Datome, che ha chiuso con 7+5. A Cleveland era tornato anche Irving (18-2-5).

PHILIPS ARENA, ATLANTA: HOUSTON ROCKETS 96 – ATLANTA HAWKS 104
Sotto di 12 a quarto periodo iniziato (tripla di Josh Smith), Atlanta ha rimontato, sorpassato a 1:46 dalla fine ed archiviato la pratica Rockets con fatica, soprattutto pensando che coach McHale non aveva Harden, sospeso per un turno dalla NBA a causa dell’attentato alle parti basse di LBJ nella ormai famosa esibizione di thai-boxe della Toyota Arena. Il motore della rimonta di Atlanta è stato Millsap (16-14-4), con punti difesa stoppate, e il cambio di ritmo è stato magistralmente diretto e spesso anche finalizzato da Teague (25-2-6, dopo un primo tempo da 5 perse). Houston ha sfiorato una W che avrebbe avuto davvero un grande peso, priva come era delle due stelle, Harden e Howard. Da un lato il migliore parrebbe esser stato il superveterano Terry (21-4-2, con 8/13), ma impressiona la partita della giovane front-line texana, formata da Jones (18+8, 3 stoppate e 8/11) e dal Lituano (14-8-7 e 3 recuperi senza palle perse).

UNITED CENTER, CHICAGO: WASHINGTON WIZARDA 92 – CHICAGO BULLS 97
Se c’è una formazione che PP proprio non sopporta sono i Bulls, e infatti stanotte è stato il migiore dei suoi (16-1-3). Sfortunatamente per lui non ha trovato grande sostegno dai compagni, e Chicago si è prodotta in una gara di enorme energia, con la difesa tornata quasi ai livelli che aveva avuto fino alla scorsa stagione. Ad aiutare Pierce son stati solo Wall (21-4-11, ma 8/20 e 6 perse) e Gortat (12+12, ma spesso sembrava un paracarro di fronte alla garra di Noah), mentre a Chicago in cinque si mettevano in doppia cifra, con Pau a 20+10, Noah 14+11 e Mirotic a confermare la possanza della european invasion chicagoana con 23+8.

FEDEX FORUM, MEMPHIS: UNTAH JAZZ 93 – MEMPHIS GRIZZLIES 82
Non dite che non ve lo avevamo detto. Rudy Gobert (15+24) domina e mette a nanna i Memphis Grizzlies, orfani di 3 giocatori: Tony Allen sospeso dal team per una gara a causa di non meglio specificati “comportamenti contrari alle regole della squadra”, Randolph e Udrih influenzati. La prova del Francese è ancor più significativa perchè ottenuta al cospetto di Marc Gasol (17+8): sono prestazioni che fruttano visibilità, considerazione e parecchi biglietti verdi in più nel prossimo contratto. Gobert è stato assistito dal doppio 21 di Favors e Hayward, e vogliamo segnalare la bella prova del rookie Rodney Hood (13 pti con 5 tiri). A Memphis capo rimbalzista il Greco Koufos (6+10), in una delle sue rare apparizioni in quintetto.

PEPSI CENTER, DENVER: MILWAUKEE BUCKS 95 – DENVER NUGGETS 106
Un altro Greco perdente, dopo i due di Memphis, nella notte NBA. I Bucks di Antetokounmpo (19+11) perdono una brutta gara contro i Nuggets, che però avevano dalla loro parte il fatto di non avere più in panchina Brian Shaw, e non è guadagno da poco, credetelo. Interim coach Melvin Hunt, assistente già sotto la precedente gestione Karl, e immediata reazione della squadra: Gallo 26+7, Faried 14+14, Lawson 16+10ass. Primi nomi per la panchina di Denver la prossima stagione: Thibodeau e D’Antoni, come dire alfa ed omega per stile di gioco; se arrivasse l’attuale coach dei Bulls la squadra sarebbe quasi da rifare di sana pianta. Detto del Greco, a Milwaukee continua a stentare MCW (11-4-5): nell’immediato il cambio per Knight non si sta rivelando fruttuoso.