Vincono entrambe le migliori fino a qui insieme a chi vorrebbe avvicinarcisi, sorprese e nuovi record nella nottata NBA.

QUICKEN LOANS ARENA, CLEVELAND. PORTLAND TRAIL BLAZERS 100 – CLEVELAND CAVALIERS 105

Usanza antica ma ancora radicata in parecchie arene NBA, non forzare troppo e magari concedere qualcosa all’inizio per andarla a vincere nella ripresa. I Cavs sono probabilmente l’esempio più importante di questa tattica tra le squadre d’oltreoceano. In avvio di gara Lillard (33-6-6) e compagni darebbero anche qualche speranza, che viene poi radicalmente spezzata da LeBron nella ripresa, la difesa di Cleveland si alza e salvo qualche zingarata dell’uomo franchigia l’attacco di Portland non ha nessuna idea. Dall’altra parte i Cavs giocano sul velluto e regalano parziali travolgenti e giocate spettacolari. Strappo decisivo il 30-19 del terzo quarto che porta i padroni di casa a dover solo controllare nell’ultimo periodo. LeBron porta a casa 33 punti e 10 rimbalzi giocando una gara encomiabile anche in difesa. Al re si accompagnano 17 sorprendenti di Dellavedova e 18 di Kevin Love.

BANKERS LIFE FIELDHOUSE, INDIANAPOLIS. GOLDEN STATE WARRIORS 131 – INDIANA PACERS 123

Da chi parte con comodo a chi parte a razzo. 23 su 23 per i campioni del mondo, che vanno a riposo dopo il secondo quarto avendone fatti 79. Solo 3/11 da 3 per Curry, compensato dal 10/16 di Klay Thompson, che segna il suo record stagionale a 39 punti, di cui 29 solo nei primi 2 quarti. L’inizio di questa gara è veramete qualcosa da ricordare, Thompson ha il fuoco tra le mani, il sistema degli Warriors funziona perfettamente, il risultato è che la loro panchina passa più tempo in piedi ad urlare che a guardare la partita. Dopo un inizio così chiunque penserebbe di aver già vinto, lo pensano anche i campioni, che nell’ultimo quarto incassano un impressionante 40-20 dai Pacers, che purtroppo per il miracolato candidato MVP non bastano a fermare la striscia di vittorie degli splash brothers. Per i Pacers George arriva a 33-8-6, già detto, numeri da MVP. Dall’altra parte Curry chiude con 29 punti 10 assist e 3 rimbalzi di distanza dalla tripla doppia. Record a pioggia per i fenomeni della baia, stanotte Thompson si è aggiunto a Curry e J.R. Smith tra gli unici ad aver concluso più di una partita con almeno 10 triple.

BARCLAYS CENTER, BROOKLYN NY. HOUSTON ROCKETS 105 – BROOKLYN NETS 110

I Nets non sono decisamente una squadra irresistibile, ma quando sei la ventottesima difesa della lega, anche il più opaco degli attacchi trova 110 punti. Harden e Howard fanno 10 per uno, tutto bene se non fossero un quasi MVP dell’anno scorso ed un potenziale nuovo Shaq ormai da troppi anni, o se non fossero così ricoperti d’oro. Tra i Nets Joe Johnson, forse punzecchiato dal mio collega, trova 22 punti di cui 15 decisivi nel quarto periodo che regalano la vittoria ai Nets, che tra lo scempio difensivo di Houston, prendono linfa dai 24 di Brook Lopez ed i 20 con 12 rimbalzi di Young. Siamo ben lontani dal poter dire che questa squadra possa riprendersi, ma di elementi validi ne ha diversi, e per quanto stanotte gli avversari si siano suicidati, se giocano così possono certamente ambire a qualcosa di più dignitoso di quello che hanno raccolto finora. I rockets andavano a caccia di un record positivo che manca da parecchio ormai, ma in campo hanno deciso che forse non era il momento.

FEDEX FORUM, MEMPHIS. OKLAHOMA CITY THUNDER 125 – MEMPHIS GRIZZLIES 88

Sono al completo, Westbrook si controlla, Waiters tira solo 8 volte, notte di follie a Memphis. Per quanto detto prima non sembrerebbero i Thunder, ma il risultato parla chiaro, se questa squadra gioca con la testa può giocarsela con chiunque. Dominio assoluto dei Thunder, perfetti in difesa contro dei Grizzlies un po’ molli sì, ma comunque sempre difficili da affrontare, e allo stesso tempo chirurgici all’attacco, con il capo KD che firma 32-10-6 con soli 14 tiri. Westbrook non vede solo il ferro e non si lancia a 200 km/h quando non serve, fa quello che potrebbe fare sempre, ovvero il playmaker in una squadra di formidabili attaccanti  e soprattutto difende. Non stiamo a sindacare sul fatto che avrebbe forse potuto segnare qualcosa di più a referto, ci concentriamo sul fatto che giocando per una volta in maniera intelligente sforna 16 assist senza nemmeno faticare e la sua squadra ne dà quasi 40 ad una delle difese più arcigne della lega, in trasferta.

PEPSI CENTER, DENVER. ORLANDO MAGIC 85 – DENVER NUGGETS 74

Difficilmente ci si annoia a guardare la pallacanestro NBA, purtroppo però in Colorado stanotte è andato in scena un pessimo spot per questa lega, fortunatamente un caso isolato. Gara dal ritmo inesistente in cui la spuntano i Magic per aver avuto qualche idea più del nulla in cui ristagnava questa partita.

Inizio favorevole ai Nuggets che si portano avanti di 7 all’intervallo, per poi giocare una delle riprese più brutte che si siano viste in questa stagione. Con i padroni di casa aggrappati soltanto ai 23 punti con 23 tiri di Will Barton, i Magic la vincono in difesa, concedendo agli avversari solo 27 punti in 24 minuti, cifre con le quali non si può nemmeno immaginare di vincere. 13 per il Gallo, spento come tutti i suoi, mentre rimane costante Nikola Vucevic che trascina i suoi fuori dalla melma con 18 punti e 13 rimbalzi.

SLEEP TRAIN ARENA, SACRAMENTO. UTAH JAZZ 106 – SACRAMENTO KINGS 114

I Kings si portano avanti di 12 dopo i primi 12 e rimangono al comando per tutta la partita, prestazione molto solida tra due squadre che forniscono tantissimi argomenti di cui parlare. Certo che gli Utah Jazz sono una squadra in chiarissima crescita, durante il percorso può capitare di cadere senza allarmarsi troppo. I Kings sono una delle poche squadre ad avere in roster una superstar, una e mezza forse, che sono croce e delizia di questa franchigia che non sappiamo che posizione prenderà proprio a causa di questo.

In ogni caso questa notte è stata ottima per la superstar di Sacramento, anche per l’altra mezza. Demarcus segna 23 punti e tira giù 12 rimbalzi, la notizia è che in qualche azione sembra anche difendere con una certa credibilità, Rajon “rondeggia” con un 17-7-13, regala giocate sue che più sue non si potrebbe e serve vari assist a Rudy Gay che segna la stessa cifra di DMC. Altra notizia per i Kings è Omri Casspi, per la prima volta in quintetto e con tantissimo spazio, che si fa trovare pronto infilando 19 punti accompagnati da 10 rimbalzi e ricorda tanto il costante ed a tratti dominante alfiere visto agli europei, stavolta però non predica nel deserto.