Più che come una restrizione/costrizione dovremmo immaginare la NBA Bubble come un luogo sano, sicuro, gioioso.

Al netto di irriducibili biassanòt (cfr il vostro dizionario italiano-bolognese) come Lou Williams, tutti gli altri sono ormai concentrati sul Gioco e non sul cibo, la stanza senza finestre o altre cose del genere.

Per ora la bolla ha un campione relativo, i Phoenix Suns ancora imbattuti dalla ripartenza, e un disastro predestinato: i Washington Wizards. Avevo scritto che potevano anche rimanere a casa, perché erano di fatto ininfluenti: hanno peggiorato quello status, perché non avendo vinto ancora una partita sono riusciti a finire sotto agli Hornets che non stan giocando; in pratica sono 23’ su 22, rendendo evidente che era meglio non se fossero rimasti a casa, ma che venisse qualcun altro (CHI o CHA) al loro posto. Torneremo nel riparo di DisneyWorld, ma ora dobbiamo uscire, per trovare che fuori dalla bolla non solo impera ancora (anche in Italia, occhio) il Covid19, ma che il semi-lockdown degli USA non impedisce che si consumino le “solite” tragedie. All’inizio della settimana come uno shock purtroppo non episodico ha colpito la notizia della morte di JB (vero nome FeDonta Mikel) White, morto sparato. JB era in procinto di iniziare i corsi a New Mexico U. ovvero l’università di casa per lui che era di Santa Fè. I Lobos lo aspettavano felici di far entrare nelle loro fila un prospetto classificato tra il 76 e il 93 (a seconda dei commentatori) migliori prospetti appena usciti dalla HS, tra il 21 e il 26 come ala piccola. Aveva 18 appena compiuti ed è stato ucciso e lasciato sul marciapiede fuori da una festa, pare definitivamente accertato che l’assassino sia un ragazzino di 16 anni. Nella sola Santa Fè è il quarto 18enne ucciso in due mesi.

Una mascherina in faccia in fondo è piccola cosa cui sottoporsi, sbaglio? Non dovrebbe essere necessario paragonare piccole cose con grandi tragedie, ma la realtà chiama  questo, quindi torniamo al riparo del basket e della bubble. Scopriamo che finalmente i Grizzlies han vinto una gara, ma ormai si sono condannati a dover giocare il barrage, e dovranno darsi da fare per almeno mantenere questa chance. Infatti la parte bassa della Western Conference è diventata selvaggia: in 3 gare e mezzo ci sono tutte le sei squadre in lotta per l’ultimo Playoffs spot. Dando per molto improbabile la rimonta dei Kings (mancano solo 4 gare da giocare), e per difficile quella dei Pels, e, nonostante il record immacolato, dei Suns, restano 3 squadre a contendersi la sfida dentro/fuori del barrage. Portland è la migliore squadra e Lillard potrebbe essere il MVP in the Bubble finora; San Antonio sta lottando egregiamente per non finire a 22 la striscia di annate in fila nei PO; MEM è ancora davanti a tutte, ma tra infortuni recenti (Jaren Jackson) e meno (Tyus Jones, infortunio molto importante perché ha lasciato scoperto lo spot di pg, Morant a parte) sono in caduta nonostante la W vs OKC di stanotte: i Grizzlies devono fare un monumento a Valanciunas (19-11-2, 3 rec e 1 stoppata) e un po’ anche ai Thunder che non si sono troppo sprecati dopo essere andati +18 nel primo half.