Sotto lo spot del meglio e del peggio della NBA questa volta abbiamo dato un pari-merito, perchè proprio non riuscivamo a deciderci. Vediamo a chi.

TOP
3- Non sapevamo scegliere tra la tripla doppia di Giannis Antetokounmpo e lo scorcio delle ultime tre partite di Hassan Whiteside. Il Grande Grosso Pterodattilo Greco, giocatore paradigma del basket moderno, non è stato trascinato in basso dalla stagione deludente dei Bucks. Si potrebbe dire che è stato il più costante riferimento per coach Kidd, e ha suggellato un periodo decente a livello di squadra con una prestazione che è l’epitome di quel che lui può dare sulle tavole: 27-12-10 di puro talento. Whiteside invece, dopo aver saltato una gara (vs Atlanta) per squalifica, al ritorno è sempre stato il migliore degli Heat. Nelle tre prestazioni da prendere in considerazione HW ha totalizzato globali 65+54 con 10 stoppate. Stanotte, vs gli Warriors, ha dominato la querelle personale nei confronti di Dray-G, con il quale ha battagliato a colpi di tweet velenosetti fin dall’estate sul reale valore degli omoni nella NBA e nel basket di oggi. Whiteside ha anche stoppato una tripla (motivatello il ragazzo eh?) di Green su un possesso importante, peccato che poi il pallone sia finito proprio nelle mani di Steph….

2 – Anthony Davis. 59+20 in 43 minuti. Due parentesi di partita in cui ha segnato solo lui: da 36-39 a 45-39, e poi nel finale da 90-88 a 101-90. il 53% dei punti di Nola e il 40% dei rimbalzi sono stati suoi. Il posto è il secondo del podio perchè nella gara dopo ha ciccato clamorosamente, con 9 pti e 9 tiri soltanto, rendendo evidente che per essere davvero il MVP della NBA, deve trovare ancora continuità, e magari una squadra diversa. Ma la squadra non è così importante a volte, come dimostra il nostro…leggete sotto.

1- Damian Lillard (e Terry Stotts, of course). 51 punti vs Steph Curry, facendo impazzire i Campioni e il reigning MVP. Ultime 5 gare di D-Lill: 33-31-51-30-34, 55/111 al tiro, compreso un 43.6% da 3. Senza dimenticare che quei tiri sono presi e imbucati nei momenti clutch delle gare. Lo diciamo da tempo, ma ripetiamo che Lillard è senza alcun dubbio il più sottovalutato campione che sia oggi presente nel Gioco.

FLOP

3 – Alla fine, disperati, i Nets hanno spinto il pulsante WAIVE per Andrea Bargnani. E’ accaduto martedì, e la tempistica è favorevole perchè rende possibile che, citando la parabola onomastica di Prince, Il-Giocatore-Un tempo-Definito-Il-Mago possa accasarsi in una qualsiasi delle altre 29 squadre della NBA. Per ora nessuno lo ha raccolto.

2 – Dion Waiters. Solo il disastro di Phoenix ha tolto a Dion Waiters la palma del Peggio del Peggio. Il soprannome che gli abbiamo dato, Grandine sulle Vigne, non è affatto usurpato, perchè si tratta di un giocatore di qualche talento, è vero, ma di personalità dannosissima alle squadre in cui gioca. Pensa di essere un campione, e non lo è. Pensa di poter arrivare ovunque, ma dovrebbe stare in cortile. Pensa di…..e invece no, qualunque cosa pensi. Si è preso un brodino vs Dallas stanotte, ma le tre precedenti gare di Waiters chiariscono, per cifre e “qualità” delle scelte, che Dion è tutto fuori che un fattore positivo per OKC: 10 pti totali per 3/20 complessivo, con uno 0/7 da 3. E, per finire, lo sbeffeggio caustico di un fan che compone un video delle sue sciocchezze curando che la colonna sonora sia di Celine Dion (…).

1-Phoenix Suns. 2 vinte, 27 perse. Il ruolino di marcia dei Suns a partire dal 20 Dicembre. Una tragedia. E’ vero che in Arizona sono attesi da 8 prime scelte nei prossimi 3 Drafts, cui si aggiunge la Lottery Pick che di certo avranno per questa stagione terribile. Però sentir il nuovo e interim coach Earl Watson parlare di Love and Accountability come di cardini per la costruzione di un futuro vincente per i Soli, lascia davvero perplessi. A Phoenix, come altrove, per vincere serve prima di tutto gente che la metta dentro, la tiri giù dai tabelloni, e la porti via agli avversari, possibilmente gente allenata da uno bravo.