Dopo quelle di Obradovic e Jasikevicius, ieri, contro le nuove assurde regole FIBA, sono arrivate le parole di Ettore Messina.Prima di raccontare la posizione del coach, vorrei tributargli un ringraziamento che non leggerà mai, per essere il solo, tra tutte le conferenze post-partita cui ho assisitito finora qui a Tel-Aviv. a esprimere concetti non banali. Anche senza arrivare alle bordate sparate ieri, il nostro coach ha sempre un approccio molto positivo alle domande, cerca di estendere le risposte e di interpretare non solo la superficie ma anche quello che sta dietro la domanda, rendendo i minuti a sua disposizione più simili ad una chiaccherat sul basket e sulla gara giocata che un mero botta-risposta. Non la stessa cosa vale per i giocatori, le cui dichiarazioni sono fotocopiate: sforzo, compagni, ringrazio, aggressivi, buona partita, concentrazione, prossima gara. Stop. Inutilità allo stato puro.

Venendo a ieri. A domanda su cosa provi un allenatore nel, eventualmente, portare una Nazionale ad una manifestazione che non potrà allenare a causa delle regole FIBA sulla “separazione delle carriere” tra NBA+Eurolega e manifestazioni a marchio federazione internazionale, Messina ha risposto che il problema per un allenatore è quasi irrisorio rispetto all’umiliazione che tocca ai giocatori. Ha parlato ironicamente di “brain contest”: né i giocatori né gli allenatori, purtroppo, sono nelle stanze dove questo tipo di decisioni viene preso – dixit Messina – e meno male per me che sarò 6000 miglia lontano, perché questo gran bel concorso di cervelloni non è finito, e sono curioso, per dir così, di vedere chi lo vincerà e cosa in futuro uscirà, dal quel concorsone. Ha poi continuato: portare avanti o quasi a termine un progetto del quale per decisioni politiche non si potrà vedere la fine, e, ancor peggio, rispetto al quale si vedranno altri (non necessariamente migliori, anzi – n.d.r.) raccogliere i frutti, è umiliante per i giocatori, letteralmente orribile ed umiliante…per gli allenatori, sì, forse, ma un allenatore trova sempre un progetto da sposare, pensate a me agli Spurs, un coach è meno legato alla propria nazionalità quando si parla di eventi quali Europei, Mondiali od Olimpiadi…ma un giocatore…pensate che ci sono giocatori che per legge non potranno andare andare alle Olimpiadi.

Bene, un hat-trick per coach Messina.