La W in overtime della Georgia su Israele ha qualificato Pachulia e compagni ma anche Azzurra.Se avesse vinto la formazione di casa, infatti, Georgia-Italia di oggi pomeriggio sarebbe stata uno spareggio per la qualificazione, mentre varrà solo per decidere chi sarà terzo e chi quarto, anche se la Georgia rischia, in caso di sconfitta con l’Italia e contemporaneo KO di Israele vs l’Ucraina, cosa abbastanza improbabile. In ognuno dei due casi, si tratterà di affrontare Francia o Slovenia, ovvero prima e seconda del Girone A, che avranno nel primo pomeriggio il loro scontro diretto. Non so chi scegliere, tra Francesi e Sloveni. I Transalpini forse, perché pur avendo su di noi un netto predominio fisico ed essendoci globalmente di molto superiori quanto a talento, non hanno una estrema pericolosità in pg, posizione dalla quale finora quasi tutti, eccetto Israele, ci hanno ammazzato. Quindi, e con mille forse, preferisco evitare la Slovenia di Dragic e Doncic. Oltre al confronto per il primato, il girone A offre la gara più interessante di tutte quelle di oggi: Grecia-Polonia, uno spareggio qualificazione, con i Greci al momento fuori e i Polacchi dentro. Ma non voglio nemmeno immaginare, lo ripeto, che gli orfani di Spanoulis possano mancare dall’Istanbul Round, e ancora meno voglio pensare qualificati i Polacchi.

Sulla gara tra Georgia ed Israele, bisogna raccontare che, passati in vantaggio per la prima volta quando mancavano meno di due minuti alla fine, i Georgiani, 89 pari all’ultimo secondo, sono stati derubati dai grigi della W nei tempi regolamentari, perhè Pachulia è stato atterrato come nemmeno Conor McGregor poteva fare senza che nulla venisse fischiato. Ci hanno provato, in classico stile FIBA insomma (che vale sempre ma non quando in casa gioca l’Italia, citofonare Petrucci Gianni per sapere come cavolo funziona ‘sta  cosa…), a far passare la squadra di casa, ma i Georgiani sono uomini di mondo, non hanno nemmeno protestato più di tanto (anzi: Shermadini rideva), conoscono le spire del Potere, e hanno finito per dominare il supplementare. Forti anche di uno Zaza sontuoso: aveva non solo la tranquillità dell’uomo di mondo, ma anche quella di chi al dito ha un Anello di Campione del Mondo (mondo vero, non mondo FIBA).

Tornando all’Italia, e ripetendo il mantra della conferenza stampa di Messina, “I have no answers” per la controprestazione fornita dagli azzurri, che hanno dilapidato in attacco quel che di buono facevano in difesa. Difesa buona ma con un anello debolissimo, e non da ieri: Melli. Forse limitato dal risentimento tendineo, vero, ma ripetiamo: non solo ieri Niccolò è parso due gradini sotto al livello difensivo necessario per questi Europei. E’ vero, a volta stoppa e vola, ma per farlo deve arrivare, e il suo tempismo sia negli aiuti che nei recuperi è tutto da rivedere. Non saranno padiglioni auricolari felici, quelli di Melli, giocando l’anno prossimo per Obradovic. I minuti concessi a Cinciarini sono sintomo della cosa che meno ha funzionato ieri: chi giocava in pg. Se Filloy almeno si è  guadagnato qualche applauso da incursore ed essendo l’ultimo a provare a spremere attacco (sue le ultime due triple italiane), in regia è stato deficitario, ed ancora più lo è stato Hackett. Da qui la ricerca dell’ultimo paio di calzini in fondo all’armadio, e quindi la scelta di Messina di vedere che combinava il Cincia. Nulla di stratosferico, a dire il vero, ma pensiamo che un paio  di minuti in più se li sia guadagnati, anche perché in difesa ha retto discretamente. Belinelli era entrato in partita presto e bene, ma ne è uscito con velocità quasi pari, affossato da una non chiamata che lo ha depresso (braccio amputatogli da Schroeder non sanzionato) e dal fatto che per tre volte ha lasciato troppo spazio a Karsten Tadda, regalandogli due triple e un fallo; queste mancanze difensive lo hanno fatto panchinare da parte di Messina, e al ritorno in campo il Beli ha avuto un parziale di 0/6.  L’impressione è quella di tante altre volte: che con altro sistema nervoso, sia dei singoli che di gruppo, questa Nazionale avrebbe ben altri risultati, purtroppo la testa è cosa impossibile da allenare completamente, e i miracoli non riescono nemmeno a Messina. Oltre a ciò, un altro annoso problema: i nostri rincalzi, spesso, hanno scarse responsabilità offensive nei rispettivi clubs e quindi al momento del bisogno non sono proparati, in particolare dal punto di vista offensivo,…ecc…ecc..ecc..blablabla…tutto vero, però. Però ieri la Lituania, in una gara dominata, lo concedo, ha lasciato un ventina di minuti totali al numero 11 e 12 del roster, e questi due, Bendzius e Milaknis, hanno scritto insieme 12+7, sparando senza problemi e con convinzione. Il basket è una cosa complessa ma non complicata, e spesso serve solo ricordarsi di quando si era da piccoli al campetto felici di avere quel pallone ruvido tra le mani.

Attendete, oltre che quello dell’Italia e di Lituania-Germania per il primo posto del nostro girone, anche il recap di Slovenia-Francia e Polonia-Grecia. Se passerà come quarta la Grecia e visto che terza sarà, nel Gruppo A , la Finlandia, forse converrà arrivare secondi nel Tel-Aviv Group ed evitare gli Ellenici.

Oggi è l’ultimo giorno del vostro cronista, che non andrà ad Istanbul, provando qui a Tel-Aviv la solita commozione che mi prende quando lascio posti che mi sono piaciuti molto. Provatela, Tel-Aviv, anche senza basket. Ne vale la pena.