Ho aspettato qualche giorno, in parte per riprendermi dagli orari degli aerei per e dalla Sardegna

ed in parte per farmi un idea di quelle voci che circolano ovunque tranne che nei corridoi di Sky e cioè del ritorno dall’anno prossimo del campionato di basket sulla rete di Murdoch. Per il primo sono bastate un paio di dormite come si deve per riprendermi , mentre per il secondo sono veramente molto scettico.

 Danno l’idea di essere delle voci messe in giro artatamente per suggerire un rimbalzo alla cara (e gratuita) mamma Rai. I blog sono equamente divisi tra chi è a favore e chi no. Una considerazione: non penso che la disponibilità da parte della Lega a riabbracciare Sky comporti automaticamente la cosa, anche perché i diritti sono sempre stati concessi tramite asta (la prima sempre vuota e le successive in trattativa privata). Poi bisogna vedere se Sky è intenzionata dopo l’ultima volta a ripetere l’esperienza, insomma, di certezze ce n’è poche. Ovvio che sarei la persona più contenta del mondo a riprendere il lavoro sullo sport che amo di più ed altrettanto alcuni miei colleghi, ma non penso che questo influisca sulle scelte da parte dei responsabili dall’una e dall’altra parte.

Vorrei tornare giusto per il puro gusto di parlarne sul concetto di tv a pagamento. La Rai la paghiamo anche se non ne usufruiamo al punto di trasformare il canone in tassa per evitare contestazioni. Lo facciamo anche se da quasi quarant’anni non c’è più il monopolio. Lo facciamo anche se uno autocertifica di non guardare neanche i tg. Insomma lo dobbiamo fare e basta. E’ una tassa. Sky è una vetrina: se ti piacciono i prodotti esposti li compri, se no no. L’ovvia osservazione è che di questi tempi il soldo è poco e le priorità magari sono altre: giusto. Però al cinema lo paghi il biglietto, e così allo stadio o al palazzetto o a teatro o ad un concerto. Sarebbe un mondo meraviglioso se non dovessimo pagare nulla… per esempio le spese mediche, nonostante il nostro sia il carico fiscale più alto d’Europa. Oppure la scuola, che va a pezzi nonostante i soldi che diamo allo stato siano sempre di più. Però ci lamentiamo se il calcio o il basket sono a pagamento e non ci lamentiamo che i nostri beniamini si portino a casa cifre offensive per la maggioranza degli esseri umani. Cifre che parecchi dei suddetti buttano via nei peggiori modi.

Demagogia? Certo, ma la demagogia si basa comunque su sequenze di cause ed effetti veri, incontestabili. Poi ci sono anche i seminatori di ballinternet, tipo quelli che scrivono: “… prima di Sky il basket sulla Rai superava il milione di spettatori a partita…” ma che droghe girano al giorno d’oggi? Quando c’era Aldo Giordani e mezze partite andavano su Rai 2, forse. Prima del boom del calcio spettacolo e dell’avvento delle private forse, quando in Italia il basket lo potevi vedere sulla Rai, sulla Svizzera Italiana (Viganello contro Pregassona) e su Capodistria con la voce di Tavcar). Negli ultimi vent’anni è fantascienza.

Comunque staremo a tele-vedere…