In questi giorni si parla del grande affare di “Mister Reyer”, l’ acquisto all’asta per 513 mila euro, 7-8 volte meno di un appartamento centro Milano o Roma, dell’Isola di Poveglia una dei gioielli della Laguna e della storia di Venezia, affacciata sul Lido e il porto di Malamocco. Composto di 11 fabbricati è stato ceduto dal Demanio alla Holding Umana di Luigi Brugnaro come bene privato per 99 anni con diversi vincoli previsti dal Comune di Venezia, come l’apertura per tre giorni alla settimana per i turisti e garanzie severe per la tutela paesaggistica, storica e ambientale del territorio senza alterarne le caratteristiche.

Contesta l’acquisto il comitato “Poveglia per tutti”, al quale hanno aderito 2 mila cittadini, che aveva provato a partecipare all’asta con una somma largamente inferiore, 160 mila euro ma con la garanzia di una rivitalizzazione sociale non legata a un solo soggetto.

La Commissione del Demanio adesso dovrà valutare l’offerta d’acquisto e fissare precisi vincoli per la salvaguardia del patrimonio di questa isola di 7 ettari e mezzo con i vari fabbricati d’epoca fra i quali un castello strategico per la difesa della Laguna.

I giornali hanno scritto che i veneziani temono una speculazione legata alla costruzione di un grande albergo esclusivo trasformando il luogo “per rovinarne l’autenticità storica”. Brugnaro ribatte smentendo una siffatta operazione e la costruzione di un albergo a cinque stelle con intento di speculazione edilizia con chiarezza: “Proporrò progetti che tengano conto delle esigenze dei cittadini e quello che faremo su quell’isola finora abbandonata sarà a norma delle prescrizioni e ovviamente concertato col Comune e il sindaco Giorgio Orsoni”

Brugnaro è una potenza nel settore interinale, nell’espansione del suo gruppo, uno dei 10 maggiori in Italia e monopolistico nel Nord-Est, sta aprendo filiali in Puglia, Lazio, Emilia e in Brasile. E’ indiscutibile che la sua azienda cresce e grazie anche al merito del rilancio del basket veneziano (anche quello femminile) puntando a un’operazione sociale e di marketing intelligente sul territorio: il regalo di un kit di pallacanestro alla famiglia di ogni neonato della provincia di Venezia, questo per unirlo idealmente al destino del club. Nel 2009 ha anche acquistato con l’Umana Holding la Scuola Grande della Misericordia, dove un tempo giocava la vecchia Reyer dei “duri banchi” “impegnandosi – ha scritto Il Fatto Quotidiano – in opere di ristrutturazione per 8 milioni che fino ad oggi i lavori non sono ancora iniziati”.

Recentemente ha proposto anche la costruzione di un Palasport nella zona dell’aeroporto di Tessera, ma il comune competente gli ha risposto picche, il progetto non è abbandonato e non si è raffreddato l’interesse per il basket nonostante questo campionato di A largamente inferiore alle attese. Il nostro “personaggio” pensa, magari con la consulenza di Dan Peterson che gli è molto vicino, a un rilancio puntando a un vero management oggi mancante, da qui un’offerta a Maurizio Gherardini. Attualmente l’ex gm di Benetton e Raptors che ha portato Bargnani a Toronto lavora con Oklahoma per lo scouting. Lo vorrebbe anche Zeljko Obradovic al Fenerbahce, ma il coach serbo trova forti resistenze da parte dei dirigenti turchi “bruciati” dall’operazione Pianigiani-Del Monte per una differente visione progettuale e mentalità.

In questi giorni si parla però anche di Brugnaro come uomo di punta nella riorganizzazione della Lega e sarebbe diventato nelle ultime ore l’ago della bilancia fra i due schieramenti che lunedì si fronteggeranno nell’assemblea di Lega per il dopo-Miucci del quale in verità nessuno in assemblea ha visto il contratto e il progetto, se poi qualcuno l’ha tenuto nel cassetto non è stato votato.

Uno schieramento fa capo all’Armani e che ha spinto, con un’accelerazione strana per la presidenza Minucci e ora proporrebbe di andare avanti sempre con la solita terna pro-Minucci, composta da Proli (Milano), Cremascoli (Cantù), Sardara (Sassari) per portare alla presidenza Marino (Brindisi) titolare di una concessionaria d’auto e il cui figlio lavora da tempo per l’Armani basket per la biglietteria e comunicazione. Attorno a Cecco Vescovo, presidente dimissionario di Varese si è coagulato invece un gruppo di 7-8 squadre che va verso le posizioni di Villalta e Toti (che hanno detto no alla riunione informale di questa domenica, convocata in un albergo milanese dall’Armani). Villalta chiede un presidente che abbia vari requisiti, compreso quello morale, e proporrà la nomina di una commissione ad hoc. E’ chiaro che se questa tensione crescente non verrà superata attraverso una discussione costruttiva e l’individuazione di un indirizzo comune e un candidato super partes, la lacerazione si allargherà e Petrucci che nei giorni scorsi ha inviato una lettera ai presidenti nella quale avrebbe annunciato la scadenza della Convenzione, potrebbe pensare di commissariare il consorzio dei club per gestire i playoff e trovare un nuovo indirizzo. Milano e i suoi alleati farebbero bene a fare un passo indietro, dopo aver ignorato che Minucci era stato indagato e gli avevano pure sequestrato documenti e più di un milione di contanti. Nelle ultime ore si sente parlare di un presidente istituzionale, il  bolognese Sassoli de Bianchi, e Gherardini direttore generale, ma è chiaro che se la Virtus Bologna gioca il jolly, la coalizione Armani non ci sta e si va allo scontro.

Tornando all’attivismo di Brugnaro, si era parlato nei giorni scorsi anche di una partecipazione del 40 per cento assieme all’Armani e altre quote minori, fra cui quella della Lega concordata con Minucci prima dell’arresto, per la nascita di un’iniziativa editoriale nel mondo della pallacanestro per riaprire testate storiche.

Infine, a proposito di isolette della Laguna, ne possiede una per la pesca un altro ex patron del basket Veneto, quel Bepi Stefanel, artefice di notevoli investimenti in questo sport a Trieste e poi a Milano acquistando l’Olimpia da Gabetti per portarla allo scudetto nel ’96, ultimo tricolore della gloriosa società che oggi è nelle mani di Armani.I club invece sperano di approdare nell’isola felice ma sono fermi a Neverland, l’isola che non c’è…

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