10 partite nella notte NBA, 9 coinvolgevano squadre da playoffs.

 

In uno dei 4 derbies delle metropoli ClipperTown (DAJ 19-10-3 con 1 rec e 2 stoppate) ha regolato NY in sicurezza (128-105) e si tiene in corsa-PO (9 ad Ovest), veleggiando sulla poverissima difesa dei Knicks che sono in pieno casting. Infortuni a parte sono a posto nel pitturato (Porzingis, Kanter, O’Quinn) quindi hanno imbottito il roster di guardie per decidere chi tenere la prossima stagione. Posti sono 4/5, aspiranti 7: Burke-Mudiay-Ntilikina-Lee-Jack-Hardaway-Baker (ora out). Hardaway è bloccato da un contratto altissimo che nessuno vorrà accollarsi, gioca anche sf, e insieme a Lee è l’unico del gruppo ad avere un senso dietro l’arco: proprio il contratto team-friendly (12 MM$$ fino al 2020) e il tiro potrebbero far andare Lee, appetibile per molte squadre. L’altro a lasciare potrebbe essere Jarrett Jack, anche se il miglior momento stagionale di NY è passato per le sue mani. Burke è una vera pg, non privo di talento, e potrebbe essere un decente titolare; la posizione di Baker pare debole, ma potrebbe rimanere perché nemmeno da fondopanca romperebbe le scatole, mentre Mudiay e Ntilikina sono molto simili, forse troppo per far orbitare entrambi dalle parti del n.4 di Pennsylvania Plaza. Togliere pioli dalla scala verso la post-season sembra la principale occupazione dei Pistons (9 ad Est), ko ad Orlando in OT (106-115). Nel supplementare le cifre di DET parlano di soli 2 pti (2/3 di Tolliver in lunetta): il resto è pena, compresi i 28 palleggi di Griffin in 6 volte che ha avuto palla, riuscendo a tirare una sola, spot-up da 3; il contrario di quel che si vuole da un attacco efficiente e logico. Gli avversari, difesa aggrappata ad Aaron Gordon (27+13) e attacco al Fournier (tutti i primi 6 del supplementare) facevano passi semplici verso una W che serviva solo ai Pistons. Serviva anche a GS per ritornare primi pari merito ad Ovest: hanno battuto Atlanta (114-109) non nettamente e lasciandosi andare nel finale. Steph e KD 28, 27-5-9 di DennisDeutsheland e 29 con solo 16 tiri per The Baze tra gli Hawks. Stu Jackson, ex allenatore anche dei Knicks ed equilibrato opinionista ESPN, ha fatto osservare come, oltre a una difesa meno efficace, la pecca di GS in questo 2018 sia il fatto che sembrano più concentrati sul finire le partite (sbrigare la pratica) che sulla qualità del Gioco. OKC (5 ad Ovest) soffre in maniera davvero angosciante vs i derelitti Suns, spuntandola nel finale: Westbrook le perde e le vince, da solo nella tunnell-vision dello sport in cui è per forza il migliore: RussBall (43-14-8, 5 perse); nei Suns, Devin Booker, uno dei Top10 Players del prossimo decennio, fa 39-6-8 con solo 28 tiri, e il giubilato da Orlando, Payton, pare aver trovato una terra in cui esprimersi (18-10-8 con 2 rec e 2 stoppate), accanto a Booker con cui si completa bene. La prima della Eastern Conference, Toronto, continua a vincere con regolarità (9-1 le ultime 10), battendo WAS (4 ad Est) con 20 dal pino per CJ Miles; Capitol City, invece, pare aver bisogno del ritorno di Wall (2 settimane ancora) anche perché Gortat in difesa è persin peggio di Pluto (peggior cane da guardia della storia). I Sixers (6 ad Est) hanno preso un ottimo ritmo: stanno contribuendo tutti non solo Embiid (23-15-4 con 3 stoppate) o Simmons, ma anche i due bianchetti arrivati dal mercato: Ilyasova (18 con 11 tiri dal pino) e Beli (7); negli Hornets ennesimo losing effort di Kemba, che sarà free-agent nel 2019: pezzo pregiatissimo. Nella Western Conference la differenza tra terza e  decima è minima: Blazers e Jazz sono separati da 4 partite; ancora meno tra terza e nona: i Clippers sono a mezza gara dall’ottavo posto (Nuggets) e a due e mezzo dal terzo. Ottima idea quindi ha avuto Denver vincendo a Memphis (108-102) con 26 di Gary Harris e 24 dalla panchina di Barton. Classicissima della Central DIvision tra Pacers (5 Est) e Bucks (7Est), vinta da Indiana: il Bradley Center, d’altronde, non è inespugnabile (MIL 19-13 in casa). Ancora più facile violarlo se 54 dei 96 dei Bucks vengono da due soli giocatori, mentre i Pacers mettono il quintetto in doppia cifra aggiungendo off the bench i 16 di Lance il Pazzo e la solidità di Sabonis Minore (6-9-2- in 19 mins). Ultimiamo la serie di partite importanti con Minnie vs Utah: i T’Wolves perdono la seconda in fila (116-108), risentono della forzata assenza di Jimmy Butler. Per fortuna non erano i legamenti, ma il menisco: già operato, Jimmy-B potrebbe tornare per i PO, se Minnesota riuscirà ad andarci. La competizione ad Ovest è elevata e serrata, la partecipazione dei T’Wolves pareva certa sino a una settimana fa, ora non più. Stanotte hanno dovuto fare a meno anche di altri giocatori. Prima di the half KAT, doppio tecnico da Flagrant1 e minuti dopo per proteste; a poco più di 5 mins dal termine Teague, espulso per Flagrant2: entrata calcistica su Rubio. Alla fine, tra litigi e ripicche, ha preso la via del locker anche il Jazz Crowder, e un tecnico è stato mollato anche al coach di Minnesota, Thibodeau. Basket? Sì: Gobert 26+16 con 4 stoppate. Infine, la gara-derelitti: vincono i Bulls vs i Mavs, ma solo perché, essendo in casa, non potevano cercare di perdere più di tanto; Nwaba, la pg che si sta rivelando il miglior centro NBA sotto i due metri, di nuovo capo rimbalzista dei Bulls (10-11-5 con 3 rec e 2 stoppate). Ora la NBA ha cambiato la sua catalogazione: da pg è passato sf, ma resta vero sia il miglior centro-bonsai degli ultimi dieci anni, sicuro vincitore del nostro KeaTrophy (e chi non sa chi sia, studi).