Abbiamo deciso di occuparci di refs in un turno di regular season che ha offerto molti altri spunti.

 

Nuove tendenze nell’officiating NBA. I refs sono molto più attenti ai passi in partenza (anche se per ora fischiano solo quelli facili da vedere), sono del tutto permissivi (eufemismo..) su quel che avviene nel pitturato in particolare nei confronti delle penetrazioni degli esterni e degli attaccanti che provano a tirare immediatamente dopo un reboff, infine grazie allo instant replay hanno in mano un potere enorme, spesso usato a sproposito. La circostanza in cui la moviola in campo viene più spesso usata è quella di stabilire se un fallo è flagrant 1 o 2 oppure se è un fallo comune. F1 è un fallo su uomo con o senza palla “non necessario”, e “non necessario” significa non “inutile” o “intenzionale”, quanto un movimento che non ha nulla a che fare con il giocare a basket. F2 comporta la espulsione ed è quando oltre a “non necessario” è “eccessivo”: parola volutamente fumosa, perché è possibile farvi rientrare sia la particolare violenza del gesto sia la intenzionalità, laddove nella NBA la intenzionalità non sta nel fermare un contropiede, quanto è spesso un regolamento di conti vs un avversario che ti sta provocando o un rookie che ti ha appena sverniciato. Interessante notare come la NBA non consideri affatto le categorie “antisportivo” o “intenzionale”. Stanotte in due occasioni lo stesso tipo di fallo in attacco è stato giudicato in maniera profondamente diversa e secondo noi sbagliata, dopo infiniti controlli video. Prince (sf, Hawks) sfonda su Korver (sg, Cavs) e dopo il replay gli viene assegnato un F1 perché l’attaccante, sbilanciato dalla propria irruenza, prova a frenarsi in aria avanzando una gamba, finendo col colpire il difensore tra collo e mento con un ginocchio: movimento scomposto, del tutto falloso, ma dinamicamente comprensibilissimo, nulla di contrario ai princìpi del basket. Era un normalissimo sfondamento, un po’ più cruento della norma. Poi. Melo (sf, Thunder) fa uno strano arresto e tiro a centro area, forse subisce un contatto forse simula di subirlo, per cui compie una hesitation che lo porta a ruotare il corpo di 180 gradi tirando (e segnando) con le spalle al canestro: durante la hesitation raccoglie i gomiti e colpisce la faccia di Nurkic (c, Blazers) con una gomitata; F2 e conseguente espulsione. Anche in questo caso decisione errata: poteva essere al massimo un F1, perché nulla di quel che Melo ha compiuto in aria era “excessive” ma perfettamente spiegabile dal punto di vista dinamico, e la parte del “unnecessary” era ciò che aveva reso il canestro spettacolare. Melo ha pagato, in questo caso, il peggioramento (succede a tutti, con l’età..) del suo continuo brontolìo in campo, del suo continuo tonteggiare gli avversari e criticare le decisioni arbitrali.

Sia chiaro: evidenziare gli errori e le brutte tendenze degli arbitraggi NBA non equivale in alcun modo ad avvicinarli a quelli italiani che restano i peggiori del mondo cestisticamente evoluto. In ogni caso, brutta china quella per la quale si priva uno sport della sua naturalezza e della spettacolarità delle invenzioni, lasciando nello stesso tempo che chi si avventura nel pitturato debba prima fare testamento.

Per conoscere i risultati e le prestazioni della notte torniamo ora a Cleveland, dove i Cavs hanno perso contro l’ultima della NBA, gli Atlanta Hawks. Reduci da una bella prova a Washington, sublimata dai 57 di James, i Cavs non hanno dato continuità alla ripresina. Anzi. Poi, dato che ogni volta che segna 40+ si riaprono i discorsi sul fatto che James sia il più grande di sempre, noi ci limitiamo ad osservare che Jordan non ha mai fatto in carriera la metà delle figurette difensive che James fa in una partita. Un altro grande, poi, nelle sconfitte teneva spesso un atteggiamento critico e antipatico verso i compagni: era Kobe. Però quando Kobe era o tornava in campo, anche nelle sconfitte, la squadra andava meglio: nelle stesse situazioni, con James in campo la squadra va peggio. Enuff. Stanotte i Cavs sono stati sotto sempre a parte i primi due minuti, e l’unico vagito di quasi rimonta (45-46) è stato ottenuto con la second unit guidata da D-Wade. L’ex Marquette U. nel frangente ha avuto 19 con 6/10 in 11 mins, mentre i titolari dei Cavs avevano accumulato 5/21 per 18 pti. Rientrato James, è ripreso l’andazzo di cattive difese e peggiori attacchi, col Prescelto a credere di essere una grande pg: falso. Ad Orlando i Celtics hanno battuto i Magic nella sfida che valeva la early leaderhip della Eastern Conference. Ad Est sono molte le squadre sorprendenti, per differenti motivi: Cavs, Magic e Celtics, ma anche Detroit e Knicks nel bene e Bucks nel male. NY ha battuto Indiana con un’altra grande prova di The Unicorn Porzingis (40-8-1 con 6 stoppate), mentre i Bucks ne fanno una  bene e una male: se dovessimo scegliere un coach con la panchina in bilico sarebbe Kidd, solo che lui è anche GM della franchigia e dovrebbe, in pratica, licenziar se stesso. Lotta e suda e sbuffa come sempre Miami, stanotte ne esce vincente: W in trasferta a ClipperTown con 21+17 più 3 rec e 2 stoppate del rientrato Whiteside. Brutte ma non insolite notizie sulla salute di Gallinari: non rientrato in campo nel secondo half con problemi all’anca la cui gravità ancora non è stata resa nota dallo staff medico. Rispetto alla Eastern, la Western Conference presenta meno sorprese, anche se, per esempio, i Lakers (Ingram 20+7 con 14 tiri old school senza tentare triple) battono Memphis: i Grizzlies hanno 4 L, e solo una di esse vs squadre con record +50%, non una gran notizia, perché Conley ha già saltato una gara e Parsons stanotte è rimasto fuori, anche se, pare, per un riposo programmato. Nessuna sorpresa se non il totale finale per la W di Houston che ne molla 137 ai Jazz, sesta miglior difesa della Associazione che non ha saputo opporsi alla serata immaginifica di Harden: 56 con solo 25 tiri (7/8 da 3) e, contando anche i 13 assists, La Barba ha contribuito per un minimo di 82 al punteggio dei suoi. Minnesota (Teague 18 con 12 assists) continua a crescere, secondo il modello di Thibodeau: difesa e solidità asfaltano gli Hornets; gli Spurs tornano alla W facilmente vs Phoenix grazie anche a 21+9 di LMA. Di OKC abbiamo parzialmente già detto: l’espulsione di Melo ha contribuito a farli uscire sconfitti dal Moda Center di Portland, ma la coppia di guardie dei Blazers ha messo insieme 58-8-14, con il vincente e sottovalutatissimo Lillard (36-5-13 ed il lay-up decisivo) che ha fatto a pezzi Westbrook (25-6-9) anche se in un duello spesso a distanza (Dame in cura principalmente da Roberson, senza grossi esiti).